Nelle tende ancora 1.600 persone
Ipsiasar, protestano i docenti: doppi turni e classi divise in quattro sedi.
L’AQUILA. Sono ancora 1.657 gli sfollati ospitati nelle 34 tendopoli non smantellate. Un numero decisamente alto rispetto alle previsioni fatte alcune settimane fa dalla Protezione civile che contava di chiudere tutte le aree di accoglienza almeno entro la fine di ottobre (inizialmente la data prevista era quella del 30 settembre). Così, invece, non è stato anche per il no di tanti sfollati ad accettare il trasferimento in alberghi lontani anche cento chilometri dall’Aquila. In molte delle tendopoli ancora attive sono state comunque smantellate le cucine, cosicché i pasti vengono distribuiti da una società esterna.
PROTESTE ALL’IPSIASAR. Docenti e personale Ata dell’Ipsiasar denunciano le difficoltà di una situazione «divenuta insostenibile per la mancata realizzazione del musp destinato alla scuola. Le rassicurazioni delle autorità competenti» affermano «ci hanno indotto ad accettare una grave ingiustizia nei confronti dei nostri studenti. La scuola per noi, ora ospiti dell’Itis, ha avuto inizio il 28 settembre e con appena 3 ore di lezioni pomeridiane. Cosa che ha fatto registrare un numero elevato di assenze, motivate da orari dei mezzi di trasporto che non corrispondono a quello delle lezioni. Dalla prossima settimana alcuni indirizzi verranno spostati in altre sedi. Ciò migliora la situazione degli alunni, ma aggrava l’organizzazione della scuola che si troverà ad operare su 4 sedi prive di laboratori. Vigileremo, e questa volta non resteremo composti e rispettosi» concludono i docenti e il personale Ata «affinché le istituzioni rispettino gli impegni assunti circa la consegna del musp entro il 30 novembre».
POSTE. Trenta euro. È questa la cifra che le Poste richiedono agli utenti che hanno la necessità di cambiare il recapito della corrispondenza. «Un balzello odioso» afferma un cittadino che chiede l’intervento delle istituzioni.
PROTESTE ALL’IPSIASAR. Docenti e personale Ata dell’Ipsiasar denunciano le difficoltà di una situazione «divenuta insostenibile per la mancata realizzazione del musp destinato alla scuola. Le rassicurazioni delle autorità competenti» affermano «ci hanno indotto ad accettare una grave ingiustizia nei confronti dei nostri studenti. La scuola per noi, ora ospiti dell’Itis, ha avuto inizio il 28 settembre e con appena 3 ore di lezioni pomeridiane. Cosa che ha fatto registrare un numero elevato di assenze, motivate da orari dei mezzi di trasporto che non corrispondono a quello delle lezioni. Dalla prossima settimana alcuni indirizzi verranno spostati in altre sedi. Ciò migliora la situazione degli alunni, ma aggrava l’organizzazione della scuola che si troverà ad operare su 4 sedi prive di laboratori. Vigileremo, e questa volta non resteremo composti e rispettosi» concludono i docenti e il personale Ata «affinché le istituzioni rispettino gli impegni assunti circa la consegna del musp entro il 30 novembre».
POSTE. Trenta euro. È questa la cifra che le Poste richiedono agli utenti che hanno la necessità di cambiare il recapito della corrispondenza. «Un balzello odioso» afferma un cittadino che chiede l’intervento delle istituzioni.