L'Aquila, politica in lutto: è morto Mimmo Bafile
Storico dirigente del Pd, consigliere provinciale e poi regionale, vicepresidente del consiglio. Tanti i messaggi di cordoglio, il partito: "Un maestro di vita". Il ricordo della Pezzopane: "Severo, critico, ma buonissimo ed affettuoso"
L'AQUILA. Lutto nella politica, è morto Mimmo Bafile, storico dirigente del Partito Democratico, consigliere provinciale e poi regionale, vicepresidente del consiglio regionale dal 1985 al 1990, ma soprattutto – dicono dal partito democratico regionale – un maestro di vita.
E' deceduto accudito nella malattia dalla moglie Gabriella, e dai tre figli, anche loro compagni di partito. Tanti i messaggi di cordoglio. "Sino all'ultimo Mimmo ha seguito le vicende del partito, il Congresso regionale, spendendo consigli, producendo riflessioni e analisi. Mimmo da oggi non c'è più, ma il suo sguardo rigoroso dovrà continuare a essere nostro, ci sarà indispensabile per essere all'altezza delle sfide che ci attendono, e della responsabilità che viene dalla nostra storia", si legge nella nota dal Pd regionale ricordando la dignità e il coraggio con cui ha affrontato la malattia, la passione che non l'ha mai abbandonato, a dimostrazione di uno stile di vita che non è mai mancato vicino alla politica.
E’ stata allestita a Palazzo dell’Emiciclo, nella sala della “Vetrata”, la camera ardente dell’ex vice-presidente del Consiglio regionale Emidio Bafile. La salma rimane all’Emiciclo fino alle ore 12 di venerdì 26 luglio e successivamente viene trasferita a Viterbo per la cremazione.
"Ciao Mimmo, ciao compagno per sempre, la comunità democratica perde una bella persona ed un affabile e degno rappresentante", esordisce la deputata aquilana del Pd, Stefania Pezzopane: "Sono parole che mi pesano. Scrivere che Mimmo Bafile se ne è andato, mi brucia. Perché Mimmo Bafile c’è stato con noi, sempre. Dopo la scomparsa di Alvaro Iovannitti è stato l’unico di quella straordinaria generazione di combattenti, a rimanere solidamente con noi". Fervido il ricordo: "Attivo, presente in ogni contesto, in ogni riunione. Seduto in prima fila, ascoltava ogni intervento e mentre parlavo non potevo fare a meno di guardarlo per scrutare il suo consenso che faceva sempre un gran piacere. Era severo, critico, ma buonissimo ed affettuoso. E saperlo ammalato mi faceva tristezza. Perché nelle riunioni il suo punto di vista era sempre originale, lucido, senza orpelli. Aveva svolto ruoli importanti, presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo e non solo, ma questo non gli aveva tolto nulla della sua semplicità ed umanità".