Monumenti e opere, i soldi non arrivano
Si attendono 20 milioni dall’ordinanza, ma solo per Collemaggio ne servono 16.
L’AQUILA. L’arte danneggiata dal terremoto è in gran parte ancora orfana e senza un futuro. Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare forse oggi con un’ordinanza del premier Berlusconi dalla quale si attendono 20 milioni di euro per i beni culturali dell’Aquila. Ma intanto, a più di quattro mesi dal sisma, la situazione per l’arte ferita dell’Abruzzo non è rosea. Non ci sono soldi, al momento, neanche per la messa in sicurezza del patrimonio e niente di concreto è arrivato, per ora, dalla “lista di nozze” lanciata dal presidente del Consiglio per l’adozione di 45 monumenti eccellenti. Francia e Spagna, i Paesi che si sono fatti avanti per la chiesa delle Anime Sante e per il Forte Spagnolo non hanno di fatto ancora concretizzato il loro impegno. Sono chiare, invece, le cifre e i tempi che occorrono per riparare i monumenti andati distrutti. Per la basilica di Collemaggio ci vorranno almeno 16 milioni di euro e cinque anni di lavoro; per la quattrocentesca San Bernardino 20 milioni di più e il doppio del tempo.
Per il Forte Spagnolo si dovranno spendere almeno 50 milioni di euro, con lavori che si prevede possano durare otto anni. Per rimettere in piedi il Palazzo della Prefettura, sbriciolato la notte del 6 aprile dalle scosse del sisma, serviranno almeno 27 milioni con un intervento che impegnerà minimo cinque anni. Tra i Paesi che si erano offerti di resturare i monumenti, appaiono ancora vaghe le intenzioni della Russia per il Barocco Palazzo Ardinghelli e quelle della della Cina per Palazzo Madama Margherita. Così, i soli ad aver messo nero su bianco le loro intenzioni sono i tedeschi, che hanno appena inviato al vice commissario della protezione civile per i beni culturali una lettera nella quale si impegnano per il restauro della chiesa di Onna, quella tra le cui macerie è stato ritrovato un inedito affresco del Quattrocento.
Per affrontare emergenza e messa in sicurezza servirebbero, secondo i tecnici almeno 50 milioni di euro. Ma i 20 milioni che si spera arrivino dall’ordinanza alla quale starebbero lavorando il capo della protezione civile Bertolaso e il premier Berlusconi sarebbero già un primo passo. Per vedere i primi risultati dei restauri comunque c’è tempo. Bene che vada, i primi lavori potrebbero essere avviati nella primavera del 2010. Venticinque milioni di euro, è la cifra che si prevede costerà il restauro del Palazzo che ospitava la biblioteca provinciale, grandiosa costruzione firmata a fine Ottocento dal progettista Alessandro Mancini.
Decisamente impegnativa la ristrutturazione della Cattedrale e del palazzo vescovile, di proprietà della Curia: ricostruita già una volta dopo il terremoto del 1703, la cattedrale duecentesca intitolata ai Santi Massimo e Giorgio ha bisogno di 14,5 milioni di euro, a cui se ne devono aggiungere altri 19,2 per rimettere in piedi l’attiguo palazzo vescovile. Molto meno, ma sempre una bella cifra, 6,5 milioni di euro, servirà per riportare alla sua primitiva bellezza la chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante. Almeno 5,8 milioni serviranno per la Chiesa di Santa Giusta all’Aquila, 4,5 per Santa Maria Paganica sempre all’Aquila, 1,5 per San Pietro a Coppito. Neanche sul fronte dei privati, gli aiuti concreti vanno molto meglio. L’unico impegno certo è quello del World Monuments Fund che, insieme alla Fondazione PescarAbruzzo, si è accollata il restauro dell’Abbazia di San Clemente a Casauria. Il Monte dei Paschi di Siena dovrebbe occuparsi della splendida San Bernardino, ma l’impegno attende un passaggio formale. Adottata con certezza della Regione Veneto, invece, la Chiesa di San Marco.
Per il Forte Spagnolo si dovranno spendere almeno 50 milioni di euro, con lavori che si prevede possano durare otto anni. Per rimettere in piedi il Palazzo della Prefettura, sbriciolato la notte del 6 aprile dalle scosse del sisma, serviranno almeno 27 milioni con un intervento che impegnerà minimo cinque anni. Tra i Paesi che si erano offerti di resturare i monumenti, appaiono ancora vaghe le intenzioni della Russia per il Barocco Palazzo Ardinghelli e quelle della della Cina per Palazzo Madama Margherita. Così, i soli ad aver messo nero su bianco le loro intenzioni sono i tedeschi, che hanno appena inviato al vice commissario della protezione civile per i beni culturali una lettera nella quale si impegnano per il restauro della chiesa di Onna, quella tra le cui macerie è stato ritrovato un inedito affresco del Quattrocento.
Per affrontare emergenza e messa in sicurezza servirebbero, secondo i tecnici almeno 50 milioni di euro. Ma i 20 milioni che si spera arrivino dall’ordinanza alla quale starebbero lavorando il capo della protezione civile Bertolaso e il premier Berlusconi sarebbero già un primo passo. Per vedere i primi risultati dei restauri comunque c’è tempo. Bene che vada, i primi lavori potrebbero essere avviati nella primavera del 2010. Venticinque milioni di euro, è la cifra che si prevede costerà il restauro del Palazzo che ospitava la biblioteca provinciale, grandiosa costruzione firmata a fine Ottocento dal progettista Alessandro Mancini.
Decisamente impegnativa la ristrutturazione della Cattedrale e del palazzo vescovile, di proprietà della Curia: ricostruita già una volta dopo il terremoto del 1703, la cattedrale duecentesca intitolata ai Santi Massimo e Giorgio ha bisogno di 14,5 milioni di euro, a cui se ne devono aggiungere altri 19,2 per rimettere in piedi l’attiguo palazzo vescovile. Molto meno, ma sempre una bella cifra, 6,5 milioni di euro, servirà per riportare alla sua primitiva bellezza la chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante. Almeno 5,8 milioni serviranno per la Chiesa di Santa Giusta all’Aquila, 4,5 per Santa Maria Paganica sempre all’Aquila, 1,5 per San Pietro a Coppito. Neanche sul fronte dei privati, gli aiuti concreti vanno molto meglio. L’unico impegno certo è quello del World Monuments Fund che, insieme alla Fondazione PescarAbruzzo, si è accollata il restauro dell’Abbazia di San Clemente a Casauria. Il Monte dei Paschi di Siena dovrebbe occuparsi della splendida San Bernardino, ma l’impegno attende un passaggio formale. Adottata con certezza della Regione Veneto, invece, la Chiesa di San Marco.