Ricostruzione subito, si può fare
Cialente, Pezzopane e Marchetti condividono la ricetta dell’ex ministro.
L’AQUILA. Si può fare. Due anni per ricostruire e restituire all’Aquila il centro storico. Fermo restando che le case hanno la priorità sui monumenti. La ricetta dell’ex ministro Antonio Paolucci raccoglie gli ampi consensi del sindaco Cialente, della Provincia e di Marchetti, vicecommissario della Protezione civile.
L’EX MINISTRO In una lunga intervista al Centro, Antonio Paolucci, oggi direttore dei Musei Vaticani, ma con un passato da ministro dei Beni culturali, soprintendente per il polo museale di Firenze e commissario in Umbria per il dopo terremoto del 1997, ha offerto il proprio sguardo al futuro: «Con 10 miliardi in due anni si può sistemare in modo efficace il centro storico». E ha aggiunto: «Dobbiamo mettere in sicurezza e rendere abitabili le case del centro. Sui monumenti possiamo intervenire con più calma. La gente è più importante dei monumenti». Per concludere: «Occorre un centro unico di decisione, fornito di deroghe e flessibilità necessarie».
IL SINDACO Massimo Cialente sposa in pieno la ricetta. «Con Paolucci c’è una perfetta identità di vedute», afferma, «va subito riportata la vita nel centro storico. È pronta l’ordinanza per costituire l’Unità di missione. A primavera contiamo di aprire i cantieri per cominciare a preparare le unità immobiliari. Una delle prime aree da ricolonizzare sarà quella di Santa Maria di Farfa. Rispetto ad altri terremoti, all’Aquila, grazie al lavoro del Comune, ci sono gli strumenti giuridici per partire. Il problema sono i soldi. Ma non accetto l’idea che ci possano essere difficoltà economiche per la ricostruzione. Non la accetto da italiano, qui è in gioco la credibilità del Paese. Ci sono 4 miliardi del Cipe, altri due della Cassa depositi e prestiti. E Tremonti mi ha detto: se hai delle idee portamele. Lo faremo. Condivido in pieno anche il sentimento del professor Clementi, mio maestro, che conferma l’importanza del centro storico come identità di questa città».
LA PEZZOPANE La presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, condivide il messaggio di Paolucci. «Perché arriva da una voce autorevole e competente», sottolinea, «concordo sulla necessità di avere chiarezza sulle risorse. Solo con un plafond certo si possono programmare interventi, secondo un disegno preciso e non a spot. Dieci miliardi mi sembrano una cifra corrispondente alle necessità del centro. Condivido anche il messaggio di tornare a lavorare sul centro storico. Perché è vero che la gente può abituarsi a condizioni diverse. Ci sono bambini nati dopo il 6 aprile o piccoli che si stanno già adeguando a una vita senza centro storico. Quando ci penso, il futuro mi preoccupa. Due anni mi sembrano un sogno, ma si può fare. L’obiettivo, se pur parziale, è quello di riportare i cittadini in centro storico. E nelle zone totalmente devastate occorre il coraggio di abbattere e ricostruire daccapo. Ci sono però edifici storici che possono costituire un traino per tutta la ricostruzione».
MARCHETTI «Paolucci ha ragione», evidenzia Luciano Marchetti, ingegnere, vicecommissario della Protezione civile con delega ai Beni culturali, «concordo anche sul fatto che non occorrono interventi di restauro fatti di corsa, ma con coerenza e correttezza scientifica. Si può intervenire subito. Recuperare i monumenti significa sistemare isole in mezzo al deserto e cominciare a riportare cittadini nel centro dell’Aquila». Marchetti annuncia anche che «a Natale sarà completata la messa in sicurezza della chiesa delle Anime Sante». Forse vi si potrà celebrare la messa. Sarebbe un bell’auspicio per guardare con fiducia al futuro.
L’EX MINISTRO In una lunga intervista al Centro, Antonio Paolucci, oggi direttore dei Musei Vaticani, ma con un passato da ministro dei Beni culturali, soprintendente per il polo museale di Firenze e commissario in Umbria per il dopo terremoto del 1997, ha offerto il proprio sguardo al futuro: «Con 10 miliardi in due anni si può sistemare in modo efficace il centro storico». E ha aggiunto: «Dobbiamo mettere in sicurezza e rendere abitabili le case del centro. Sui monumenti possiamo intervenire con più calma. La gente è più importante dei monumenti». Per concludere: «Occorre un centro unico di decisione, fornito di deroghe e flessibilità necessarie».
IL SINDACO Massimo Cialente sposa in pieno la ricetta. «Con Paolucci c’è una perfetta identità di vedute», afferma, «va subito riportata la vita nel centro storico. È pronta l’ordinanza per costituire l’Unità di missione. A primavera contiamo di aprire i cantieri per cominciare a preparare le unità immobiliari. Una delle prime aree da ricolonizzare sarà quella di Santa Maria di Farfa. Rispetto ad altri terremoti, all’Aquila, grazie al lavoro del Comune, ci sono gli strumenti giuridici per partire. Il problema sono i soldi. Ma non accetto l’idea che ci possano essere difficoltà economiche per la ricostruzione. Non la accetto da italiano, qui è in gioco la credibilità del Paese. Ci sono 4 miliardi del Cipe, altri due della Cassa depositi e prestiti. E Tremonti mi ha detto: se hai delle idee portamele. Lo faremo. Condivido in pieno anche il sentimento del professor Clementi, mio maestro, che conferma l’importanza del centro storico come identità di questa città».
LA PEZZOPANE La presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, condivide il messaggio di Paolucci. «Perché arriva da una voce autorevole e competente», sottolinea, «concordo sulla necessità di avere chiarezza sulle risorse. Solo con un plafond certo si possono programmare interventi, secondo un disegno preciso e non a spot. Dieci miliardi mi sembrano una cifra corrispondente alle necessità del centro. Condivido anche il messaggio di tornare a lavorare sul centro storico. Perché è vero che la gente può abituarsi a condizioni diverse. Ci sono bambini nati dopo il 6 aprile o piccoli che si stanno già adeguando a una vita senza centro storico. Quando ci penso, il futuro mi preoccupa. Due anni mi sembrano un sogno, ma si può fare. L’obiettivo, se pur parziale, è quello di riportare i cittadini in centro storico. E nelle zone totalmente devastate occorre il coraggio di abbattere e ricostruire daccapo. Ci sono però edifici storici che possono costituire un traino per tutta la ricostruzione».
MARCHETTI «Paolucci ha ragione», evidenzia Luciano Marchetti, ingegnere, vicecommissario della Protezione civile con delega ai Beni culturali, «concordo anche sul fatto che non occorrono interventi di restauro fatti di corsa, ma con coerenza e correttezza scientifica. Si può intervenire subito. Recuperare i monumenti significa sistemare isole in mezzo al deserto e cominciare a riportare cittadini nel centro dell’Aquila». Marchetti annuncia anche che «a Natale sarà completata la messa in sicurezza della chiesa delle Anime Sante». Forse vi si potrà celebrare la messa. Sarebbe un bell’auspicio per guardare con fiducia al futuro.