Niente libertà per Mileti e D’Alesio
I giudici del Riesame hanno bocciato il ricorso contro i domiciliari.
L’AQUILA. Restano ai domiciliari l’ex assessore regionale di Forza Italia, Italo Mileti, e l’ex amministratore della Fira Servizi, Claudio D’Alesio, arrestati per millantato credito nell’ambito dell’inchiesta «Ground zero» relativa alla gara di appalto per la costruzione della nuova sede degli uffici della Asl dell’Aquila.
Si tratta, in particolare, degli uffici amministrativi che furono distrutti dal terremoto del 6 aprile scorso.
Lo ha deciso il tribunale del Riesame dell’Aquila, presieduto dal giudice Giansaverio Cappa, che ha respinto il ricorso presentato dalla difesa contro l’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis.
Secondo quanto riferito ieri da uno dei due avvocati degli indagati ricorrenti, il legale Giuseppe Cichella del foro di Pescara, entro cinque giorni si conosceranno le motivazioni alla base del diniego della libertà. Una volta rese note queste ragioni, sarà possibile, se lo si riterrà opportuno, inoltrare ricorso in Cassazione.
Nella stessa inchiesta, coordinata dal pm Gennaro Varone, sono indagati per corruzione aggravata anche l’assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni e l’ex manager della Asl aquilana, Roberto Marzetti.
Mileti e D’Alesio, secondo accuse ancora tutte da dimostrare, avevano operato a lungo per cercare di ottenere dei vantaggi da questa ricostruzione superando le complesse procedure di garanzia previsti dagli appalti pubblici. Infatti tramite un provvedimento della Protezione civile la Asl del capoluogo di regione si sarebbe potuto affidare i lavori di costruzione dei nuovi uffici con procedura urgente saltando alcuni passaggi e, dunque, con una certa libertà di manovra. Di lì l’accusa di millantato credito per illecita intermediazione verso pubblici ufficiali che poggia su un notevole quantitativo di intercerttazioni.
La scarcerazione era stata decisa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pescara il 26 novembre sulla scorta della attenuazione delle esigenze cautelari, opinione condivisa anche dalla procura di Pescara.
Ma non è finita qui. Infatti il 31 dicembre, sempre davanti al tribunale del riesame dell’Aquila, si discuterà un appello presentato dall’altro legale, l’avvocato Francesco Silvestri del foro dell’Aquila.
Di fatto è stato impugnato il provvedimento di trasformazione da custodia cautelare in carcere ai domiciliari per i due sospettati. È verosimile che in quella occasione ci possa essere un collegio diverso da quello che ieri ha negato la libertà a Mileti e D’Alesio.
Si tratta, in particolare, degli uffici amministrativi che furono distrutti dal terremoto del 6 aprile scorso.
Lo ha deciso il tribunale del Riesame dell’Aquila, presieduto dal giudice Giansaverio Cappa, che ha respinto il ricorso presentato dalla difesa contro l’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis.
Secondo quanto riferito ieri da uno dei due avvocati degli indagati ricorrenti, il legale Giuseppe Cichella del foro di Pescara, entro cinque giorni si conosceranno le motivazioni alla base del diniego della libertà. Una volta rese note queste ragioni, sarà possibile, se lo si riterrà opportuno, inoltrare ricorso in Cassazione.
Nella stessa inchiesta, coordinata dal pm Gennaro Varone, sono indagati per corruzione aggravata anche l’assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni e l’ex manager della Asl aquilana, Roberto Marzetti.
Mileti e D’Alesio, secondo accuse ancora tutte da dimostrare, avevano operato a lungo per cercare di ottenere dei vantaggi da questa ricostruzione superando le complesse procedure di garanzia previsti dagli appalti pubblici. Infatti tramite un provvedimento della Protezione civile la Asl del capoluogo di regione si sarebbe potuto affidare i lavori di costruzione dei nuovi uffici con procedura urgente saltando alcuni passaggi e, dunque, con una certa libertà di manovra. Di lì l’accusa di millantato credito per illecita intermediazione verso pubblici ufficiali che poggia su un notevole quantitativo di intercerttazioni.
La scarcerazione era stata decisa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pescara il 26 novembre sulla scorta della attenuazione delle esigenze cautelari, opinione condivisa anche dalla procura di Pescara.
Ma non è finita qui. Infatti il 31 dicembre, sempre davanti al tribunale del riesame dell’Aquila, si discuterà un appello presentato dall’altro legale, l’avvocato Francesco Silvestri del foro dell’Aquila.
Di fatto è stato impugnato il provvedimento di trasformazione da custodia cautelare in carcere ai domiciliari per i due sospettati. È verosimile che in quella occasione ci possa essere un collegio diverso da quello che ieri ha negato la libertà a Mileti e D’Alesio.