Sarà ascoltato l’alunno punito per una bestemmia

Prevista l’audizione del minorenne isolato a scuola, dovrà comparire davanti all’Ufficio scolastico regionale
AVEZZANO. Il minorenne punito per una bestemmia, e isolato dalla scuola, dovrà comparire davanti all’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo. Il provveditore Massimiliano Nardocci ha disposto che l’alunno debba essere ascoltato «al fine di ottenere opportuni approfondimenti in relazione ai fatti accaduti all’interno delle mura scolastiche». Così si legge nella richiesta per il consenso ai genitori del minore, che dovranno rilasciare apposita autorizzazione. L’audizione avverrà nell’ufficio di presidenza dello stesso istituto superiore della Marsica frequentato dal ragazzo. È stato il preside a intercedere rispetto all’iniziativa dell’Ufficio scolastico regionale, inviando comunicazione formale ai genitori del giovane.
Una vicenda complessa, innescata dalle accuse di «ghettizzazione» mosse della madre dello studente, attraverso un esposto che i legali della famiglia, hanno provveduto a recapitare all’Ufficio scolastico e al ministero dell’Istruzione lo scorso 15 marzo. «Mio figlio, per un suo errore, che ha subito riconosciuto e per il quale ha chiesto prontamente scusa, è stato sospeso dalle attività extra scolastiche (gite, sport, teatro...). Viene lasciato solo in classe come un cane». Questo si legge sulla denuncia. L’episodio a carico del minore, a cui lo stesso genitore fa riferimento quale causa scatenante del caso, risale allo scorso novembre, in occasione di un viaggio d’istruzione fuori regione. In quella particolare circostanza l’alunno proferì un’espressione blasfema rivolgendosi ad una docente.
«All’epoca tornò a casa con una sospensione di tre giorni», aveva spiegato la madre, «e per questo mi sono arrabbiata tantissimo con lui. Ho dato ragione ai professori e gli ho spiegato che certi comportamenti non possono essere tollerati. Ma se a distanza di cinque mesi siamo ancora qui a parlarne c’è qualcosa che non va. Non credo che possa essere condannato a vita». Situazione sulla quale il direttore regionale dell’Ufficio scolastico era prontamente intervenuto, chiamando a colloquio il dirigente per avere la posizione della scuola. «Abbiamo acquisito informazioni per le vie brevi, in attesa di accertare i fatti con più accuratezza», aveva spiegato Nardocci.
«Sembrerebbe trattarsi di un caso molto grave di reiterati comportamenti scorretti del ragazzo, con possibili risvolti penali in corso di approfondimento. La scuola sembra aver agito correttamente, cercando di recuperare il ragazzo, ma fino ad ora non è riuscita a modificare tali comportamenti. L’ufficio farà i dovuti accertamenti». Dichiarazione che ha segnato una spaccatura tra la versione della famiglia, assistita dagli avvocati Luca e Pasquale Motta, e le ragioni dell’istituto. E proprio sulla verità dei fatti cercherà di fare chiarezza l’autorità.
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