Molinari: «Avrò qualche impiccio di meno»

Prima omelia dopo l’annuncio dell’avvicendamento: «Non succede niente, sono sempre vescovo»

L’AQUILA. Quando l’Audi scura che trasporta monsignor Giuseppe Molinari e il suo segretario particolare don Alessandro Benzi raggiunge il vialetto del santuario di San Pietro della Jenca, il sito della Curia ha diffuso da poco la notizia dell’accoglimento, da parte del Papa, della sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi per raggiunti limiti di età. Il presule sa bene di lasciarsi alle spalle settimane di notizie e dichiarazioni controverse su quello che sarà il futuro della diocesi, in uno dei momenti più delicati della storia di questa città. Ma il suo volto appare disteso e rassicurante davanti ai presenti: è stato invitato qui per celebrare la prima comunione della piccola Camilla. Un appuntamento a cui Molinari non ha voluto rinunciare, nonostante sia capitato proprio in questa giornata. L’auto si ferma a pochi metri dalla statua di Giovanni Paolo II. Ci mette un po’ per entrare in chiesa, un po’ perché lo zucchetto proprio non vuole saperne di uscire dai sedili (sarà costretto a fare senza), e un po’ perché si ferma a salutare parenti e amici, uno per uno. Una funzione breve, con la proclamazione del Vangelo che narra la presentazione di Gesù al Tempio. Anche l’omelia è piuttosto breve, ma impossibile non far riferimento a quello che sta succedendo in queste ore.

«È un momento particolare ma anche bello della mia vita», sottolinea Molinari. «Vedo che di questo passaggio ne stanno parlando tutti i giornali, ma non è successo niente: io sono vescovo come prima ma non ho più gli “impicci” di prima». Proprio il fatto di trovarsi nella chiesa del borgo ai piedi del Gran Sasso gli offre lo spunto per una riflessione. «Questo santuario è dedicato a Papa Giovanni Paolo II», ricorda, «e io adesso, come il suo successore Benedetto XVI, avrò molto più tempo per restare nel silenzio e nella preghiera. E poi avrò più tempo per gli amici». E proprio mentre la messa volge a conclusione, il sito della Curia divulga un messaggio di saluto che il presule rivolge alla comunità, in attesa dell’arrivo del suo successore Giuseppe Petrocchi. «Dopo il drammatico sisma del 2009 la nostra Chiesa», scrive Molinari, «la nostra città e il nostro territorio hanno sperimentato tanta sofferenza e tanto dolore. Tanti aquilani sono ancora lontani dalla loro città. Molti hanno perso la casa e il lavoro. Molti sono i nostri fratelli e sorelle che nel sisma hanno perduto le persone più care. Possa il nuovo Pastore portare a tutti la parola di Dio che ci illumina, conforta e dona speranza. Possa il nostro Pastore», prosegue il vescovo, «trovare anche una generosa e leale collaborazione in tutte le autorità e in tutti gli uomini e le donne impegnati nell’azione politica». Un nuovo appello all’unità: «In un messaggio ai politici della terra pontina monsignor Petrocchi sottolineava che “per evitare una politica strabica, occorre, da parte di tutti, un serio impegno a promuovere l'unità degli sguardi”. Il che vuol dire: pur muovendo da prospettive diverse mantenere gli occhi fissi sugli stessi obiettivi, proprio perché consensualmente ritenuti essenziali. Infatti, è compito di ogni schieramento – di maggioranza come di opposizione – mettere al primo posto il bene comune. Conosco monsignor Petrocchi da vari anni», conclude. «So che il suo cuore di Pastore è sempre aperto a tutti».

Fabio Iuliano

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