Rivoluzione civile con Cialente scontro al vetriolo
Costantini e Mascitelli accusati di disinteresse per L’Aquila La replica: noi protestavamo, altri distribuivano onorificenze
L’AQUILA. La presentazione della lista Rivoluzione civile, che vede insieme Idv, Prc, Comunisti italiani, Movimento Arancione e Rete 2018, si è trasformata in un pesante atto d’accusa nei confronti del sindaco Massimo Cialente e dei due candidati aquilani del Pd (Pezzopane e Lolli). Protagonisti di questo «fuori programma» al vetriolo il consigliere regionale Carlo Costantini e il senatore Alfonso Mascitelli, entrambi dell’Idv, partito che al Comune dell’Aquila ha un suo assessore in giunta. Una conferenza stampa cominciata con la presentazione del progetto messo in campo dal candidato premier Antonio Ingroia. «Riponiamo fiducia nell’elettorato», ha esordito Antonio Lattanzi (Prc), «che, a nostro avviso, saprà comprendere la validità del progetto». Un rapido giro tra i candidati, tra loro Paola Ange lillis, Marina Mancini e Carlo Alicandri Ciufelli. Quindi l’intervento del consigliere comunale, anch’egli in lista, Enrico Perilli (Prc), a fare da apripista a Costantini che ha subito chiarito di voler rispedire al sindaco, e con gli interessi, l’accusa rivolta a lui e a Mascitelli «di non aver fatto nulla per L’Aquila». Parole pronunciate dal primo cittadino nel corso di un dibattito televisivo.
«Questo per Cialente è un clamoroso autogol. Noi siamo stati sempre presenti e siamo stati gli unici ad alzare le barricate contro le cose scandalose che qui si stavano compiendo. Personalmente ho gridato allo scandalo contro le new town mentre Cialente faceva altro. Per difendere L’Aquila sono stato costretto a subìre intimidazioni e denunce. E questo accadeva», ha incalzato Costantini, «mentre altri facevano a gara per dare onorificenze a cricche e cricchette. Io e Mascitelli siamo stati i soli a protestare. E non abbiamo sentito voci contrarie sull’arrivo all’Aquila del prefetto Giovanna Maria Iurato, coinvolta in un’inchiesta della Procura di Napoli. Se fossi stato io il sindaco di questa città avrei fatto fiamme e fuoco contro quella nomina. Invece, non c’è stata alcuna reazione. Se non mi fossi occupato dell’Aquila, come sostiene Cialente, non avrei preso querele. E ancora di più l’ha fatto Mascitelli in parlamento. Il sindaco si sciacqui la bocca prima di parlare di Rivoluzione civile».
«Quello di Cialente è un attacco di basso profilo», ha tuonato Mascitelli, rivendicando la paternità delle battaglie «contro Bertolaso, i commissari e i sub commissari inviati all’Aquila». Quindi l’invito di Mascitelli «al voto “doppiamente utile” per Rivoluzione civile» e l’annuncio «di voler essere protagonisti, anche del cambiamento di rotta in Regione dove regna lo sfascio». Alle Regionali ci presenteremo con un nostro candidato». Un incontro chiuso in polemica. Tutto per una domanda, evidentemente poco gradita a Costantini, sulla tenuta, alla luce del reciproco scambio di “complimenti”, dell’amministrazione Cialente. «Ne riparleremo a fine febbraio, a elezioni avvenute», ha tagliato corto Costantini. Più prudente Perilli. «L’amministrazione Cialente è nata su alleanze programmatiche. Tutto dipenderà dal rispetto degli accordi».)
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