Mafia nigeriana, il processo in Cassazione 

Giovedì l’udienza a carico dei sei imputati di associazione per delinquere. In appello ridotte le pene

L’AQUILA. È fissata per giovedì 14 marzo, davanti alla Corte di Cassazione, l’udienza del procedimento a carico dei sei imputati della cosiddetta mafia nigeriana, nell’inchiesta denominata “Black Axe” che aveva toccato anche L’Aquila.
In primo grado gli imputati erano stati ritenuti colpevoli del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso per truffe, indebito utilizzo di carte clonate e passaporti falsi, oltre allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione.
In Appello le pene erano state ridotte perché secondo i giudici non c’era, in capo a tutti gli imputati, il più grave reato di associazione di stampo mafioso.
Contro la decisione dell’Assise del secondo grado di giudizio, il procuratore generale della Corte d’Appello ha presentato ricorso per Cassazione.
Nell’udienza del 14 marzo le difese degli imputati, tra i quali verrà giudicato il vice capo del sodalizio nigeriano, assistito dall’avvocato Carlotta Ludovici, chiederanno il rigetto del ricorso presentato dalla Procura generale della Corte d’Appello.
«Si ritiene che la sentenza, già riformata in parte, sia corretta in termini giuridici e fattuali; pertanto, si auspica che la suprema Corte di Cassazione confermi la decisione adottata nel secondo grado di giudizio e le relative pene comminate, già in massima parte scontate in presofferto cautelare», sottolinea l’avvocato Ludovici.
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