Raid negli uffici Asl, è giallo
Banda forse alla ricerca di documenti, ingenti i danni.
AVEZZANO. Forse cercavano documenti importanti sulla vita aziendale, o forse solo l’emozione di una notte da balordi. Resta un mistero il movente che ha spinto gli autori del raid negli uffici della Asl Avezzano-Sulmona, in via XX Settembre. Un episodio, l’ennesimo, ai danni di una struttura pubblica della città.
Perché dopo le sette scuole prese di mira e danneggiate, l’altra notte la «visita» è toccata agli uffici dell’azienda sanitaria. Un altro edificio pubblico. E ieri mattina, quando il direttore della struttura, Francesco Dalla Montà, ha aperto la porta, si è trovato di fronte a stanze a soqquadro, carte gettate sul pavimento, porte scardinate, vetrate mandate in frantumi. Al piano terra, così come al primo. Chi ha agito, forse, cercava documenti e per trovarli ha rovistato in quasi tutte le stanze, dall’Ufficio protocollo al Servizio informazione e prevenzione.
La banda - perché secondo gli investigatori si è trattato di un blitz compiuto da più persone - ha rovistato anche negli archivi e tra i floppy disk. Alla fine è sparito un computer portatile, che secondo la direzione della Asl non custodiva segreti. La cassaforte non è stata sfiorata, non sono stati presi altri oggetti di valore (e ce n’erano diversi) e questo lascia supporre che gli autori del raid non abbiano avuto specifiche finalità di lucro.
E allora? La banda era alla ricerca di una specifica documentazione che però non si trovava nelle stanze di via XX Settembre? O si è trattato di un gesto compiuto da teppisti, forse gli stessi che in queste settimane hanno agito nelle scuole della città? Anche quest’ultimo interrogativo è accompagnato dal mistero: perché se lo scopo era quello di fare danni, la gang poteva entrare nella stanza del Centro dati e devastare gli elaboratori (a quel punto sarebbe stata sabotata l’intera azienda, compresi i cinque ospedali). «Non riusciamo a dare una spiegazione all’accaduto», commenta Dalla Montà, «sono stati visitati e danneggiati quasi tutti gli uffici». Sul caso indagano i carabinieri. L’irruzione è avvenuta al piano terra, dopo avere rotto la finestra dell’Ufficio formazione, che si affaccia su piazza Martiri di Capistrello (zona al buio di notte).
Visti i danni, la scorribanda si è protratta a lungo. Gli investigatori hanno però elementi utili per risalire agli autori. Sul posto sono state trovate cicche di sigarette Multifilter. Sulla scrivania dell’Ufficio economato è stato trovato un piede di porco: aveva un’etichetta staccata di recente e ora i militari stanno acquisendo informazioni nei negozi della città per scoprire se di recente sono state acquistate attrezzi simili. I carabinieri della Scientifica hanno recuperato anche alcune impronte digitali. Di certo, la struttura della Asl negli ex uffici Inam conferma tutta la sua vulnerabilità. Non ci sono sistemi d’allarme malgrado il caso sia stato sollevato in più circostanze. Anche di recente. Un mese e mezzo fa un analogo episodio, anche se il raid aveva rigurdato solo l’Ufficio commerciale. Lo scorso agosto, invece, furono portati via file informatici che contenevano i contratti stipulati con le cliniche private. Un colpo misterioso. Come quello dell’altra notte.
Perché dopo le sette scuole prese di mira e danneggiate, l’altra notte la «visita» è toccata agli uffici dell’azienda sanitaria. Un altro edificio pubblico. E ieri mattina, quando il direttore della struttura, Francesco Dalla Montà, ha aperto la porta, si è trovato di fronte a stanze a soqquadro, carte gettate sul pavimento, porte scardinate, vetrate mandate in frantumi. Al piano terra, così come al primo. Chi ha agito, forse, cercava documenti e per trovarli ha rovistato in quasi tutte le stanze, dall’Ufficio protocollo al Servizio informazione e prevenzione.
La banda - perché secondo gli investigatori si è trattato di un blitz compiuto da più persone - ha rovistato anche negli archivi e tra i floppy disk. Alla fine è sparito un computer portatile, che secondo la direzione della Asl non custodiva segreti. La cassaforte non è stata sfiorata, non sono stati presi altri oggetti di valore (e ce n’erano diversi) e questo lascia supporre che gli autori del raid non abbiano avuto specifiche finalità di lucro.
E allora? La banda era alla ricerca di una specifica documentazione che però non si trovava nelle stanze di via XX Settembre? O si è trattato di un gesto compiuto da teppisti, forse gli stessi che in queste settimane hanno agito nelle scuole della città? Anche quest’ultimo interrogativo è accompagnato dal mistero: perché se lo scopo era quello di fare danni, la gang poteva entrare nella stanza del Centro dati e devastare gli elaboratori (a quel punto sarebbe stata sabotata l’intera azienda, compresi i cinque ospedali). «Non riusciamo a dare una spiegazione all’accaduto», commenta Dalla Montà, «sono stati visitati e danneggiati quasi tutti gli uffici». Sul caso indagano i carabinieri. L’irruzione è avvenuta al piano terra, dopo avere rotto la finestra dell’Ufficio formazione, che si affaccia su piazza Martiri di Capistrello (zona al buio di notte).
Visti i danni, la scorribanda si è protratta a lungo. Gli investigatori hanno però elementi utili per risalire agli autori. Sul posto sono state trovate cicche di sigarette Multifilter. Sulla scrivania dell’Ufficio economato è stato trovato un piede di porco: aveva un’etichetta staccata di recente e ora i militari stanno acquisendo informazioni nei negozi della città per scoprire se di recente sono state acquistate attrezzi simili. I carabinieri della Scientifica hanno recuperato anche alcune impronte digitali. Di certo, la struttura della Asl negli ex uffici Inam conferma tutta la sua vulnerabilità. Non ci sono sistemi d’allarme malgrado il caso sia stato sollevato in più circostanze. Anche di recente. Un mese e mezzo fa un analogo episodio, anche se il raid aveva rigurdato solo l’Ufficio commerciale. Lo scorso agosto, invece, furono portati via file informatici che contenevano i contratti stipulati con le cliniche private. Un colpo misterioso. Come quello dell’altra notte.