Old rugby, ultimatum a Cialente

Il presidente Scipioni: all’Emilia la donazione veneta se non avremo un’area per l’impianto sportivo

L’AQUILA. «O ci dai il via libera entro fine mese per il campo sportivo oppure giriamo la donazione agli amici emiliani». Provocazione o ultimatum che sia, gli ex giovani rugbisti della Old sono davvero arrabbiati. Ce l’hanno col sindaco Massimo Cialente al quale hanno indirizzato una pepata lettera firmata da Luigi Scipioni. «La Old da oltre due anni ha chiesto al Comune il cambio di destinazione d’uso per un terreno a Roio Piano, attualmente agricolo, da acquistare anche con i fondi raccolti e donati dagli amici di Rovigo, dove vorrebbe realizzare un campo da rugby con annessi servizi, dando un prato verde speranza ai giovani rugbisti aquilani. Il progetto è stato sin dall’inizio particolarmente apprezzato e appoggiato dal sindaco Cialente, tanto che oltre due anni fa a Rovigo, alla presenza delle maggiori istituzioni locali, regionali e dell’intero Polesine, prese un impegno personale che il Comune avrebbe donato un terreno per realizzare l’impianto. Le promesse», sostiene Scipioni, «si sono dissolte nella nebbia mentre la Old, rispettando l’impegno preso con gli amici di Rovigo, ha portato avanti in questi tre anni il progetto tra mille difficoltà con la tenacia e caparbietà propria dei rugbisti. L’amministrazione ha sinora tergiversato, inventandosi banalità per non concedere il richiesto e auspicato cambio di destinazione d’uso. Quelli della Old Rugby, quelli di ieri, quelli che tanto vorrebbero trasferire valori, competenze, esperienze ai giovani e giovanissimi aquilani, quegli ex giovanotti avanti negli anni, vogliono tornare a scendere in campo e dedicare ogni energia affinché domani il nostro rugby possa sfornare altri giovani talenti, come quelli di ieri, che hanno vinto campionati, titoli nazionali giovanili, giocato con orgoglio centinaia di gare in nazionale facendo così conoscere L’Aquila in tutto il mondo. Oggi non è più tempo di “pane e frittata”, di campi duri come il cemento o fangosi e ghiacciati d’inverno: gli impianti sportivi di livello, come dice il presidente Gavazzi, sono come la casa, senza cui non c’è futuro. E noi, cari genitori, vogliamo costruire la casa. Signor sindaco, si faccia presto. Il rugby aquilano da troppi anni precipitato in un profondo anonimato, è sempre più vicino al fallimento. Non vorremmo che quel “Museo del rugby” tanto caro solo a lei e all’architetto De Masi debba domani intitolarsi “C’era una volta il rugby”. Stiamo per perdere non solo cospicui finanziamenti ma anche la faccia con gli amici di Rovigo».