Metropolitana, il Comune vuole vendere i pezzi

Già avviato lo smantellamento dei pali lungo una parte del tracciato Al lavoro due consulenti per risolvere il contenzioso con il consorzio Cgrt

L’AQUILA. I quadri elettrici, gli scambi, i pali e chilometri di fili di rame: tutto da vendere. O meglio da “svendere”. È questo ciò che il Comune intende fare di ciò che resta della metropolitana di superficie, la grande incompiuta voluta dall’ex sindacoTempesta, un investimento da 33 milioni di euro ridotto ora a ferro vecchio da vendere al più presto a metro o a peso. L’amministrazione comunale pubblicherà degli avvisi ai quali potranno rispondere in particolare le città dotate già di metropolitana di superficie, o che ne stanno realizzando una, come Mestre e Padova. La storia senza fine della metro che avrebbe dovuto raggiungere il cuore della città deve arrivare a soluzione nel più breve tempo possibile. Questo è l’obiettivo dell’amministrazione Cialente, che sta concentrando i suoi sforzi per definire tutti i debiti fuori bilancio che pesano sulla situazione finanziaria del Comune, non solo quelli relativi alla metropolitana. Due le linee su cui si sta operando in questo caso. Per la procedura d’infrazione europea il capitolo è chiuso. È stato annullato, infatti, il project financing che prevedeva il 60% dell’importo necessario per l’opera finanziato dal Ministero e la parte restante a carico del consorzio Cgrt capitanato dall’imprenditore Eliseo Iannini. «A livello amministrativo per l’Europa il progetto non esiste più», chiarisce il sindaco Massimo Cialente. L’altro problema è chiudere la vicenda con la ditta che sull’opera ha comunque investito fior di quattrini. Come? «Si sta lavorando su un’ipotesi di transazione basata su approfondimenti di carattere giuridico e tecnico», precisa l’assessore alle Opere pubbliche, Alfredo Moroni, riferendosi ai due super consulenti che stanno esaminando il da farsi. I pareri sono attesi a breve e sono ritenuti «fondamentali per poterci muovere in sicurezza», spiega Cialente, «dato che è una questione delicatissima, che potrebbe provocare l’intervento della Corte dei Conti, sulla quale non possiamo più permetterci di spendere soldi e tempo». Insomma, i due consulenti dovranno dire al Comune se e come procedere con la transazione con Iannini, che reclama la restituzione di 14 milioni tra lavori eseguiti e danni per l’opera incompiuta. Ma in base alla relazione fatta fare dal Comune ai suoi tecnici viene fuori una somma da restituire di 5,5 milioni di euro. Ovviamente ancora tutti da confermare. Intanto, il ministero dei Trasporti e delle infrastrutture darà al Comune 6,5 milioni di euro, residuo del finanziamento ministeriale per la realizzazione dell’opera, soldi che andranno al nuovo piano di mobilità urbana (Pum) che prevede anche l’acquisto di bus elettrici e nuove infrastrutture. Il Comune intanto procede smantellando quanto può: pali e in qualche caso anche rotaie lungo via Corrado IV e via Roma.

Marianna Gianforte

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