Rifiuti, si accende lo scontro
Bocciato il piano del termovalorizzatore nella Marsica.
AVEZZANO. È polemica sulla proposta di un termovalorizzatore ad Avezzano per risolvere il problema rifiuti. Era stata avanzata nei giorni scorsi dal presidente della Commissione ambiente del Comune, Alfredo Iacone, ma ora l’assessore regionale Daniela Stati chiarisce che in Regione non si è mai parlato né di «collocazioni territoriali», né del «numero di termovalorizzatori da progettare». Dal Pd, invece, si dicono aperti alle innovazioni, ma con riserve riguardo all’ubicazione nella Marsica.
La città si è candidata a ospitare il termovalorizzatore dell’Abruzzo.
La proposta era stata lanciata da Iacone che aveva sottolineato come «il nostro territorio ha poche possibilità di spuntarla sulle altre province, ma per la Marsica sarebbe sicuramente una risorsa ed eviterebbe in futuro stangate per le tasche dei cittadini. Già ci sono voci di designazioni nelle altre Provincie e sulla costa», aveva evidenziato Iacone, «per questo sarà difficile che prevalga la Marsica, ma non perdiamo le speranze».
Tale scenario non viene però confermato dall’assessorato all’Ambiente. «Non si è mai parlato in Abruzzo né di numero di impianti, né di localizzazioni», ha affermato Daniela Stati, «e qualunque intervento sulla questione è semplicemente un’ipotesi o un’iniziativa spontanea di esponenti politici. Stiamo iniziando a lavorare per la modifica della legge, necessaria per l’avvio di un programma di termovalorizzazione», ha aggiunto la Stati, «ma per il momento è ancora tutto prematuro». Sull’ipotesi di realizzare un impianto ad Avezzano la Stati non si sbilancia. «Saranno gli organi tecnici», ha chiarito, «a valutare quale sia sul territorio abruzzese la zona più idonea per una eventuale realizzazione di un termovalorizzatore».
Nel Partito democratico l’ipotesi di un impianto ad Avezzano non entusiasma. «Siamo aperti a tutte le innovazioni tecnologiche», ha affermato il consigliere regionale e capogruppo comunale di opposizione, Giuseppe Di Pangrazio, «purché siano ecocompatibili, aiutino a tenere l’ambiente e il territorio pulito e, insieme all’attuazione di altre forme come la raccolta differenziata porta a porta, risolvano il problema dei rifiuti. Naturalmente tutto va visto in un quadro di riferimento regionale».
Secondo Di Pangrazio va verificato se nella Regione c’è bisogno di un termovalorizzatore e se così fosse va individuata l’area dove tale struttura possa essere inserita. «L’Abruzzo è conosciuta come la regione verde d’Europa», ha aggiunto, «come produttrice di prodotti alimentari di qualità. Il termovalorizzatore è da considerare come l’ultima soluzione. Il Pd ritiene inoltre che nel nostro territorio, ad alta dimensione agricola, servano interventi di natura diversa per tenere l’ambiente pulito e risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti».
Intanto rimane aperta la questione Tarsu, lievitata in modo esponenziale a causa della chiusura dell’impianto di Santa Lucia. Mentre il Pd ha avviato una petizione popolare per chiederne l’abbassamento, Iacone convocherà nelle prossime ore una seduta della Commissione ambiente per approfondire tale problematica. In ballo ci sono gli impianti di Valle Solegare ad Antrosano, progetto bocciato per la protesta popolare, e Valle dei fiori a Gioia dei Marsi, il cui iter è oramai alle battute finali.
In una prima riunione è emerso che la criticità di Valle Solegara è la distanza dall’ospedale: un chilometro e 800 metri mentre la legge prevede due chilometri. Si tratterebbe però di un impianto più duraturo. I nodi dolenti dell’impianto di Gioia riguardano invece le prescrizioni del comitato regionale: la tipologia dei rifiuti deve essere necessariamente compost prodotto dal trattamento meccanico.
La città si è candidata a ospitare il termovalorizzatore dell’Abruzzo.
La proposta era stata lanciata da Iacone che aveva sottolineato come «il nostro territorio ha poche possibilità di spuntarla sulle altre province, ma per la Marsica sarebbe sicuramente una risorsa ed eviterebbe in futuro stangate per le tasche dei cittadini. Già ci sono voci di designazioni nelle altre Provincie e sulla costa», aveva evidenziato Iacone, «per questo sarà difficile che prevalga la Marsica, ma non perdiamo le speranze».
Tale scenario non viene però confermato dall’assessorato all’Ambiente. «Non si è mai parlato in Abruzzo né di numero di impianti, né di localizzazioni», ha affermato Daniela Stati, «e qualunque intervento sulla questione è semplicemente un’ipotesi o un’iniziativa spontanea di esponenti politici. Stiamo iniziando a lavorare per la modifica della legge, necessaria per l’avvio di un programma di termovalorizzazione», ha aggiunto la Stati, «ma per il momento è ancora tutto prematuro». Sull’ipotesi di realizzare un impianto ad Avezzano la Stati non si sbilancia. «Saranno gli organi tecnici», ha chiarito, «a valutare quale sia sul territorio abruzzese la zona più idonea per una eventuale realizzazione di un termovalorizzatore».
Nel Partito democratico l’ipotesi di un impianto ad Avezzano non entusiasma. «Siamo aperti a tutte le innovazioni tecnologiche», ha affermato il consigliere regionale e capogruppo comunale di opposizione, Giuseppe Di Pangrazio, «purché siano ecocompatibili, aiutino a tenere l’ambiente e il territorio pulito e, insieme all’attuazione di altre forme come la raccolta differenziata porta a porta, risolvano il problema dei rifiuti. Naturalmente tutto va visto in un quadro di riferimento regionale».
Secondo Di Pangrazio va verificato se nella Regione c’è bisogno di un termovalorizzatore e se così fosse va individuata l’area dove tale struttura possa essere inserita. «L’Abruzzo è conosciuta come la regione verde d’Europa», ha aggiunto, «come produttrice di prodotti alimentari di qualità. Il termovalorizzatore è da considerare come l’ultima soluzione. Il Pd ritiene inoltre che nel nostro territorio, ad alta dimensione agricola, servano interventi di natura diversa per tenere l’ambiente pulito e risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti».
Intanto rimane aperta la questione Tarsu, lievitata in modo esponenziale a causa della chiusura dell’impianto di Santa Lucia. Mentre il Pd ha avviato una petizione popolare per chiederne l’abbassamento, Iacone convocherà nelle prossime ore una seduta della Commissione ambiente per approfondire tale problematica. In ballo ci sono gli impianti di Valle Solegare ad Antrosano, progetto bocciato per la protesta popolare, e Valle dei fiori a Gioia dei Marsi, il cui iter è oramai alle battute finali.
In una prima riunione è emerso che la criticità di Valle Solegara è la distanza dall’ospedale: un chilometro e 800 metri mentre la legge prevede due chilometri. Si tratterebbe però di un impianto più duraturo. I nodi dolenti dell’impianto di Gioia riguardano invece le prescrizioni del comitato regionale: la tipologia dei rifiuti deve essere necessariamente compost prodotto dal trattamento meccanico.