Reparto di medicina Contro la chiusura riparte la polemica
L’AQUILA. Non accenna a placarsi la polemica sulla soppressione dell'Unità complessa di medicina ospedaliera del San Salvatore. A prendere posizione, in una nota congiunta, sono i consiglieri...
L’AQUILA. Non accenna a placarsi la polemica sulla soppressione dell'Unità complessa di medicina ospedaliera del San Salvatore. A prendere posizione, in una nota congiunta, sono i consiglieri comunali Antonello Bernardi (Pd), Ettore Di Cesare (Appello per L'Aquila), Giustino Masciocco (Sel) ed Enrico Perilli (Fed-Prc), che sollecitano un nuovo intervento del sindaco, Massimo Cialente. «Il 2 settembre il consiglio comunale ha votato all'unanimità un dispositivo, che chiedeva a manager della Asl, Giancarlo Silveri, di rivedere la decisione di chiudere il reparto di Medicina ospedaliera dell'Aquila, rimettendo in discussione l'atto aziendale. Da allora non è stata adottata alcuna azione volta a dare risposte ai settemila cittadini, che hanno firmato la petizione. Si stanno perdendo di vista i bisogni primari della gente: la medicina universitaria, infatti, ha come obiettivi prevalenti la didattica e la ricerca, mentre nel reparto ospedaliero prevalgono assistenza e cura. Le due unità operative si integrano, ma non sono intercambiabili». Di qui, la richiesta a Cialente, di convocare l'assemblea dei sindaci, per riaprire la discussione sull'atto aziendale della Asl. «Massima disponibilità», dice Cialente, «a patto, tuttavia, che ci sia una soluzione alternativa. Per modificare l'atto aziendale bisogna dimostrare che la chiusura del reparto induce una riduzione dei livelli assistenziali. Inoltre, poiché non è possibile ottenere altre unità operative complesse, bisogna declassare un'altra unità complessa o chiuderne due semplici». La proposta, formulata da Cialente, al Comitato ristretto dei sindaci, prevedeva la riduzione a unità semplice del reparto di Malattie infettive di Avezzano e di quello di Endocrinologia dell'Aquila, «ma è stata respinta dalla Asl e dai sindacati dei medici. Se si vuole riaprire il dibattito», conclude il sindaco, «il consiglio comunale deve stabilire quali unità operative complesse far retrocedere o, addirittura, sopprimere». (m.p.)
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