L'Aquila, scontro sugli accordi Cialente al Centro: "A Fli promesso solo un patto politico"

Il sindaco uscente Cialente (foto) avrebbe promesso al candidato di Fli Enrico Verini posti e prebende per ottenere l'apparentamento o un appoggio politico al secondo turno: spuntano due documenti

Il sindaco uscente Massimo Cialente avrebbe promesso al candidato sindaco di Fli Enrico Verini posti e prebende per ottenere l'apparentamento o un appoggio politico al secondo turno. Lo dimostrerebbero due documenti: il primo è una e-mail, datata 13 maggio, che Massimo Cialente ha inviato al coordinatore regionale di Futuro e libertà Daniele Toto, nella quale il sindaco scrive di non poter perseguire la strada dell'apparentamento formale con Enrico Verini «per l'opposizione di tre liste del centrosinistra» ma assicura l'impegno di offrire tre "posizioni" a Fli: una presidenza di azienda ad Enrico; immediatamente la vice presidenza del centro turistico a Luigi Faccia e successivamente, sempre a Faccia, la vice presidenza della Gran Sasso Acqua».

Un altro documento "Protocollo di intesa per la rinascita dell'Aquila" fatto prima del primo turno, e sottoscritto dai coordinatori regionali di Fli, Toto, e del Pd, Silvio Paolucci, è invece l'accordo tra i due partiti, in base al quale al gruppo di Futuro e libertà, in caso di vittoria di Cialente sarebbero andati l'assessorato al "Sociale, assistenza alla popolazione, gestione e reperimento dei fondi europei, rapporti con l'Ue, gestione dei bandi del "de minimis", la presidenza della spa Afm, un membro in Cda nella società Asm e un altro nel Cda dell'ex Onpi, la presidenza del collegio dei revisori dei conti di società Ama e un membro del Sed. E poi, si fa l'ipotesi di un membro del Cda del Centro turistico Gran Sasso».

La replica di Cialente in una lunga nota: «L'accordo di apparentamento era nato a Pescara, io invece ho provato a proporre un accordo politico, offrendo, in risposta alle sollecitazioni del segretario regionale Toto, postazioni di governo, come è giusto che sia, perché chi è in maggioranza programmatica è giusto che abbia anche responsabilità dirette e chiare. Successivamente ho parlato anche con Verini per trovare questo accordo, ma sul mio programma e senza accettare alcun altra proposta. Questo accordo non c'è stato, soprattutto sull'unico punto che mi distingue da De Matteis, che credo non abbia un programma: via il commissario Chiodi e via Fontana e la Struttura Tecnica di Missione, il giorno dopo la mia elezione. Con Verini non ho trovato l'accordo. Io quando ho scritto e firmato, sapevo che mi sarei potuto esporre a ricatti, lo stesso Verini mi ha più volte detto e ripetuto che avrebbe pubblicato la lettera da me inviata a Toto (cosa che del resto, mentre la scrivevo, avevo ben presente). Ma io gioco alla luce del sole e non temo ricatti. Tra l'altro, le cose dell'Aquila le decidiamo noi, all'Aquila. Io della coerenza faccio una bandiera. Il fatto che Verini oggi stia con De Matteis, e ieri avrebbe potuto invece schierarsi con me, dimostra che si tratta di una persona che non ha categorie di valori e programmatiche di fondo, ma cerca posti e basta. A me spiace, perché avrei voluto creare una coalizione più ampia nella fase post sisma: è ciò di cui avevo parlato con l'onorevole Toto per telefono. Lo posso fare però solo con chi è convinto da che parte stare. Infatti io ho fatto l apparentamento con l'Idv e con la lista L'Aquila Oggi, ispirata da Sinistra per L'Aquila, per ricompattare il quadro di centrosinistra uscito vincente nel 2007, sulla base della condivisione del progetto e del programma di governo. Al contrario dentro Fli c'erano posizioni diverse, non di un consigliere, ma del segretario comunale. Infine i partiti della mia coalizione, nonché l'assemblea dei candidati, quando alla luce del sole ho parlato con loro di una ipotesi di accordo politico con Fli, hanno espresso tutte le loro perplessità e contrarietà, ritenendo che non sarebbe stato un accordo su basi politiche, ma del tutto personali. Ho fatto dunque bene così, perché con il suo comportamento Verini ha dimostrato che avevano ragione loro, e che sarebbe stato un matrimonio destinato ad repentino fallimento».

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