«No al Corano nelle scuole»
L’arcivescovo: non è questa la strada dell’integrazione.
L’AQUILA. «L’insegnamento della religione islamica nelle scuole? Una proposta davvero bizzarra da parte di qualche politico che evidentemente non conosce neppure i dati sugli alunni che scelgono l’ora di religione cattolica». L’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, boccia così la proposta di introdurre, nelle scuole pubbliche, l’insegnamento della religione islamica. «Non è questa» afferma Molinari «la strada dell’integrazione».
Dalle pagine dell’ultimo numero di «Vola L’Aquila», il bollettino dell’Arcidiocesi, monsignor Molinari lancia una dura reprimenda.
«Un’altra strana proposta di questi giorni» scrive l’arcivescovo «arriva da un rappresentante del Governo e da due fondazioni vicine a esponenti politici sia della destra e che della sinistra: l’ora di religione islamica accanto all’insegnamento di quella cattolica. E’ difficile capire a quale necessità rispondano queste proposte. A volte si ha l’impressione che dietro alcune dichiarazioni, come quella dell’insegnamento dell’Islam, non ci sia altro che la volontà di accendere qualche miccia e alzare un nuovo polverone».
L’introduzione nella scuola pubblica dell’ora di religione islamica è stata accostata alla necessità di favorire l’integrazione degli immigrati e di dare pari dignità a tutte le religioni davanti allo Stato, che è laico e non confessionale.
«Motivazioni», sottolinea Molinari, «che non possono essere di supporto alla proposta di affiancare lo studio dell’Islam alla religione cattolica. Forse lo Stato, proponendo l’insegnamento della religione cattolica, peraltro in modo facoltativo, privilegia una religione rispetto a un’altra. Più semplicemente cerca di trasmettere alle generazioni future il patrimonio culturale del nostro Paese, che è fatto di duemila anni di cristianesimo. Si potrà favorire l’integrazione degli immigrati approfondendo la religione islamica o lasciandoli all’oscuro delle nostre radici e, quindi, di parte del nostro patrimonio culturale».
Secondo Molinari, che in più occasione è sceso in campo affrontando temi sociali e di scottante attualità, dalla politica, al lavoro e alla scuola, «bisogna pensare in modo diverso all’integrazione degli stranieri, con proposte serie e concrete che aiutino gli extracomunitari in cerca di lavoro».
Il capo della Diocesi aquilana cita il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana che ha spiegato come «l’ora della religione cattolica nelle scuole pubbliche si giustifica in base all’articolo 9 del Concordato ed è parte integrante della nostra cultura. Pertanto, la conoscenza del fatto religioso cattolico è condizione indispensabile per la comprensione della nostra storia in modo consapevole e responsabile. Non si configura ome una catechesi confessionale, ma come una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola. Non mi pare che lo studio dell’Islam corrisponda a queste caratteristiche. Si tratta dell’ennesima boutade di qualche politico che non conosce neppure i dati relativi alle scelte di famiglie e alunni: ben il 91,1 per cento degli studenti sceglie di avvalersi dell’ora di religione cattolica».
L’arcivescovo Molinari conclude augurandosi che «questa percentuale così alta di studenti italiani, che sceglie deliberatamente ogni anno di seguire l’insegnamento della religione cattolica come momento formativo e di approfondimento degli aspetti storico-culturali della nostra società, sappia essere di insegnamento ai politici e li aiuti ad avanzare proposte migliori, senza polemiche o secondi fini».
Intanto, ieri monsignor Molinari ha inaugurato la sede dell’archivio arcidiocesano (interamente recuperato) nei nuovi locali della parrocchia di San Pio X.
Dalle pagine dell’ultimo numero di «Vola L’Aquila», il bollettino dell’Arcidiocesi, monsignor Molinari lancia una dura reprimenda.
«Un’altra strana proposta di questi giorni» scrive l’arcivescovo «arriva da un rappresentante del Governo e da due fondazioni vicine a esponenti politici sia della destra e che della sinistra: l’ora di religione islamica accanto all’insegnamento di quella cattolica. E’ difficile capire a quale necessità rispondano queste proposte. A volte si ha l’impressione che dietro alcune dichiarazioni, come quella dell’insegnamento dell’Islam, non ci sia altro che la volontà di accendere qualche miccia e alzare un nuovo polverone».
L’introduzione nella scuola pubblica dell’ora di religione islamica è stata accostata alla necessità di favorire l’integrazione degli immigrati e di dare pari dignità a tutte le religioni davanti allo Stato, che è laico e non confessionale.
«Motivazioni», sottolinea Molinari, «che non possono essere di supporto alla proposta di affiancare lo studio dell’Islam alla religione cattolica. Forse lo Stato, proponendo l’insegnamento della religione cattolica, peraltro in modo facoltativo, privilegia una religione rispetto a un’altra. Più semplicemente cerca di trasmettere alle generazioni future il patrimonio culturale del nostro Paese, che è fatto di duemila anni di cristianesimo. Si potrà favorire l’integrazione degli immigrati approfondendo la religione islamica o lasciandoli all’oscuro delle nostre radici e, quindi, di parte del nostro patrimonio culturale».
Secondo Molinari, che in più occasione è sceso in campo affrontando temi sociali e di scottante attualità, dalla politica, al lavoro e alla scuola, «bisogna pensare in modo diverso all’integrazione degli stranieri, con proposte serie e concrete che aiutino gli extracomunitari in cerca di lavoro».
Il capo della Diocesi aquilana cita il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana che ha spiegato come «l’ora della religione cattolica nelle scuole pubbliche si giustifica in base all’articolo 9 del Concordato ed è parte integrante della nostra cultura. Pertanto, la conoscenza del fatto religioso cattolico è condizione indispensabile per la comprensione della nostra storia in modo consapevole e responsabile. Non si configura ome una catechesi confessionale, ma come una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola. Non mi pare che lo studio dell’Islam corrisponda a queste caratteristiche. Si tratta dell’ennesima boutade di qualche politico che non conosce neppure i dati relativi alle scelte di famiglie e alunni: ben il 91,1 per cento degli studenti sceglie di avvalersi dell’ora di religione cattolica».
L’arcivescovo Molinari conclude augurandosi che «questa percentuale così alta di studenti italiani, che sceglie deliberatamente ogni anno di seguire l’insegnamento della religione cattolica come momento formativo e di approfondimento degli aspetti storico-culturali della nostra società, sappia essere di insegnamento ai politici e li aiuti ad avanzare proposte migliori, senza polemiche o secondi fini».
Intanto, ieri monsignor Molinari ha inaugurato la sede dell’archivio arcidiocesano (interamente recuperato) nei nuovi locali della parrocchia di San Pio X.