Dopo l’appello a Napolitano sindacati ancora preoccupati per la crisi del gruppo Compel

Scioperano i lavoratori della Cn-System Finmek, locali affittati ad altre aziende

L’AQUILA. Autunno caldo, sul fronte dell’occupazione. I 31 lavoratori della «Cn-System» hanno dichiarato lo stato di agitazione e ieri hanno effettuato il primo giorno di sciopero. C’è aria di nuova mobilitazione anche alla Technolabs: il presidente della Repubblica Napolitano ha risposto all’appello dei ricercatori e ha interessato del problema il ministero dello Sviluppo Economico. Intanto sembra raggiunto l’accordo tra Aquila Sviluppo e Finmek in merito al riutilizzo dell’immobile del polo elettronico. Ma andiamo per ordine.

I dipendenti della «Cn-System» sono seriamente preoccupati per il futuro dell’azienda, che fa capo alla Compel, insieme a Technolabs, Intercompel e P&A Service: il gruppo da tempo si trova alla prese con una grave crisi, per la mancanza di commesse e nei vari stabilimenti si fa continuo ricorso alla cassa integrazione.

Ieri mattina i lavoratori della «Cn-System» hanno deciso di incrociare le braccia, attuando uno sciopero a rotazione, che andrà avanti anche nei prossimi giorni, in attesa che la proprietà fornisca chiarimenti sulle prospettive future del sito.
Anche i 160 ricercatori della Technolabs, dopo essersi rivolti alla Presidenza della Repubblica e aver sollecitato attenzione sul settore della ricerca, attendono notizie dal ministero e dalle istituzioni locali.

Sul fronte Finmek, durante l’ultimo incontro nella capitale è stato siglato un accordo per il riutilizzo dell’immobile: verrà diviso a metà tra Aquila Sviluppo e la stessa Finmek, che potrà vendere i propri spazi a prezzo di mercato. Se l’acquirente si impegnerà a ricollocare anche gli ex lavoratori, il prezzo diminuirà. «La soluzione industriale va comunque individuata con celerità», dice Alfredo Fegatelli della Fiom «e bisognerà evitare che nuove aziende interessate a sfruttare i vantaggi della zona franca possano ricollocare solo pochi lavoratori, producendo un pericoloso spezzatino».