La cantante Molinari scampata alla carneficina di New Orleans: “Illesi per caso”
Alle 3.16 del 1° gennaio, un pick, guidato dal 42enne Shamsud-Din Jabbar, stava transitando a passo d’uomo proprio in Boulevard street. All’improvviso, il mezzo accelera in direzione della folla falciando tutti quelli che si trovano sulla sua traiettoria
L’AQUILA. L’attentatore di New Orleans rischiava di colpire anche L’Aquila e una delle sue figlie più note. La cantante Simona Molinari stava infatti trascorrendo il Capodanno in Louisiana insieme ad alcuni familiari, nella stessa città considerata tra le capitali della musica mondiale. Con una storia postata sul suo profilo Instagram l’artista cresciuta in città ha voluto così rassicurare quanti si sono preoccupati per la sua incolumità e quella dei suoi cari, una volta venuti a conoscenza dell’accaduto e dell’entità della strage.
IL MESSAGGIO AI FAN
«Volevo rassicurare tutti coloro che mi stanno chiedendo, che stiamo bene», si legge infatti sul profilo di Simona Molinari. «Una parte di noi era appena tornata a casa, un’altra parte aveva appena girato l’angolo. Ma in effetti eravamo tutti su Barboun Street», il luogo dove si è consumato l’attentato. «Sono addolorata per le persone che hanno perso la vita», ha concluso la cantante aquilana, evidentemente scossa, ma fortunatamente incolume. Un sospiro di sollievo anche per il padre Domenico, che con un post sui social ha a sua volta rassicurato: «A New Orleans Simona e famiglia stavano per essere coinvolti nell’attentato. Siamo stati fortunati. La vita ci sorride ancora. Erano proprio lì, ma erano andati via poco prima. Un pensiero va a tutti coloro che non sono stati fortunati come noi».
L’ATTENTATO
Quello a cui Simona e i suoi familiari sono scampati – tra chi è rincasato pochi minuti prima e chi aveva invece soltanto svoltato l’angolo – si è poi rivelata una carneficina, il cui esito, stando alle indagini tuttora in corso, poteva configurarsi come una vera e propria ecatombe. Alle 3.16 del 1° gennaio, un pick up di colore bianco, guidato dal 42enne Shamsud-Din Jabbar, stava transitando a passo d’uomo proprio in Boulevard street. Le immagini che puntavano sulla strada, poi rese pubbliche, hanno catturato il momento in cui, all’improvviso, il mezzo accelera in direzione della folla falciando tutti quelli che si trovano sulla sua traiettoria. Decine le persone colpite, con i testimoni che hanno poi riferito di aver visto volare in aria la gente come se si fosse in un film. Jabbar, cittadino statunitense nonché veterano dell’esercito, ha poi terminato la sua folle corsa schiantandosi contro una gru dopo aver colpito quante più persone poteva. Quindi è sceso dal pick up, ha imbracciato un fucile d’assalto, ma è stato abbattuto dal fuoco degli agenti subito intervenuti prima che il killer potesse infierire ulteriormente sulla folla.
L’Fbi ha intanto rettificato il bilancio della strage, che oggi parla di 14 morti e 35 feriti. Tra le vittime accertate, la 18enne Nikyra Dedeaux, investita in pieno e scaraventata a nove metri di distanza dall’amico con cui stava festeggiando l’arrivo del nuovo anno, illeso e ancora sotto choc. Oppure Reggie Hunter, 37 anni, che aveva lavorato fino a tardi e stava raggiungendo suo cugino per un brindisi di buon auspicio. Lascia due figli. O anche Nicole Perez, 20 anni, madre single di un bimbo di 4, che si stava rimboccando le maniche pur di garantirgli un futuro dignitoso, al punto da aver appena ottenuto una promozione, come ricordano i suoi datori di lavoro.
LE ULTIME SULLa strage
Sono intanto spuntati diversi video registrati dall’attentatore poco prima del suo folle gesto, dai quali si evince come il 42enne sostenesse di essersi affiliato all’Isis. Nel mezzo usato per la strage è stata poi rinvenuta una bandiera islamica, oltre a due ordigni rudimentali. Gli investigatori per ora escludono possa aver agito con la complicità di qualcuno. Anche se è di ieri la notizia del ritrovamento di altri due ordigni inesplosi piazzati dall’attentatore nel vicino quartiere francese, cosa che avrebbe potuto far impennare il già grave bilancio della strage.
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