Piano Case, il caos delle bollette pazze
Proteste a raffica, stanno per formarsi comitati popolari
L’AQUILA. Ieri pomeriggio, erano da poco passate le 15, si è presentato in redazione, in via Lucoli, zona Coppito, un cittadino. Dire che era arrabbiato è dire poco. L’esordio, prima ancora che buon giorno o buona sera è stato: «Dovete dire al sindaco Cialente che io le bollette che sta inviando in questi giorni non le pago, anzi quando mi arrivano le porto in Comune e gliele sbatto in faccia. Se vuole che paghi, bene, innanzitutto mi deve far pagare quello che ho consumato e nemmeno un centesimo in più e poi mi faccia liquidare i soldi che aspetto da più di tre anni per i mobili distrutti». La mattinata di ieri è stata tutto un rincorrersi di proteste, e-mail, annunci di ricorsi. La conclusione è una sola: gli aquilani sono esasperati e lo sono soprattutto perché in una città in cui almeno il sessanta per cento della popolazione lotta per arrivare alla fine del mese questa storia delle bollette che il Comune ha gestito coi piedi, rischia di provocare una rivolta popolare come non se ne vede dal 2010.
Di fronte alla sollevazione il sindaco Cialente risponde con arroganza (che, come è noto, è la forza dei deboli) e se la prende coi furbi che non vogliono pagare (forse senza sapere che l’idea del “tutto gratis e in eterno” è stata alimentata proprio dalla politichetta locale che guarda sempre al breve periodo e mai in prospettiva). L’assessore Fabio Pelini farfuglia soluzioni improbabili che girano sempre intorno alle rateizzazioni (12 oppure 18, oppure 24 mesi). Nessuno ammette che sulla questione piano Case siamo di fronte a un caos cosmico che dalle bollette, alla manutenzione (a proposito, il Comune o chi per esso quanto versa alla Manutencoop ogni anno per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi?), alla gestione (per la quale si attende l’ennesimo carrozzone tipo Centro turistico), farà diventare, quei quartieri, ghetti invivibili e causa di forti tensioni sociali. E allora c’è chi si organizza e annuncia la costituzione di comitati. Domani a Bazzano, nella Tendamica, alle 21, ci sarà un incontro con gli abitanti dei Progetti Case e Map al fine, è scritto in una nota a firma del presidente dell’associazione Tendamica Pierluigi Lomarco «di promuovere la formazione di Comitati atti a rappresentare l’agglomerato di appartenenza. Tale organizzazione nasce dall’esigenza di poter dare ufficialità alle mille richieste di chiarimenti e d’assistenza che emergono dai nuovi Rioni dell’Aquila. In sostanza il primo passo fondamentale è organizzarsi bene per evitare confusione e inutili dispendi di energia. L’iniziativa permetterà di avere una fonte d’informazione univoca per tutte le tematiche dei Progetti case e map. Successivamente all’individuazione dei comitati, i Presidenti delle associazioni organizzatrici faranno un breve riassunto di quanto emerso nei precedenti tavoli inter-associativi in cui ci si è incontrati più volte anche con gli assessori interessati relativamente alle già preannunciate “bollette oscure”. Si precisa ed evidenzia che l’iniziativa non nasce come pretesto per coloro che non vogliono pagare nulla, al contrario è indirizzata a coloro che vogliono pagare tutto, ma il giusto e nella misura giusta. Si precisa ancora che gli interventi non hanno e non dovranno dare spunto a nessun dibattito politico di partito. Sono invitati tutti i cittadini, i consiglieri e gli assessori con i loro tecnici per fare luce su quanto richiesto. Ecco le domande a cui non abbiamo ancora risposta:
1. Quali voci di spesa dobbiamo affrontare?
2. Perché non vengono elaborate le bollette in base al consumo?
3. Perché si chiama la Manutencoop quando le abitazioni sono nuove e dovrebbero essere state fatte a regola d’arte? Perché non si chiamano le imprese esecutrici a tutela della garanzia? Perché non si attivano le polizze fidejussorie, che le imprese costruttrici hanno sottoscritto all’affidamento dei lavori?
4. Chi paga il riscaldamento nei locali non assegnati?
5. E’ vero che si pagano ancora gli alberghi per i senza tetto, esistendo abitazioni vuote nei Progetti Case e nei Map?
6. Quale diritto di proprietà ha vantato chi ha dato in concessione i tetti per i pannelli solari/fotovoltaici? E’ stato verificato legalmente se tale diritto sia legittimo e, nel caso contrario, ci si è attivati per “invalidarlo” o rettificarlo negli importi a favore del Comune?
7. In quale capitolato di spesa sono assegnati i pochi proventi determinati dall’affitto dei tetti, sempre per il fotovoltaico. Sono investiti sui Progetti Case e map?
8. Se gli abitanti del Progetto Case alloggiano con contratto di comodato d’uso gratuito, non essendo né proprietari (quindi condòmini) né affittuari (quindi inquilini) perché si parla di condomìni, soprattutto se l’unico proprietario è il Comune? Forse il Comune vuole renderci a tutti gli effetti “condòmini” dunque veri proprietari dei nuovi immobili? ». Dal progetto Case di Roio Anna Fatigati, Paola Abbandonato, Mirella D’Averio, Alberto Calcagni, Rossana Salvi, Marta Di Massimo, Robu Marias, Fabio Di Nardo, Maria Capretti, Rosaria Angelini, Liliana Facchinei, Lorenzo Venti, Francesco Giannone scrivono: «Caro sindaco in relazione alla comunicazione dell’avvio della spedizione degli avvisi per il pagamento delle utenze domestiche e condominiali degli alloggi del Progetto case le diciamo che è giusto pagare quanto è stato finora consumato ma esigiamo di farlo per quanto abbiamo consumato insieme al nucleo familiare e non secondo il semplicistico conto: il Comune ha un tot da pagare lo divide per metri quadri, teste occupanti e giorni di occupazione e il conto è fatto. Ogni alloggio è dotato di contatori, che contabilizzano i consumi (la Gran Sasso Acqua a metà 2012 ha effettuato le relative letture), contatori di cui si legge nel regolamento condominiale approvato con delibera del Comune del 29 dicembre 2011, in cui si parla di pagamento forfettario per l’anno 2010, vista l’impossibilità a procedere a letture e non per gli anni successivi, quindi ognuno ha il dovere di pagare, beninteso, ma quanto gli spetta e allora le domande sono queste : 1) perché dobbiamo pagare i consumi degli anni successivi al 2010 in maniera forfettaria se il Comune non si è riuscito ad organizzarsi per una rilevazione dei consumi condominiali e singoli? 2) Perché dobbiamo pagare la disonestà di persone che, come è stato ampiamente diffuso sulla stampa, hanno lasciato rubinetti aperti e luci accese per dimostrare di occupare l’alloggio e non c’erano? 3) perché dobbiamo pagare per l’utilizzo dell’acqua per innaffiare gli orti se non lo abbiamo fatto? 4) dove sono i contatori per i consumi condominiali, chi li legge? Dove si trova l’amministratore di condominio? Qual è il consumo totale della piastra dove ci troviamo, come è stato ripartito l’importo tra i diversi occupanti gli alloggi? Sono domande di cittadini che avevano il sogno di tornare a casa propria, pagata a prezzo di sacrifici e lavoro quotidiano, a suon di mutuo ancora da onorare, che vorrebbero sapere quali sono i tempi per ricostruirla, che fa i conti con la pazienza di stare dietro a tutta la normativa per la ricostruzione e tutti i suoi attori,per avere un’idea sui tempi di rientro, senza purtroppo ad oggi riuscirci».
Risponda alle domande della gente, sindaco, e smetta di fare l’arrogante, che le riesce pure male.