Ospedale, è mobilitazione
I sindacati: manifestazione in difesa del San Salvatore
L’AQUILA. Scatta la mobilitazione in difesa del San Salvatore. La Cisl annuncia assemblee nei reparti e una manifestazione pubblica «per bloccare il progetto di spoliazione dell’ospedale aquilano». Dalla Uil, intanto, arrivano un «no» alla costituzione di un’unica azienda sanitaria provinciale.
«L’Aquila non può più contare su un ospedale in grado di gestire le richieste che arrivano dal territorio», afferma il segretario regionale della Cisl, Gianfranco Giorgi, «il personale lavora sotto organico, in condizioni inaccettabili. La dislocazione poco funzionale dei reparti non consente un’organizzazione puntuale del lavoro e va ad intaccare la qualità delle prestazioni. Come sindacato riteniamo doveroso lanciare l’allarme sulla situazione disastrata in cui versa il San Salvatore. Si registra un progetto di spoliazione ai danni del nostro ospedale che richiede una battaglia a cui non possono sottrarsi sindacati, politici, amministratori locali, personale e cittadini».
A scendere in campo, dopo la nascita di un comitato medico in difesa della sanità aquilana, sono le organizzazioni sindacali, che chiedono con forza «il ripristino dei 460 posti letto e di tutte le eccellenze di cui il San Salvatore era dotato».
«Nei prossimi giorni», dichiara Giorgi, «se non ci saranno atti concreti a dimostrazione della volontà di mantenere tutte le eccellenze e le peculiarità dell’ospedale aquilano, avvieremo una campagna di sensibilizzazione, con assemblee nei reparti, che sfocerà in una manifestazione di protesta pubblica».
Giorgi lancia l’allarme «sulla possibilità che si stia consumando un’operazione volta al depotenziamento della sanità aquilana, approfittando del momento di debolezza che vive la città. Va risvegliato l’orgoglio degli aquilani e dei nostri rappresentanti politici». Il sindacalista fornisce anche un lungo elenco delle disfunzioni, che pesano negativamente sull’andamento dell’ospedale: il pronto soccorso opera sotto le tende come portineria, centralino e direzione sanitaria, ancora prive di una sede, il reparto di geriatria si trova nell’impossibilità di effettuare i turni per carenza di personale, la risonanza magnetica è attiva solo per gli interni, mentre i lavori di ristrutturazione dell’edificio procedono a rilento.
È dello stesso avviso Simone Tempesta, della Uil sanità che boccia la costituzione di un’unica Asl provinciale: «Il San Salvatore deve tornare a riappropriarsi delle caratteristiche che aveva prima del sisma e di tutte le eccellenze che lo hanno reso un ospedale di prestigio. Non è il caso di procedere alla formazione di una sola Asl. È il momento di pensare solo alla ricostruzione dell’ospedale e alla rinascita dei servizi erogati sul territorio. L’attenzione dei dirigenti e dei politici deve essere incentrata su questo obiettivo: la Asl unica può attendere, è un progetto che seppure in cantiere può aspettare tempi migliori».
«L’Aquila non può più contare su un ospedale in grado di gestire le richieste che arrivano dal territorio», afferma il segretario regionale della Cisl, Gianfranco Giorgi, «il personale lavora sotto organico, in condizioni inaccettabili. La dislocazione poco funzionale dei reparti non consente un’organizzazione puntuale del lavoro e va ad intaccare la qualità delle prestazioni. Come sindacato riteniamo doveroso lanciare l’allarme sulla situazione disastrata in cui versa il San Salvatore. Si registra un progetto di spoliazione ai danni del nostro ospedale che richiede una battaglia a cui non possono sottrarsi sindacati, politici, amministratori locali, personale e cittadini».
A scendere in campo, dopo la nascita di un comitato medico in difesa della sanità aquilana, sono le organizzazioni sindacali, che chiedono con forza «il ripristino dei 460 posti letto e di tutte le eccellenze di cui il San Salvatore era dotato».
«Nei prossimi giorni», dichiara Giorgi, «se non ci saranno atti concreti a dimostrazione della volontà di mantenere tutte le eccellenze e le peculiarità dell’ospedale aquilano, avvieremo una campagna di sensibilizzazione, con assemblee nei reparti, che sfocerà in una manifestazione di protesta pubblica».
Giorgi lancia l’allarme «sulla possibilità che si stia consumando un’operazione volta al depotenziamento della sanità aquilana, approfittando del momento di debolezza che vive la città. Va risvegliato l’orgoglio degli aquilani e dei nostri rappresentanti politici». Il sindacalista fornisce anche un lungo elenco delle disfunzioni, che pesano negativamente sull’andamento dell’ospedale: il pronto soccorso opera sotto le tende come portineria, centralino e direzione sanitaria, ancora prive di una sede, il reparto di geriatria si trova nell’impossibilità di effettuare i turni per carenza di personale, la risonanza magnetica è attiva solo per gli interni, mentre i lavori di ristrutturazione dell’edificio procedono a rilento.
È dello stesso avviso Simone Tempesta, della Uil sanità che boccia la costituzione di un’unica Asl provinciale: «Il San Salvatore deve tornare a riappropriarsi delle caratteristiche che aveva prima del sisma e di tutte le eccellenze che lo hanno reso un ospedale di prestigio. Non è il caso di procedere alla formazione di una sola Asl. È il momento di pensare solo alla ricostruzione dell’ospedale e alla rinascita dei servizi erogati sul territorio. L’attenzione dei dirigenti e dei politici deve essere incentrata su questo obiettivo: la Asl unica può attendere, è un progetto che seppure in cantiere può aspettare tempi migliori».