Minacce, Bernardi (Pd): Giannangeli assessore
Ancora tanti messaggi di solidarietà al legale del Centro antiviolenza L’Ordine degli Avvocati: atto intimidatorio segno di degrado civile e morale
L’AQUILA. Simona Giannangeli assessore comunale. La proposta arriva dal consigliere comunale del Pd Antonello Bernardi che, in una lettera al sindaco, afferma «di parlare a nome dei tanti che in questi giorni, seppure in occasione di una scellerata minaccia, hanno espresso ammirazione, solidarietà e stima per una donna che, con il suo agire e con la sua comprovata e riconosciuta competenza, è sicuramente un esempio per tutti».
Per Bernardi «va afferrata la concreta opportunità, che si offre alla nostra comunità, di godere di un assessore la cui capacità è ampiamente riconosciuta». L’auspicio, per Bernardi è che «la comunità tutta possa avvalersi della competenza della Giannangeli che, a quanto pare, fa paura. Fa paura a chi ravvisa in lei, legale del Centro antiviolenza, l’avvocato che ha permesso e ottenuto la costituzione di parte civile, a nome e per conto di tutte le donne, nel processo per violenza sessuale a carico di Francesco Tuccia. Fa paura perché dà voce a tutte le donne». Bernardi conclude affermando che «sarebbe un onore avere Giannangeli come assessore. Cosa che metterebbe il nostro Comune, in vista del rimpasto della giunta previsto subito dopo le elezioni, in condizione di potersi avvalere della sua professionalità ed esperienza».
Insomma per il consigliere, che è anche vicecapogruppo del Pd, la Giannangeli potrebbe prendere il posto in giunta dell’assessore alle Politiche sociali Stefania Pezzopane che, a fine mese, lascerà il Comune per il Senato.
Intanto, a intervenire sulle minacce e gli insulti contenuti in un biglietto che la Giannangeli ha trovato venerdì scorso sul parabrezza della sua auto, è anche l’Ordine degli Avvocati. «L’atto intimidatorio nei confronti dell’avvocato Giannangeli è di assoluta gravità e colpisce, seppure indirettamente, tutta l’avvocatura, ledendone la libertà di pensiero e il principio di autodeterminazione dei difensori dei diritti per antonomasia. Quanto accaduto, che non ha precedenti, è segno di degrado civile e morale. Gli avvocati aquilani, il presidente dell’Ordine e i consiglieri tutti esprimono solidarietà e vicinanza alla collega stringendosi a lei nella consapevolezza che non sarà sola nella battaglia per la difesa dei diritti davanti ai giudici e nelle aule di udienza, luogo deputato e unico per la tutela delle posizioni giuridiche e dei diritti dell’uomo. L’avvocatura dovrà essere sempre più coraggiosa per non subìre violenze psicologiche conducendo la professione con dignità e forza. Invitiamo l’autorità giudiziaria a svolgere le indagini per la ricerca dei responsabili di minacce tanto gravi quanto esecrabili».
Carla Liberatore e Leonardo Dongiovanni, rispettivamente presidente e segretario dell’Arcigay aquilana, «esprimono totale solidarietà a Simona Giannangeli, avvocato del Centro antiviolenza, per il grave atto intimidatorio subìto. Simona è il legale che cura gli interessi del Centro antiviolenza da quando questa realtà cittadina è nata. E uno degli obiettivi centrati è stato quello di poter essere parte civile nel processo Tuccia che si è chiuso con la condanna a otto anni dell’imputato. È dovere di tutta la città, di tutti i cittadini e di tutte le forze sociali in campo, restare vicini a questa e ad altre donne coraggiose che meritano ogni rispetto e ogni stima per il loro infaticabile lavoro di civiltà».
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