Macerie, licenziati sei operatori
Il paradosso della paralisi nel cantiere più grande d’Europa Fabiani (Asm): «Gli enti pubblici appaltano ai privati»
L’AQUILA. Tante macerie da rimuovere, ma niente lavoro per gli operai dell’Asm. Su 24 addetti al servizio, a 6 non è stato rinnovato il contratto. E altri 6 andranno a casa la prossima settimana. Una situazione paradossale, secondo il presidente dell’azienda Luigi Fabiani, e tragica per i lavoratori licenziati, che minacciano azioni di protesta, domani, davanti alla sede del Comune. Sono padri di famiglia, esasperati, che non riescono ad andare avanti, in una città dove la disoccupazione è ormai dilagante. Hanno lavorato finora con contratti a tempo all’Asm, che li ha assunti tramite agenzia interinale. Ma ora il lavoro non c’è più, nonostante le demolizioni proseguano a spron battuto. E allora dov’è l’inghippo? Lo spiega il presidente Fabiani. «In questi giorni sto raccogliendo personalmente lo sfogo dei lavoratori a cui non è stato rinnovato il contratto. Ma come Asm abbiamo le mani legate. Il fatto è che gli enti pubblici, e il Comune in prima fila, continuano a dare in appalto le demolizioni e le selezioni dei materiali ai privati. A noi resta solo il trasporto e lo smaltimento delle macerie, per cui servono al massimo 5 operai. La prossima settimana, dopo i primi 6 già licenziati, toccherà ad altri 6, sui complessivi 24 addetti a questo servizio. E pensare che lo scorso dicembre alle macerie stavano lavorando 162 persone». Fabiani parla di «responsabilità pesanti». E punta il dito verso il Comune, il Provveditorato alle Opere Pubbliche, l’Ater e altri enti. «La legge 39 del decreto Abruzzo», precisa il presidente dell’Asm, «prevedeva espressamente che quando la stazione appaltante il servizio di demolizione e rimozione delle macerie era pubblica, come nel caso di Comune o Provveditorato, si doveva utilizzare la filiera pubblica, e cioè i vigili del fuoco, l’esercito e l’Asm, che ha i mezzi e le professionalità. Ma questo non si sta facendo. Si preferisce dare l’appalto alle ditte private. Faccio un esempio: il Comune ha in cantiere 24 interventi, di cui la metà è stata già affidata a privati, per quanto riguarda la demolizione e la selezione dei materiali. Lo stesso stanno facendo il Provveditorato alle Opere Pubbliche e l’Ater. Mi chiedo con quali criteri e soprattutto cosa ne pensi il manager della ricostruzione Paolo Aielli. Mi dispiace essere costretto a mandare a casa gli operai», conclude Fabiani, «ma la realtà è che l’Asm non ha lavoro, nonostante ci siano tutti i presupposti». Gli addetti Asm finora sono stati impiegati nei cantieri di demolizione della vecchia caserma dei vigili del fuoco e del tribunale. Dovevano partire i lavori anche all’ex sede Anas di via XX Settembre ma c'è stato uno slittamento di 20 giorni. Nel frattempo, 6 persone sono state licenziate e si dicono pronte a tutto, anche ad azioni eclatanti, per richiamare l’attenzione sulla loro vicenda. Domattina probabilmente insceneranno una manifestazione di protesta davanti alla sede del Comune, a Villa Gioia, chiedendo di essere ricevuti da Cialente. Lo stesso sindaco non nasconde che «sul fronte delle macerie ci sono dei problemi, di cui ho già parlato con il prefetto Tronca e anche la Regione deve fare la sua parte».
Romana Scopano
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