L’azienda P&A service rischia la chiusura

A luglio la convocazione del consiglio d’amministrazione per decidere il destino del sito industriale. Ciuca (Uilm): pericolo dismissione

AQUILA. Nuovo allarme occupazione nel già martoriato settore industriale aquilano.

Anche la P&A Service di Bazzano, azienda specializzata nell'elettronica, rischia la chiusura. Il gruppo Compel, a cui fa capo lo stabilimento, ha annunciato ai sindacati che a luglio è prevista la convocazione del consiglio di amministrazione, che dovrà esprimersi sul futuro del sito. Un segnale molto preoccupante, secondo la Uilm. Soprattutto perché la P&A Service rappresenta l'ultima sponda a cui potevano aggrapparsi i dipendenti da ricollocare della "sorella" Intercompel, ormai in liquidazione. Oltre ai 36 lavoratori della P&A, ci sono così in ballo altri 50 posti di lavoro, compresi quelli degli addetti della ex Cn-System, già confluiti nelle due aziende di Bazzano.

«Una reazione a catena», commenta Clara Ciuca della Uilm, «che avrà un triste epilogo: ancora tante persone, tutte giovani, che restano senza lavoro. La P&A avrebbe dovuto trainare la ripresa produttiva, una volta liquidata la Intercompel. E avrebbe dovuto riassorbirne parte del personale. Ma rispetto al percorso che ci era stato prospettato, le cose stanno andando ben diversamente. Anche la P&A è a rischio dismissione. La novità è arrivata durante l'ultimo incontro in Provincia per firmare l'accordo sulla mobilità alla Intercompel. In quella sede si doveva parlare anche di un nuovo periodo di cassa integrazione ordinaria dell'unica azienda aquilana del gruppo Compel rimasta in piedi. Invece», sottolinea Ciuca, «ci è stato annunciato che a luglio si riunirà il Cda della casa madre per decidere le sorti della P&A e l'eventuale ricorso alla cassa integrazione straordinaria per crisi strutturale. Una doccia fredda, l'ennesima per questo territorio». È solo di qualche giorno fa la notizia del vento di crisi che spira anche sul laboratorio Technolabs. Un fiore all'occhiello nel campo della ricerca elettronica, che un anno fa è passato proprio dal gruppo Compel alla Intecs Spa. «La nuova proprietà», aggiunge Ciuca, «è sbarcata all'Aquila in pompa magna, sbandierando prospettive da 60 milioni di euro di fatturato. Una scena già vista, con aziende che arrivano nel territorio, promettono e poi nell'arco di poco tempo lasciano a casa centinaia di lavoratori. Dopo meno di 12 mesi, la Intecs prima ha disdetto la contrattazione di secondo livello, parlando di riduzione del costo del lavoro. Poi ci ha informato che farà ricorso a 13 settimane di cassa integrazione, a rotazione, per 35 dipendenti. Ha imboccato una strada pericolosa, probabilmente condizionata dalla situazione in cui si trova Finmeccanica, per cui lavora. Non ha neanche rispettato gli accordi", conclude Ciuca, "che prevedevano il trasferimento di commesse alla P&A che, guarda caso, ora rischia la chiusura".

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA