Prima pietra del nuovo Comune dell'Aquila: sette milioni per ricostruire

8 Novembre 2016

Cerimonia tra auspici e polemiche. Cialente: ristrutturazione edifici pubblici in grande ritardo. Liberati (Bcc): dopo il sisma del 2009 abbiamo intensificato i nostri sforzi al servizio della cittadinanza

L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente avrebbe voluto quanto meno riuscire a fare un paio di riunioni nel suo ufficio affrescato dal Muzi a palazzo Margherita. Quando Federcasse in una bella giornata di fine 2009 a piazza Palazzo, colma ancora di macerie, gli consegnò 5 milioni di euro raccolti grazie a 10mila donazioni di altrettanti lavoratori del sistema del Credito cooperativo italiano, il primo cittadino non poteva immaginare che sarebbero passati otto anni prima di vedere avviare i lavori della storica sede del Comune.

Invece, forse a maggio 2017, quando Cialente dirà addio alla sua poltrona di primo cittadino e tutta l’amministrazione comunale che ha avviato questa ricostruzione post-sisma non sarà più la stessa, «il cantiere non sarà nemmeno visitabile». Un commento velato di tristezza, forse anche malinconia, quello di Cialente. Perché quella di ieri, anche se è stata una giornata di festa con tanto di taglio del nastro e affresco per inaugurare il cantiere più atteso della città, è stata anche la giornata che ha sancito una piccola sconfitta contro la burocrazia.

Accanto a Cialente anche un parterre di assessori, consiglieri, ex sindaci (molto critico sulla lunghezza dei tempi l’ex primo cittadino e senatore Enzo Lombardi, che ha parlato di «scandalo»), il vicepresidente regionale Giovanni Lolli, i rappresentanti della Bcc: il presidente Francesco Liberati e il vicepresidente della Federcasse, Augusto Dell’Erba, e tanti altri esponenti anche del mondo culturale cittadino.

«Palazzo Margherita avrebbe dovuto essere, insieme al Teatro comunale, il primo edificio pubblico a essere ricostruito», ha chiosato Cialente, «L’Aquila viene indicata a torto come modello negativo. La verità è che la ricostruzione privata sta andando molto bene, abbiamo risparmiato fino a quasi 500 milioni di euro a differenza di tante altre ricostruzioni post-sisma in Italia. Quella che non cammina è quella pubblica, ed è un problema tutto italiano».

Ma in una giornata di festa quel che è stato evidenziato da più parti è che “la casa del sindaco” cambierà il suo rapporto con la cittadinanza, aprendosi anche da un punto di vista dell’organizzazione funzionale degli spazi, soprattutto quelli al piano terra, concepiti come un tutt’uno con il resto della piazza, con cui dialogherà. «È il centro della democrazia, il fulcro della vicinanza degli elettori con gli eletti», ha commentato l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, «rinascerà nel contesto della piazza che sarà animato di vita culturale e cittadina: questo sarà forse il tratto distintivo del nuovo palazzo di città».

Ora, per l’avvio dei lavori, manca soltanto l’autorizzazione del Genio Civile. «Si realizza oggi», ha detto Liberati, «un’altra tappa del lungo percorso di ricostruzione di questa splendida città. Dopo il tragico terremoto del 2009 abbiamo intensificato i nostri sforzi al servizio della cittadinanza, anche per dare continuità alla ripresa civile e sociale. Oggi possiamo affermare con orgoglio come Bcc Roma sia ancora di più la Banca dell’Aquila».

I lavori di avvio, di consolidamento e recupero post-sisma (quasi 7 milioni di euro), come ha ricordato l’ingegnere Carmine Mascolo, verranno eseguiti da un’associazione temporanea di imprese la cui capogruppo è la campana Samoa Restauri, e prevedono l’utilizzo di tecniche innovative di recupero dei danni. Danni incrementati anche dal terremoto del 30 ottobre, che ha allargato alcune crepe sulla torre civica. Proprio su di essa verranno impiegate fibre in acciaio galvanizzato e chiodature in carbonio.

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