In 300 fanno cambio con la costa

16 Gennaio 2016

I numeri della sostituzione edilizia: la scelgono in 595, la metà va via dall’Aquila

L’AQUILA. Sono quasi seicento, 595 per l’esattezza, le pratiche di sostituzione edilizia avviate dagli aquilani dal post-sisma a oggi. Di queste, la metà circa ha ottenuto un finanziamento per costruire fuori dal Comune, con un conseguente esodo di circa 500 aquilani. «In complesso, tuttavia, sono poco più di 2.000 coloro che non hanno più residenza nel capoluogo dal 2009 a oggi. Questo significa che il calo demografico non è stato esagerato rispetto a quanto vissuto», secondo l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano. Grazie al meccanismo introdotto dal decreto 39/2009, il cosiddetto Decreto Abruzzo, poi convertito nella legge 77, molti sono “scappati” dalla città nell’immediato dopo sisma. Tra le località preferite per acquistare la nuova casa, Pescara e la costa teramana, dove tanti aquilani hanno trovato ospitalità nel 2009, ma anche Roma, Chieti e Teramo. Non è mancato neanche chi ha scelto mete più lontane, come Milano o addirittura la Sardegna. Un fenomeno destinato ad arrestarsi. «Attualmente, per chi ha la propria abitazione distrutta e segue la procedura della scheda parametrica, è ancora possibile richiedere una abitazione sostitutiva. Ma le regole sono molto più restrittive rispetto ai mesi scorsi», spiega l’assessore. «Ci auguriamo che questo porti a una diminuzione delle domande rispetto al passato. In molti hanno acquistato anche nei centri vicini, come Pizzoli e Scoppito. Spesso le dinamiche per cui gli aquilani si sono spostati sono collegate a questioni familiari. Alcuni già prima del terremoto erano pendolari tra L’Aquila e un’altra città. Le coppie anziane hanno deciso di raggiungere i figli che vivono altrove. Riorganizzare la vita fuori, per chi ha una professione avviata, è molto difficile. D’altra parte è evidente che, se le stime parlano di un calo demografico per il capoluogo di circa 2000 abitanti, ad andarsene non è stato solo chi ha chiesto l’abitazione sostitutiva. Prima del sisma ci sono stati cali demografici più elevati rispetto a oggi. Il fatto che pian piano la città si sta ricostruendo e che si comincia vedere la luce in fondo al tunnel è un incentivo a rimanere per molti».

Michela Corridore

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