«Sfondato il tetto dei 6mila euro» Così la città onora le sue vittime

Prosegue spedita la raccolta fondi lanciata dall’Aquila per la vita per coprire le spese legali ai familiari Il presidente Paravano: «L’obiettivo è il sostegno umano e morale, non quello di pagare gli avvocati»
L’AQUILA. Oltre 6mila euro provenienti dalle tasche non soltanto degli aquilani. A tanto ammonta il tesoretto di solidarietà – in continuo aggiornamento – nell’ambito della raccolta fondi lanciata a sostegno dei familiari delle vittime universitarie del terremoto dell’Aquila, dopo la pubblicazione delle motivazioni delle sentenze choc che non solo hanno negato loro i risarcimenti per la perdita dei propri cari, ma li hanno anche condannati al pagamento delle spese processuali. Giorgio Paravano, presidente dell’associazione “L’Aquila per la vita”, spiega il senso dell’iniziativa solidale di cui è tra i promotori nell’intervista che segue.
Dopo l’ondata d’indignazione suscitata dalle sentenze definite choc, come sta procedendo la raccolta fondi?
«Solo fino a pochi giorni fa ci attestavamo sui 5mila euro raccolti. Oggi, invece, abbiamo già superato i 6mila. Di questo passo speriamo di raggiungere l’obiettivo dei 10mila euro entro fine mese, così da arrivare a un passo dal traguardo e poter coprire le spese legali che i familiari delle vittime dovranno affrontare (circa 14mila euro, ndr)».
L’indignazione ha avuto un’eco nazionale, valicando i confini cittadini. Da dove stanno giungendo le donazioni ?
«La cosa che ci ha lasciati positivamente sorpresi sono state proprio le donazioni provenienti da fuori provincia, segno che ci sono molti non aquilani che si sono dimostrati sensibili a questa causa. E questo è soltanto uno degli aspetti più positivi della campagna che abbiamo da poco lanciato e che, a quanto pare, procede spedita».
Vuole spiegare qual è il fine ultimo dell’iniziativa che avete messo in campo non più di quindici giorni fa?
«Condannare chi ha perso tutto anche al pagamento delle spese legali ci è sembrata francamente una beffa troppo grande dal punto di vista etico, tanto che abbiamo da subito avvertito l’esigenza di attivarci con un’iniziativa capace di rialzare l’asticella dell’umanità, che è quello che è mancato in tutta questa vicenda, a fronte della legittimità delle decisioni prese dai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila, che non discutiamo. Il nostro obiettivo è perciò quello di non far sentire sole queste persone già piegate dal dolore, di certo non quello di offrire loro la parcella dei rispettivi avvocati».
Il mondo della politica ha a sua volta annunciato di voler sostenere la causa dei familiari, come scritto in un ordine del giorno poi approvato all’unanimità dal consiglio comunale. In che misura questo sostegno si sta manifestando?
«Sono circa una ventina i consiglieri comunali che hanno già versato il proprio gettone di presenza in nome della nostra gara di solidarietà. Qualcuno, in verità, ha anche anticipato i tempi e lo ha fatto attraverso un versamento in forma privata senza attendere l’iter burocratico previsto. Abbiamo inoltre registrato il sostegno di alcuni consiglieri regionali come Roberto Santangelo e Pierpaolo Pietrucci, oltre che del senatore Michele Fina. Ci aspettiamo, in ogni caso, altri segnali importanti da parte degli uomini delle istituzioni, che di sicuro possono fare la loro parte meglio di chiunque altro».
Tra le varie donazioni ricevute, ce n’è qualcuna che l’ha particolarmente colpita?
«Le offerte che più delle altre mi hanno intenerito sono state quelle piccole, quelle cioè da parte della gente comune, singoli cittadini di buon cuore che hanno deciso di donare ciò che potevano, pur non avendo grandi disponibilità economiche, segno che si sono sentiti in dovere di stare vicino alle persone che soffrono da 15 anni a questa parte. È questo che fa davvero la differenza e dà valore alla nostra iniziativa, rispecchiandone pienamente lo spirito».
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