Ricostruzione pubblica, la mappa dei ritardi
L’Università aspetta di tornare in via Camponeschi, tutto fermo per la vecchia sede della prefettura
L’AQUILA. L’emblema della ricostruzione a due velocità, tema caro al sindaco Massimo Cialente, è l’albero cresciuto in poco meno di otto anni davanti all’aggregato della Provincia in corso Principe Umberto, quello che ricomprende anche la biblioteca “Tommasi” e che era la sede del Liceo Classico.
Ai Quattro Cantoni ne manca uno. Restituiti ormai da tempo a nuova vita tre dei quatto palazzi, tra cui i bellissimi Palazzo Ciolina e Fibbioni-Lopez, resta invece imbalsamato nei puntellamenti del post-sisma il palazzo di proprietà dell’amministrazione provinciale: come se fossero due città che si specchiano, quella della ricostruzione privata, che pur tra mille difficoltà va avanti – facendo dire all’ottimista direttore dell’Usra Raniero Fabrizi che «nel 2021 L’Aquila sarà ricostruita» – e quella pubblica, ferma in alcuni casi a livello nemmeno di progettazione.
«Colpa del codice degli appalti», spiega l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, «che ha i suoi rituali da rispettare». Ma quando si ha a che fare con una città da ricostruire, con decine di palazzi pubblici vincolati e non, tra cui tante chiese, «non si può procedere secondo schemi e “liturgie” buoni nella normalità». Anche perché, quando questi palazzi restano puntellati per anni mentre tutto intorno la vita riprende, si mette in ballo la sicurezza pubblica. Con l’inaugurazione, lunedì scorso, del cantiere di Palazzo Margherita, un altro tassello di ricostruzione pubblica si aggiunge ai pochi già posti: la Soprintendenza tornerà al Castello; pronto l’Inps di viale Rendina; la sede dell’Agenzia delle Entrate già da tempo è in via Zara e la prefettura sotto il porticato di corso Federico. Tenendo fuori le frazioni, buco nero della ricostruzione, sono parecchi i palazzi pubblici che restano in attesa (perlopiù destinatari di finanziamenti tramite la pre-Cipe, ancora non pubblicata in Gazzetta ufficiale). Per quanto riguarda il palazzo provinciale ai Quattro Cantoni, dopo una serie di ricorsi fino al Consiglio di Stato, è stata conclusa la gara per la progettazione e ora il progetto per circa 50 milioni è quasi ultimato. Poi c’è la scuola De Amicis: gara fatta anche per il progetto esecutivo, ma ci sono problemi per l’avvio dei lavori. Quanto al palazzo della Provincia in via Sant’Agostino, il progetto è finanziato, mentre è ancora tutto in alto mare per il palazzo del governo in piazza della Prefettura. Anche Santa Maria dei Raccomandati è nell’elenco dell’ultima delibera Cipe: progettazione finanziata come anche il Cinema Massimo, per il quale procedono i lavori relativi al primo lotto (il secondo lotto è in pre-Cipe). Restano ancora senza finanziamento la sede dell’università di via Verdi e il palazzo del Rettorato (Palazzo Carli), mentre finalmente proprio l’Università con il rettorato tornerà a insediarsi nel palazzo restaurato di via Camponeschi. Ritardi sul progetto dell’ex Scientifico di via Maiella, gestito dal Provveditorato. In dirittura d’arrivo anche Palazzo Ardinghelli, futura sede distaccata del Maxxi.(m.g.)
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