Muore dentro la roulotte
Ucciso dal monossido di carbonio. Grave la moglie.
L’AQUILA. Erano scampati al terremoto del 6 aprile e per paura di altre scosse dormivano ancora nella roulotte pur avendo la casa agibile. Ma le esalazioni della stufa a gas sono state fatali: lui, Alfonso Tursini, 64 anni, gestore di una pizzeria, ex gloria del rugby paganichese, è deceduto nella notte; la moglie Vincenzina Sorbo (63), è ricoverata a Roma in condizioni molto gravi.
LA TRAGEDIA. La tragedia si è consumata l’altra notte in via Madonna d’Appari, a Paganica, zona Peep, dove la coppia stava dormendo davanti alla propria abitazione. L’unica, tra le tante del caseggiato che insiste a pochi metri dalla faglia di Paganica, a essere dichiarata agibile. A scoprire il dramma ieri verso le 10, è stato il figlio maggiore della coppia, Flavio, di 40 anni, che era stato allertato dalla sorella Marilisa (26). «Non si sentivano sicuri in casa» racconta Flavio, «e per questa ragione dopo essere stati a lungo nei due campi di accoglienza di Paganica avevano deciso di acquistare pochi giorni fa una roulotte di seconda mano pagandola cinquemila euro. Nei primi giorni si erano riscaldati con una stufetta elettrica ma ieri sera avevano deciso di utilizzarne una a gas che evidentemente era fuori uso ed essendo vecchia non era dotata dei sistemi di allarme che ora esistono in caso di cattivo funzionamento. «Ieri mattina», ha proseguito Flavio Tursini, «mio padre doveva andare dal medico per una visita cardiologica di controllo.
Mia sorella lo aveva cercato al cellulare, al fine di accordarsi per accompagnarlo senza avere risposta e allora mi ha chiesto di andare da lui. Allarmato mi sono precipitato e spalancando la porta della roulotte ho visto la tragedia. Mio padre riverso a terra con un colorito terreo e mamma agonizzante. Abbiamo chiamato il 118 ma ho capito per che per mio padre era finita». «Lì potevo esserci pure io», prosegue tra le lacrime Flavio, «perchè martedì sera, dopo avere chiuso la nostra pizzeria, sono stato indeciso se tornare a dormire nella roulotte con loro oppure se tornare nell’albergo Michelangelo di Teramo dove sono poi effettivamente andato per poi tornare in mattinata a Paganica».
I SOCCORSI. I soccorsi sono stati immediati e se per Tursini non c’èra nulla da fare si è fatto il possibile per salvare la vita alla signora Vincenzina Sorbo. Dopo un primo ricovero al San Salvatore è stato trasferita in ambulanza in un ospedale specializzato di Roma dove c’è la camera iperbarica che può strapparla alla morte. E’ sottoposta a terapie intensive ma le condizioni sono ancora molto gravi. Sul posto anche Croce Rossa e i carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Maurizio Facchini. La morte, secondo i primi accertamenti, dovrebbe esserci stata diverse ore prima dell’arrivo del figlio della vittima di ritorno da Teramo.
LE INDAGINI. I carabinieri hanno ascoltato soprattutto i familiari di Tursini per avere una idea precisa sulla tenpistica di questa tragedia familiare e hanno esaminato la roulotte che era stata acquistata di recente da un commerciante di automobili usate dell’Aquila. La roulotte, dopo il via libera da parte del sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila Simonetta Ciccarelli per la rimozione della salma, è stata sequestrata. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative sembra che la stufetta sia stata portata nella roulotte dallo stesso Tursini ma sarà l’indagine a chiarire questi aspetti. Oggi si dovrebbe svolgere l’autopsia nell’ospedale di Teramo per ufficializzare la causa del decesso anche se le valutazioni fatte ieri dal medico legale sembrano confermare la tesi di una morta provocata dalle esalazioni di monossido di carbonio. Il tutto forse aggravato dalla patologia cardiaca di cui soffriva la vittima. Le indagini, comunque, sono dirette dal tenente Federica De Leonardis e coordinate dal capitano della Compagnia dell’Aquila Marcello D’Alesio. Per ora è stato aperto un fascicolo contro ignoti.
ABITAZIONE A. Sia i figli della coppia che gli stessi vicini hanno puntato il dito contro la decisione di classificare la loro abitazione come agibile. «E’ vero che non ha lesioni», hanno commentato «ma non è comprensibile come tutte le altre abitazioni che si trovano nelle immediate vicinanze siano state classificate come inagibili in presenza della faglia che passa a pochi metri da quello stabile e che molti dicono essere ancora in movimento». «Da quelle parti» ha spiegato il presidente della circoscrizione di Paganica, Ugo De Paulis «molte abitazioni sono danneggiate e proprio in un piazzale nei pressi dell’abitazione dei Tursini, vari camper hanno trovato alloggio». «Tutta la zona», hanno tenuto a precisare i residenti di via Madonna d’appari, nella zona alta della frazione «è da tenere sotto controllo ancora a lungo.
Anche se va detto che gli stessi componenti della commissione che fece i sopralluoghi hanno elogiato i criteri con i quali queste nostre case, anche quelle inagibili, sono state realizzate sotto il profilo antisismico. Diversamente ci sarebbero stati dei crolli». «La famiglia», spiega l’avvocato Luciano Bontempo del foro dell’Aquila, «dopo il primo sopralluogo che qualificò la loro abitazione come agibile, ne ha chiesto e ottenuto un secondo che ha avuto un esito analogo. A quel punto, vista la comprensibille ostilità a tornare a viverci ed essendo stati esclusi dalle tendopoli, avevamo concordato l’ipotesi di inoltrare un ricorso amministrativo al Tar per annullare quelle decisioni che ancora non abbiamo presentato.
Spetta ora ai figli di decidere se è il caso di coltivare o meno questo proposito». «L’evento che ha travolto la famiglia Tursini, al quale partecipo esprimendo un profondo sentimento di cordoglio», ha concluso il legale, «poteva essere evitato se solo al già deleterio diniego dei propri diritti non si fosse aggiunta anche la crudeltà della sorte». «Ogni presunta negligenza e responsabilità per quanto accaduto» ha concluso l’avvocato Bontempo «sarà portata al vaglio della magistratura inquirente».
LA TRAGEDIA. La tragedia si è consumata l’altra notte in via Madonna d’Appari, a Paganica, zona Peep, dove la coppia stava dormendo davanti alla propria abitazione. L’unica, tra le tante del caseggiato che insiste a pochi metri dalla faglia di Paganica, a essere dichiarata agibile. A scoprire il dramma ieri verso le 10, è stato il figlio maggiore della coppia, Flavio, di 40 anni, che era stato allertato dalla sorella Marilisa (26). «Non si sentivano sicuri in casa» racconta Flavio, «e per questa ragione dopo essere stati a lungo nei due campi di accoglienza di Paganica avevano deciso di acquistare pochi giorni fa una roulotte di seconda mano pagandola cinquemila euro. Nei primi giorni si erano riscaldati con una stufetta elettrica ma ieri sera avevano deciso di utilizzarne una a gas che evidentemente era fuori uso ed essendo vecchia non era dotata dei sistemi di allarme che ora esistono in caso di cattivo funzionamento. «Ieri mattina», ha proseguito Flavio Tursini, «mio padre doveva andare dal medico per una visita cardiologica di controllo.
Mia sorella lo aveva cercato al cellulare, al fine di accordarsi per accompagnarlo senza avere risposta e allora mi ha chiesto di andare da lui. Allarmato mi sono precipitato e spalancando la porta della roulotte ho visto la tragedia. Mio padre riverso a terra con un colorito terreo e mamma agonizzante. Abbiamo chiamato il 118 ma ho capito per che per mio padre era finita». «Lì potevo esserci pure io», prosegue tra le lacrime Flavio, «perchè martedì sera, dopo avere chiuso la nostra pizzeria, sono stato indeciso se tornare a dormire nella roulotte con loro oppure se tornare nell’albergo Michelangelo di Teramo dove sono poi effettivamente andato per poi tornare in mattinata a Paganica».
I SOCCORSI. I soccorsi sono stati immediati e se per Tursini non c’èra nulla da fare si è fatto il possibile per salvare la vita alla signora Vincenzina Sorbo. Dopo un primo ricovero al San Salvatore è stato trasferita in ambulanza in un ospedale specializzato di Roma dove c’è la camera iperbarica che può strapparla alla morte. E’ sottoposta a terapie intensive ma le condizioni sono ancora molto gravi. Sul posto anche Croce Rossa e i carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Maurizio Facchini. La morte, secondo i primi accertamenti, dovrebbe esserci stata diverse ore prima dell’arrivo del figlio della vittima di ritorno da Teramo.
LE INDAGINI. I carabinieri hanno ascoltato soprattutto i familiari di Tursini per avere una idea precisa sulla tenpistica di questa tragedia familiare e hanno esaminato la roulotte che era stata acquistata di recente da un commerciante di automobili usate dell’Aquila. La roulotte, dopo il via libera da parte del sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila Simonetta Ciccarelli per la rimozione della salma, è stata sequestrata. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative sembra che la stufetta sia stata portata nella roulotte dallo stesso Tursini ma sarà l’indagine a chiarire questi aspetti. Oggi si dovrebbe svolgere l’autopsia nell’ospedale di Teramo per ufficializzare la causa del decesso anche se le valutazioni fatte ieri dal medico legale sembrano confermare la tesi di una morta provocata dalle esalazioni di monossido di carbonio. Il tutto forse aggravato dalla patologia cardiaca di cui soffriva la vittima. Le indagini, comunque, sono dirette dal tenente Federica De Leonardis e coordinate dal capitano della Compagnia dell’Aquila Marcello D’Alesio. Per ora è stato aperto un fascicolo contro ignoti.
ABITAZIONE A. Sia i figli della coppia che gli stessi vicini hanno puntato il dito contro la decisione di classificare la loro abitazione come agibile. «E’ vero che non ha lesioni», hanno commentato «ma non è comprensibile come tutte le altre abitazioni che si trovano nelle immediate vicinanze siano state classificate come inagibili in presenza della faglia che passa a pochi metri da quello stabile e che molti dicono essere ancora in movimento». «Da quelle parti» ha spiegato il presidente della circoscrizione di Paganica, Ugo De Paulis «molte abitazioni sono danneggiate e proprio in un piazzale nei pressi dell’abitazione dei Tursini, vari camper hanno trovato alloggio». «Tutta la zona», hanno tenuto a precisare i residenti di via Madonna d’appari, nella zona alta della frazione «è da tenere sotto controllo ancora a lungo.
Anche se va detto che gli stessi componenti della commissione che fece i sopralluoghi hanno elogiato i criteri con i quali queste nostre case, anche quelle inagibili, sono state realizzate sotto il profilo antisismico. Diversamente ci sarebbero stati dei crolli». «La famiglia», spiega l’avvocato Luciano Bontempo del foro dell’Aquila, «dopo il primo sopralluogo che qualificò la loro abitazione come agibile, ne ha chiesto e ottenuto un secondo che ha avuto un esito analogo. A quel punto, vista la comprensibille ostilità a tornare a viverci ed essendo stati esclusi dalle tendopoli, avevamo concordato l’ipotesi di inoltrare un ricorso amministrativo al Tar per annullare quelle decisioni che ancora non abbiamo presentato.
Spetta ora ai figli di decidere se è il caso di coltivare o meno questo proposito». «L’evento che ha travolto la famiglia Tursini, al quale partecipo esprimendo un profondo sentimento di cordoglio», ha concluso il legale, «poteva essere evitato se solo al già deleterio diniego dei propri diritti non si fosse aggiunta anche la crudeltà della sorte». «Ogni presunta negligenza e responsabilità per quanto accaduto» ha concluso l’avvocato Bontempo «sarà portata al vaglio della magistratura inquirente».