L'Aquila, l’ex pm: la genziana delle suore è da buttare
Seconda ordinanza di distruzione del liquore delle religiose di San Gregorio. Una spinosa pratica dei famigerati 111 litri di genziana preparati dalle suore di San Gregorio è finita sul tavolo del vicesindaco Nicola Trifuoggi
L’AQUILA. Seconda ordinanza anti-genziana. Dopo quella del dicembre 2013, a firma del sindaco Massimo Cialente, ora la spinosa pratica dei famigerati 111 litri di genziana preparati dalle suore di San Gregorio è finita sul tavolo del vicesindaco Nicola Trifuoggi. L’ex pm ha prima annullato la precedente ordinanza sindacale (mancando il requisito della convalida del sequestro sanitario operato dal Nas) per poi disporre comunque «la distruzione, con successivo smaltimento delle sostanze alimentari sequestrate, per il tramite dell’Asm. Alle operazioni dovrà essere presente il personale del Nas per le verbalizzazioni di competenza». Ma la curiosa vicenda già raccontata dal Centro il 20 dicembre 2013 sta assumendo, ora, contorni grotteschi. Infatti le suore, che già hanno fatto ricorso, tramite l’avvocato Giovanni Pasanisi, per salvare almeno i liquori e il miele, adesso hanno altri 60 giorni di tempo per impugnare di nuovo il provvedimento.
Il ricorso potrà essere inoltrato, nel termine di sessanta giorni dalla data di scadenza di pubblicazione all’albo oppure dalla data di notificazione o comunicazione, se prevista, al Tribunale amministrativo regionale. Oppure, in via alternativa, direttamente al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale, tra una questione internazionale e l’altra, potrebbe occuparsi, ebbene sì, anche della genziana delle suore di San Gregorio. Insomma, il momento del lancio nelle fogne della genziana (sequestrata nella casa famiglia «Immacolata Concezione» insieme a 48 litri di limoncello, 8 di liquore al limone-arancio, 6 di liquore al caffè, 30 chili di prodotti dell’orto e tre chili di miele) si avvicina, ma non è ancora arrivato.
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