sindacati mobilitati
Marelli, si allarga la protesta sui nuovi turni di lavoro
SULMONA. Dopo lo sciopero in massa dei giorni scorsi organizzato dalla Fiom-Cgil, anche le altre sigle sindacali si schierano contro i nuovi turni alla Magneti Marelli. «Il malessere espresso in...
SULMONA. Dopo lo sciopero in massa dei giorni scorsi organizzato dalla Fiom-Cgil, anche le altre sigle sindacali si schierano contro i nuovi turni alla Magneti Marelli. «Il malessere espresso in questi giorni dai lavoratori dello stabilimento Sistemi Sospensioni Sulmona è da tempo a noi noto» intervengono Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Rsa «sono mesi che abbiamo denunciato le problematiche. Riteniamo che sia stato determinato dalla gestione dei lavoratori e della produzione».
L’aumento del lavoro è strettamente legato alla marcia in più messa dalla Sevel, per cui lo stabilimento sulmonese produce componenti e pezzi. La produzione nella fabbrica di Atessa è salita a 1.160 furgoni al giorno, con circa 3mila veicoli in più al mese rispetto all’anno scorso. Una ripresa importante per il mercato dell’auto in forte crisi fino a qualche tempo fa, ma che sta generando malcontento nella fabbrica sulmonese più grossa del territorio coi suoi 636 occupati. Al centro della protesta continuano a restare i nuovi i turni, entrati in vigore da ottobre scorso sul modello americano. La rivoluzione d’Oltreoceano nel gruppo Fca (Fiat Chrysler Automobiles) prevede l’inserimento dei sabati e delle domeniche all’interno dei giorni lavorativi, che porta la settimana dai 15 turni canonici ai minimo 18 o massimo 20. Dunque, più lavoro per le tute blu sulmonesi con aumenti in busta paga, con la domenica che viene calcolata come un giorno festivo e la maggiorazione che ne consegue sullo stipendio. Questo perché, in base alla nuova organizzazione aziendale, si lavora di mattina, pomeriggio e notte non più soltanto dal lunedì al venerdì (dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6), ma anche il sabato e la domenica, con due giorni di riposo a settimana non sempre consecutivi. Dopo sei giorni di mattina, si finisce di lavorare alle 14 del sabato e si ricomincia con la notte alle 22 della domenica. Turni troppo ravvicinati e stressanti per lavoratori e sindacati. «Abbiamo richiesto ripetutamente alla direzione aziendale che la gestione dei 18 turni fosse organizzata in modo tale da consentire un minor carico di lavoro sulla pelle dei lavoratori», aggiungono dalla Fim-Cisl, Uilm-Uil e Ugl, «purtroppo registriamo che il mancato ascolto ha causato una situazione di assoluta incapacità gestionale dell’officina portando i lavoratori a uno stato di legittima esasperazione. Pertanto riteniamo che non sia più rinviabile l’apertura di un confronto immediato con la direzione aziendale e ci dichiariamo indisponibili a qualsiasi discussione che non conduca alla soluzione delle problematiche esposte».
Federica Pantano
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