Ricostruzione, l’ufficio fa il «ponte»

Case B e C, la protesta dei cittadini: così non ricostruiamo nulla.

L’AQUILA. Contavano di sistemare la pratica il 7 dicembre, ma non avevano fatto i conti con il Ponte dell’Immacolata. Cittadini esasperati, ieri mattina, quando si sono visti respingere dai finanzieri in servizio a Coppito. L’ufficio comunale Emergenza e ricostruzione era chiuso.

CHIUSO PER PONTE. L’ente precisa che la notizia della chiusura, ufficialmente dovuta alla necessità di procedere al «perfezionamento dei lavori sulle pratiche», era stata ampiamente resa nota e pubblicata anche sul sito Internet già dai giorni scorsi. Questo, tuttavia, non è bastato per attenuare l’ira di chi, magari, aveva preso un giorno di ferie per presentare la pratica per ottenere il contributo di riparazione di una casa B e C, visto che entro il 18 dicembre ne devono essere presentate 10mila. «Così non ricostruiamo nulla, l’ufficio doveva lavorare a pieno ritmo soprattutto in un momento come questo», hanno detto alcuni cittadini. Il Comune fa sapere che l’ufficio riapre domani, mercoledì 9 dicembre. Intanto, Fintecna precisa che i propri uffici (nella foto), ieri sono rimasti regolarmente aperti ma hanno ricevuto poche pratiche.

NEI CONDOMÌNI. Nel dibattito sulla ricostruzione scendono in campo anche gli amministratori di condominio dell’Anaci, che hanno promosso, in città, il convegno nazionale «Progettare la ricostruzione». «Nel dare atto, alle istituzioni, del lavoro fin qui svolto, non può non rimarcarsi, allo stesso tempo, l’enorme difficoltà per i tecnici, i condomini, gli stessi amministratori, nella gestione delle pratiche (individuali e su parti comuni) da trasmettere al Comune o alla Fintecna. La difficoltà è data principalmente dalla mancata apertura di sportelli dedicati per la presentazione delle pratiche e per la successiva loro gestione. Si aggiungano, inoltre, le successive disposizioni che prevedono, per la gestione successiva alla presentazione, un limite massimo gestibile di cinque pratiche per volta, dovendo ripetere, al superamento del limite, l’intero iter procedurale.

Ciò non può che provocare ulteriori difficoltà per gli addetti ai lavori e possibili disservizi, oltre che ritardi, nella gestione del lavoro. Altra problematica, ancor più rilevante nella sostanza, è data dall’incongruenza che si presenta tra le diverse ordinanze secondo le quali, mentre per i fabbricati con esito B,C,E viene riconosciuto il finanziamento al 100% per la riparazione delle parti comuni, indistintamente per tutti, per quelli che hanno avuto esito A, l’agevolazione viene concessa solo per chi ha il requisito dell’abitazione principale, escludendo i proprietari di seconde case, studi, negozi e unità immobiliari adibite ad altro uso. Tutto ciò provoca un’enorme disparità di trattamento tra i condomìni e notevoli difficoltà per la gestione dei lavori di riparazione delle parti comuni degli edifici, oltre che per la gestione dei rapporti». I soci dell’Anaci dell’Aquila (Tiziana Alfonsi, Massimiliano Aniballi, Mauro Basile, Alberto de Thomasis, Giuseppe Peretti e Francesco Antonio Galli) chiedono che gli enti facciano chiarezza.