L’Asm a caccia di un milione di euro per evitare il tracollo

27 Novembre 2014

L’AQUILA. Per evitare il tracollo dell’azienda e salvare i 160 posti di lavoro, serve uno stanziamento straordinario, per il 2014, di un milione di euro. La richiesta, messa nera su bianco dalle Rsu...

L’AQUILA. Per evitare il tracollo dell’azienda e salvare i 160 posti di lavoro, serve uno stanziamento straordinario, per il 2014, di un milione di euro. La richiesta, messa nera su bianco dalle Rsu di Cgil, Cisl e Fiadel, riguarda l’Asm ed è già stata inviata al sindaco Massimo Cialente e all’assessore al Bilancio Lelio De Santis. Oggi sarà consegnata ai consiglieri comunali durante la riunione del consiglio. I sindacati hanno firmato un documento unitario e sono «fortemente preoccupati» sul futuro dell’azienda che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti. L’Asm ha infatti chiuso il 2013 con un bilancio in negativo di 2 milioni e 300mila euro e l’amministratore unico Rinaldo Tordera ha annunciato nell’ultima riunione in prefettura che per il 2014 si prevede un ulteriore disavanzo di 1 milione e 163mila euro. Una circostanza che, secondo le Rsu di Cgil, Cisl e Fiadel, andrebbe ad erodere completamente il capitale sociale di 995mila euro (somma ancora da ratificare dall’assemblea straordinaria dei soci), «decretando di fatto la fine dell’azienda e dei suoi 160 addetti».

Serve quindi un intervento deciso, da parte dell’amministrazione comunale: «Un atto di responsabilità nei confronti dei lavoratori e dei cittadini», dicono le Rsu di Cgil, Cisl e Fiadel, «prevedendo per l’Asm, in sede di assestamento di bilancio, un contributo straordinario e provvisorio, pari a una somma di almeno un milione di euro, da aggiungersi, solo per il 2014, a quanto previsto dall’attuale contratto di servizio. Tale intervento permetterà di salvare l’azienda, garantendo la continuità del servizio e la salvaguardia di 160 posti di lavoro». Le Rsu non fanno sconti e si dichiarano al di fuori di qualsiasi logica politica: «Come al solito sarebbero i lavoratori a dover pagare le conseguenze di scelte scellerate», sottolineano le rappresentanze unitarie di Cgil, Cisl e Fiadel, «fatte da coloro che, volta per volta, sono stati messi ad amministrare l’azienda. Persone che, una volta finito il loro mandato, tornano a fare i mestieri precedenti, come lo stesso sindaco che, tolta la fascia di primo cittadino, tornerà a fare il medico. A subire un danno enorme saranno, invece, i dipendenti, che restano in azienda in attesa dell’agognata pensione».

L’attuale contratto di servizio tra il Comune e l’Asm è di 14,5 milioni di euro, fermo al 2008 e ritenuto del tutto insufficiente. Anche Federambiente, in uno studio di settore, ha stimato che il passaggio dalla raccolta su strada a quella «porta a porta» avrebbe comportato un aumento dei costi del 20%. Le Rsu di Cgil, Cisl e Fiadel descrivono una situazione pesante: «Gli addetti dell’Asm, che sono stati ridotti da 180 a 160, non percepiscono un euro in più rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro, non essendoci la contrattazione di secondo livello e il salario accessorio. Anzi. A causa dei tagli ai costi del personale, si trovano ad avere buste paga ancora più leggere, tolte le indennità notturne e domenicali. Di contro, sin dalle prime luci del mattino, garantiscono la pulizia del territorio e il servizio di raccolta differenziata porta a porta, che è molto più faticoso della raccolta per strada. Basti pensare», concludono le Rsu, «che un addetto sale e scende dal mezzo in media 300-400 volte al giorno. Con tutte le problematiche facilmente immaginabili». ©RIPRODUZIONE RISERVATA