In migliaia sotto la pioggia per la fiera dell’Epifania
Circa 400 le bancarelle allestite nel centro storico ancora tutto puntellato Controlli e sequestri di merce contraffatta, una quindicina i borseggi denunciati
L’AQUILA. Sono arrivati in città fin dalle prime ore dell’alba da tutta la regione, e non solo, i circa 400 ambulanti (tra loro anche i soliti abusivi) che ieri hanno allestito le proprie bancarelle nel centro storico del capoluogo ferito dal sisma, per la 66ª edizione della fiera dell’Epifania. Nei furgoncini, insieme alla merce da esporre sui banchi, la speranza di recuperare, almeno in parte, le perdite dell’ultimo periodo, uno dei più neri per il commercio. Una speranza spazzata via, di ora in ora, dal vento e dalla pioggia battente, che non hanno abbandonato il capoluogo per tutta la mattinata. Brevi momenti di pausa tra uno scroscio e l’altro. Poi subito i teloni colorati sulla merce per proteggerla dall’acqua, un fuggi-fuggi di visitatori, la folla sotto gli storici portici del corso, gli ombrelli zuppi, gli sguardi desolati. Sulle strade nessuna calca. Non è bastato il tipico odore di piadina con salsiccia e cipolla fumante a riscaldare l’atmosfera, né le grida degli ambulanti (spesso registrate e riprodotte), che rimbombavano tra le strade puntellate e nei vicoli disabitati, ad attirare l’attenzione. La situazione è migliorata solo nel pomeriggio quando il maltempo ha lasciato la città e migliaia di persone si sono riversate sulle strade di accesso al centro, creando code e ingorghi. In poche ore la fiera è decollata, seppur in ritardo, regalando l’atmosfera di sempre. Sui banchi chincaglierie di ogni genere e i più svariati attrezzi: dalla colla-magica al tappetino altrettanto magico, dalle scope per eliminare le ragnatele alle padelle per una cucina senza grassi. E poi abbigliamento, scarpe, sciarpe, cappelli e le classiche calze della Befana stracolme di dolci, caramelle e carbone. Sul corso, con tanto di luminarie, è tornata la tipica folla del 5 gennaio, i sorrisi, i saluti, gli spintoni. Il pugno duro contro l’abusivismo ha arginato il fenomeno, ma non è riuscito ad eliminarlo completamente: nonostante i continui richiami, le multe, le retate, molti ambulanti senegalesi, messicani, cinesi, giapponesi, pakistani, ma anche italiani, hanno messo in scena, come ogni anno, l’altra fiera, quella sul ciglio della strada, sui marciapiedi, lungo corso Vittorio Emanuele (assolutamente interdetto ai regolari), con banchetti improvvisati o teli stesi a terra. La Finanza ha sequestrato 4000 pezzi di merce contraffatta, di cui 1500 tra cd e dvd. La parte del leone è stata fatta dall’abbigliamento con false griffe, dalla bigiotteria e dalle borse nascoste dentro sacchi di plastica. Decine di controlli sono stati effettuati anche sugli scontrini, di cui una quindicina sono risultati irregolari. Diverse persone sono state portate in caserma, per un clandestino è stata avviata una procedura di espulsione. E non sono mancati i borseggi, una quindicina i casi denunciati. I finanzieri, una trentina, sono rimasti al lavoro dalle 6 di mattina fino a sera, al loro fianco carabinieri, polizia, vigili del fuoco, vigili urbani, 118 e volontari di diverse associazioni. «L’affluenza del pomeriggio è stata altissima», secondo l’assessore al Commercio Giancarlo Vicini. «Un centro storico vivace, a testimonianza del forte valore identitario di questa manifestazione». Nessun problema rilevante di ordine pubblico ha caratterizzato la giornata. «Fondamentale è stata l’azione combinata di tutte le forze dell’ordine», ha detto il comandante dei vigili urbani Eugenio Vendrame. «Non ci sono state particolari infrazioni, fatta eccezione per i 16 veicoli che abbiamo dovuto rimuovere nel corso della notte, perché in sosta negli stalli riservati agli ambulanti». Presente per la prima volta alla fiera anche il Gal Gran Sasso-Velino che ha allestito un suo stand ai Quattro cantoni.
Michela Corridore
©RIPRODUZIONE RISERVATA