Retata antidroga, otto arresti

Stop allo spaccio nei locali notturni e fra gli sfollati.

L’AQUILA. Otto giovani in manette, 18 denunciati e una ventina segnalati alla prefettura come consumatori. La polizia ha così interrotto uno smercio di cocaina, eroina e hascisc che prima del sisma riguardava locali notturni e discoteche e poi le tendopoli. Sequestrati nel corso delle indagini tre etti di droga.

GLI ARRESTI.
L’operazione, denominata «Party 2008», è stata resa nota nei dettagli in una conferenza stampa tenuta dal capo della squadra mobile, Salvatore Gava e dai componenti della sezione antidroga tra i quali Nazzareno Buccella.
Gli arresti, quelli effettuati in seguito all’ordine di custodia cautelare firmato dal gip, Elvira Buzzelli, sulla scorta delle richieste del pm Fabio Picuti, sono sette e riguardano Fabio Marinangeli, Miriana Fioravante,, Fabio Mutignani, Federico Monaco, Alessandro Giacomantonio, Serena Catenacci tutti aquilani, e di età inferiore a 30 anni, oltre a Edison Lika, albanese ma residente anche egli nel capoluogo di regione. Nel corso delle perquisizioni, inoltre, è finito in cella anche Luigi Rossi, di 25 anni, dell’Aquila, visto che nella sua abitazione sono stati trovati cento grammi di hascisc. Per lui, dunque, doveva scattare la denuncia ma gli agenti, trovata la droga, lo hanno bloccato e per lui si tratta di arresto in flagrante che dovrà essere convalidato.

LO SMERCIO.
La droga, secondo quanto si è appreso, arrivava da diversi canali quali Roma e altre zone del Lazio, la costa adriatica e Perugia. Infatti l’operazione è stata fatta in collaborazione con le squadre mobili di Pescara, Teramo, Lecce, Rieti, e con unità cinofile della questura di Roma.
Secondo quanto raccontato dal dottor Gava, Mutignani, Catenacci e Marinangeli erano quelli che più di altri si mettevano in macchina per reperire la droga sulla scorta di contatti che avevano nelle località a loro ben note per poi portarle agli altri i quali poi provvedevano a farla filtrare nei locali notturni della città. Insomma la movida aquilana prima del sisma era ben rifornita. Poi, con il terremoto del 6 aprile, c’è stata una interruzione dell’attività di smercio che è ripresa lentamente con punti di riferimento nelle tendopoli dove gli indagati avevano trovato alloggio.

Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali è stato possibile bloccare più volte i corrieri ai quali nel corso dei mesi è stata sequestrata della droga. Trovati anche bilancini e stumenti per confezionare.
«Non si trattava quasi mai di quantitivi ingenti», ha spiegato Gava, «in quanto gli spacciatori sapevano che portando quantità limitate comunque potevano proseguire lo smercio senza rischiare pene pesantissime in caso di arresti». La media dei viaggi era di due a settimana.

Il giro dello spaccio era comunque molto esteso. Nel senso che sono stati centinaia i giovani che erano divenuti nel corso del tempo fruitori degli indagati.
Nel corso della conferenza stampa è stata evidenziata l’età molto bassa degli accusati nessuno dei quali arriva a trenta anni. Ma anche per i denunciari il discorso non è molto diverso. Infatti il più «anziano» ha 36 anni ma gli altri superano di poco i venti. Sono quasi tutti aquilani ad eccezione di un ragazzo di Sora, uno di Popoli, un leccese e un lombardo di Rho. Giovedì dovrebbero esserci gli interrogatori di garanzia dagli indagati davanti al giudice per le indagini preliminari.

Quasi tutti gli accusati hanno nominato i loro difensori di fiducia. Si tratta di Massimo Carosi, Vincenzo Cipolletta, Antonio Valentini e Mauro Ceci.