Lettere è ancora senza sede
Il preside: vogliamo certezze sul futuro della facoltà.
L’AQUILA. «L’attaccamento dei nostri studenti alla facoltà e alla città non può essere ulteriormente strapazzato con il rinvio sine die dell’indicazione del luogo in cui continuare la nostra attività istituzionale per il prossimo anno accademico». Questo il contenuto della lettera aperta, inviata a studenti e docenti, dal preside della facoltà di Lettere e filosofia Giannino Di Tommaso. Un’iniziativa volta ad accelerare una decisione sulla sede dove poter ricollocare il polo umanistico dell’ateneo, le cui strutture sono state distrutte dal terremoto. «Come ricordate» scrive il preside Giannino Di Tommaso «alla nostra manifestazione inscenata per sollecitare l’assegnazione di una sede, seguì l’impegno del sindaco Massimo Cialente e del prefetto Franco Gabrielli a rinunciare, a vantaggio della facoltà di Lettere e filosofia, alla richiesta (per i loro uffici) della sede da noi individuata negli immobili dell’ex tribunale dei minori, in via Acquasanta.
Anche da parte del vice commissario del dipartimento di Protezione civile c’è stata una favorevole disponibilità nei nostri confronti. E sulla stessa linea si è pronunciato il vice presidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis. Desidero esprimere, a nome dell’intera facoltà, il più caloroso ringraziamento alle autorità che ci stanno generosamente supportando. Ho avuto modo di specificare a tutti gli interlocutori, che la nostra facoltà avrebbe risolto il suo problema più impellente attraverso l’individuazione della sede. Il tutto dandone immediata informazione agli studenti, il cui attaccamento alla facoltà e alla città dell’Aquila, però non può essere ulteriormente strapazzato con il rinvio sine die dell’indicazione del luogo in cui poter operare». La sede individuata è quella di due palazzine all’ex istituto penitenziario minorile.
«Edifici» aggiunge il preside «che hanno anche bisogno di interventi che li rendano adatti ai nostri scopi e perciò risulta urgente che ci sia un atto ufficiale di attribuzione alla facoltà». Per Di Tommaso «è ormai improrogabile che, a oltre due mesi e mezzo dal sisma, ci sia la certezza della sede. E ciò per metterci in condizione di organizzarci». Nel frattempo la facoltà ha previsto, sulla scorta degli spazi disponibili, una distribuzione dei vari uffici. «Sappiamo degli immensi problemi che il sisma ha prodotto e della correlativa necessità di farvi fronte. E tuttavia» conclude «la nostra facoltà non può più attendere, se non a scapito della propria credibilità e dissipando l’inestimabile patrimonio di stima e di affetto dei suoi studenti. Mi è stato chiesto di pazientare fino a fine mese e confido che entro tale data avremo finalmente la risposta definitiva che tutti auspichiamo».
Anche da parte del vice commissario del dipartimento di Protezione civile c’è stata una favorevole disponibilità nei nostri confronti. E sulla stessa linea si è pronunciato il vice presidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis. Desidero esprimere, a nome dell’intera facoltà, il più caloroso ringraziamento alle autorità che ci stanno generosamente supportando. Ho avuto modo di specificare a tutti gli interlocutori, che la nostra facoltà avrebbe risolto il suo problema più impellente attraverso l’individuazione della sede. Il tutto dandone immediata informazione agli studenti, il cui attaccamento alla facoltà e alla città dell’Aquila, però non può essere ulteriormente strapazzato con il rinvio sine die dell’indicazione del luogo in cui poter operare». La sede individuata è quella di due palazzine all’ex istituto penitenziario minorile.
«Edifici» aggiunge il preside «che hanno anche bisogno di interventi che li rendano adatti ai nostri scopi e perciò risulta urgente che ci sia un atto ufficiale di attribuzione alla facoltà». Per Di Tommaso «è ormai improrogabile che, a oltre due mesi e mezzo dal sisma, ci sia la certezza della sede. E ciò per metterci in condizione di organizzarci». Nel frattempo la facoltà ha previsto, sulla scorta degli spazi disponibili, una distribuzione dei vari uffici. «Sappiamo degli immensi problemi che il sisma ha prodotto e della correlativa necessità di farvi fronte. E tuttavia» conclude «la nostra facoltà non può più attendere, se non a scapito della propria credibilità e dissipando l’inestimabile patrimonio di stima e di affetto dei suoi studenti. Mi è stato chiesto di pazientare fino a fine mese e confido che entro tale data avremo finalmente la risposta definitiva che tutti auspichiamo».