L'Aquila, addio alla scuola di specializzazione di Pediatria
In Abruzzo ne resterà solo una a Chieti, la rabbia di Ortu (Ordine dei medici): «Scippo scandaloso, stanno smontando a pezzi la nostra facoltà»
L'AQUILA. Scompare un altro pezzo di alta formazione. E il settore delicatissimo, che ne farà le spese, è ancora una volta quello della sanità. La scuola di specializzazione in pediatria della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università dell'Aquila non riaprirà i battenti. Niente corsi, a partire dall'anno accademico 2017-2018, in previsione dell'accorpamento con la scuola di pediatria di Chieti, che sarà l'unica in Abruzzo. Notizia ventilata dal sindaco, Pierluigi Biondi, che sottoporrà la questione all'assemblea dei sindaci, in programma domani. Ma ormai i giochi sembrano fatti. A confermarlo è lo stesso direttore della scuola di pediatria dell'ateneo aquilano, il professor Alberto Verrotti, che parla di aggregazione con Chieti.
ACCORPAMENTO NECESSARIO. «La scuola di specializzazione in pediatria dell'Università dell'Aquila», spiega il professor Verrotti, «nell'ambito di una riorganizzazione su base nazionale, dall'anno accademico 2017-2018 si aggregherà con quella di pediatria di Chieti. Si è giunti a questa situazione in quanto, alcuni mesi fa, il ministero della Pubblica istruzione ha emesso un decreto con dei requisiti minimi che devono avere tutte le scuole di specializzazione per poter continuare ad operare sul territorio. Per soddisfare tali requisiti è stato necessario arrivare a questa aggregazione».
VINCE CHIETI. Da due scuole di formazione post-universitaria numericamente piccole ne verrà fuori una sola in Abruzzo e a ottenerla sarà la facoltà di medicina di Chieti. La scuola di pediatria aquilana prevedeva 4 posti per ogni anno accademico, tarati su alcuni criteri come prestazioni, numero di ricoveri e posti letto presenti nel reparto dell'ospedale San Salvatore. Poco o nulla si sa, invece, della distribuzione territoriale dei corsi e se si terranno lezioni anche all'Aquila.
SCIPPO SCANDALOSO. «La città perde un altro tassello formativo importantissimo. È uno scandalo», il commento del presidente provinciale dell'Ordine dei medici, Maurizio Ortu, «la scuola aquilana di specializzazione in pediatria, una delle migliori che abbiamo in Italia, fu fondata negli anni Settanta dal professor Fabrizio De Matteis. Siamo di fronte a un nuovo depauperamento delle risorse accademiche e sanitarie del territorio: un'ulteriore perdita della qualità della formazione universitaria, che non può passare sotto silenzio». Ortu pone una serie di interrogativi: «Perché scegliere Chieti rispetto all'Aquila? E perché penalizzare un territorio già in sofferenza, sopprimendo una delle scuole di specializzazione più blasonate? Dopo il sisma del 2009 abbiamo fatto molto per mantenere la facoltà di medicina in città», conclude il presidente dell'Ordine dei medici, «adesso ce la stanno portando via a pezzi».
MI OPPORRÒ. È stato il primo a lanciare l'allarme. Il sindaco, Pierluigi Biondi, ha annunciato che «affronterà il problema nella seduta di domani del comitato ristretto dei sindaci». La scuola, infatti, è stata cancellata già dall'elenco della facoltà di medicina dell'Aquila (vedi tabella in pagina) e non risulta nel programma formativo del prossimo anno accademico. «Abbiamo il dovere di tutelare i giovani che investono sul territorio e garantire loro anche una formazione specialistica post universitaria adeguata», conclude Biondi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ACCORPAMENTO NECESSARIO. «La scuola di specializzazione in pediatria dell'Università dell'Aquila», spiega il professor Verrotti, «nell'ambito di una riorganizzazione su base nazionale, dall'anno accademico 2017-2018 si aggregherà con quella di pediatria di Chieti. Si è giunti a questa situazione in quanto, alcuni mesi fa, il ministero della Pubblica istruzione ha emesso un decreto con dei requisiti minimi che devono avere tutte le scuole di specializzazione per poter continuare ad operare sul territorio. Per soddisfare tali requisiti è stato necessario arrivare a questa aggregazione».
VINCE CHIETI. Da due scuole di formazione post-universitaria numericamente piccole ne verrà fuori una sola in Abruzzo e a ottenerla sarà la facoltà di medicina di Chieti. La scuola di pediatria aquilana prevedeva 4 posti per ogni anno accademico, tarati su alcuni criteri come prestazioni, numero di ricoveri e posti letto presenti nel reparto dell'ospedale San Salvatore. Poco o nulla si sa, invece, della distribuzione territoriale dei corsi e se si terranno lezioni anche all'Aquila.
SCIPPO SCANDALOSO. «La città perde un altro tassello formativo importantissimo. È uno scandalo», il commento del presidente provinciale dell'Ordine dei medici, Maurizio Ortu, «la scuola aquilana di specializzazione in pediatria, una delle migliori che abbiamo in Italia, fu fondata negli anni Settanta dal professor Fabrizio De Matteis. Siamo di fronte a un nuovo depauperamento delle risorse accademiche e sanitarie del territorio: un'ulteriore perdita della qualità della formazione universitaria, che non può passare sotto silenzio». Ortu pone una serie di interrogativi: «Perché scegliere Chieti rispetto all'Aquila? E perché penalizzare un territorio già in sofferenza, sopprimendo una delle scuole di specializzazione più blasonate? Dopo il sisma del 2009 abbiamo fatto molto per mantenere la facoltà di medicina in città», conclude il presidente dell'Ordine dei medici, «adesso ce la stanno portando via a pezzi».
MI OPPORRÒ. È stato il primo a lanciare l'allarme. Il sindaco, Pierluigi Biondi, ha annunciato che «affronterà il problema nella seduta di domani del comitato ristretto dei sindaci». La scuola, infatti, è stata cancellata già dall'elenco della facoltà di medicina dell'Aquila (vedi tabella in pagina) e non risulta nel programma formativo del prossimo anno accademico. «Abbiamo il dovere di tutelare i giovani che investono sul territorio e garantire loro anche una formazione specialistica post universitaria adeguata», conclude Biondi.
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