Incontro con Quilici: il fascino della natura incanta i ragazzi
Il documentarista ospite dell’Itis per parlare di oceani In platea gli alunni delle scuole medie cittadine
L’AQUILA. Tour all’Aquila per il documentarista e scrittore Folco Quilici, ospite di un’iniziativa promossa dalla Libreria Maccarone.
Arrivato in città per presentare il suo ultimo libro «Cani&Cani di gioco e d’avventura» (Mondadori), il documentarista in mattinata ha fatto tappa all'aula magna dell’Itis a Colle Sapone per un incontro con gli studenti delle scuole medie. Davanti a una platea affollatissima, Quilici ha parlato del mare prendendo spunto da un suo libro, «Amico Oceano».
A fare gli onori di casa la preside Pasqualina Tarullo: «In una città in cui si parla solo di terremoto, è arrivato il momento di cominciare a parlare di qualcosa di diverso», ha spiegato ai ragazzi delle scuole medie «Dante Alighieri», «Carducci» e «Mazzini-Patini».
«Il mare è una cosa talmente grande da far quasi paura», ha raccontato Folco Quilici ai ragazzi. «Per 6000 anni l’uomo ha viaggiato sopra il mare, ma di quello che c’è sotto di noi ancora oggi sappiamo pochissimo. Pensate che mentre si spendevano miliardi di dollari per andare nello spazio, e adesso si è capito che i viaggi interstellari sono impossibili per l’uomo, del mare conosciamo solo una piccola parte. I sei decimi del fondo marino sono totalmente sconosciuti. Solo pochi giorni fa dalle profondità marine è emerso un pesce dalla forma di serpente lungo più di 20 metri. E questo enorme animale era totalmente sconosciuto agli scienziati. Ovviamente, il pesce era morto, ma noi sappiamo che nelle profondità degli oceani ci sono i calamari giganti perché ne troviamo spesso dei pezzi all’interno di un loro predatore, il capodoglio. Quindi conoscere il mare, per voi giovani, significa sperare di risolvere, tra 30, 40, forse 50 anni, molti dei problemi dell’umanità. Dal mare si potrebbe attingere per risolvere il problema energetico, per quella fonte di energia a basso costo che a oggi migliaia di scienziati stanno ancora cercando». (r.p.)
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