Sulmona, sparito il telefonino del generale morto
Senza esito le ricerche nel boschetto di Pacentro. Pool di investigatori in Basilicata per ricostruire i rapporti con la Total
SULMONA. È sparito il telefonino di Guido Conti, il generale dei carabinieri forestali in congedo morto suicida una settimana fa. Le ricerche nel boschetto dove è avvenuta la tragedia hanno dato esito negativo. Si aspetta di avere i risultati dei tabulati telefonici per poter risalire ai contatti e agli spostamenti del 58enne di Sulmona. L’ultimo ingresso su wathsapp risale alle 9.52 di venerdì 17, circa 11 ore prima del ritrovamento del corpo senza vita. Non è escluso che sia stato lo stesso Conti a disfarsi del cellulare, visto che lo stesso generale ha avuto l’accortezza di cancellare il suo profilo Facebook e molti file sul proprio computer.
I carabinieri, coordinati dal maggiore Edoardo Commandè del nucleo investigativo dell’Aquila, non stanno lasciando nulla al caso proprio per fare piena luce su quanto accaduto. Un pool di investigatori è andato in Basilicata dove Conti ha lavorato. Dall’1 novembre a pochi giorni prima del gesto estremo l’ex ufficiale aveva ottenuto un incarico dirigenziale alla Total, la multinazionale francese dell’energia che lavora il petrolio lucano, in particolare a Tempa Rossa. Proprio in Basilicata i carabinieri stanno ricostruendo l’attività svolta da Conti e i contatti che ha avuto con la Total. Nei giorni scorsi è stato ascoltato anche il blogger lucano che ha scambiato messaggi con Conti.
La Procura di Sulmona ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio. Sette rappresentanti della multinazionale dell’energia sono stati già ascoltati lunedì scorso, nel giorno dei funerali. Si continua a cercare, invece, una lettera che Conti potrebbe avere inviato a qualcuno. La mattina di venerdì 17 l’uomo ha acquistato un francobollo in una tabaccheria di Sulmona. Valore bollato non trovato nell’auto utilizzata per raggiungere il boschetto lungo la provinciale tra Sulmona e Pacentro. Si presume che possa averlo utilizzato per spedire una lettera. Gli investigatori hanno chiesto la collaborazione delle Poste Italiane per poterla rintracciare prima che arrivi a destinazione.
Nella vettura sono stati trovati solo tre fogli formato A4. Uno con messaggi d’affetto ai familiari, gli altri due contenenti scritti su Rigopiano. Tragedia che, a detta di Conti, pesava come un macigno sulla sua esistenza visto che il suo rimpianto era quello di non aver potuto fare qualcosa per evitarla. Pochi giorni fa i familiari del generale in congedo hanno diffuso dei documenti della Procura di Pescara per precisare che Conti non è stato mai indagato per quanto accaduto nell’hotel di Rigopiano.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I carabinieri, coordinati dal maggiore Edoardo Commandè del nucleo investigativo dell’Aquila, non stanno lasciando nulla al caso proprio per fare piena luce su quanto accaduto. Un pool di investigatori è andato in Basilicata dove Conti ha lavorato. Dall’1 novembre a pochi giorni prima del gesto estremo l’ex ufficiale aveva ottenuto un incarico dirigenziale alla Total, la multinazionale francese dell’energia che lavora il petrolio lucano, in particolare a Tempa Rossa. Proprio in Basilicata i carabinieri stanno ricostruendo l’attività svolta da Conti e i contatti che ha avuto con la Total. Nei giorni scorsi è stato ascoltato anche il blogger lucano che ha scambiato messaggi con Conti.
La Procura di Sulmona ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio. Sette rappresentanti della multinazionale dell’energia sono stati già ascoltati lunedì scorso, nel giorno dei funerali. Si continua a cercare, invece, una lettera che Conti potrebbe avere inviato a qualcuno. La mattina di venerdì 17 l’uomo ha acquistato un francobollo in una tabaccheria di Sulmona. Valore bollato non trovato nell’auto utilizzata per raggiungere il boschetto lungo la provinciale tra Sulmona e Pacentro. Si presume che possa averlo utilizzato per spedire una lettera. Gli investigatori hanno chiesto la collaborazione delle Poste Italiane per poterla rintracciare prima che arrivi a destinazione.
Nella vettura sono stati trovati solo tre fogli formato A4. Uno con messaggi d’affetto ai familiari, gli altri due contenenti scritti su Rigopiano. Tragedia che, a detta di Conti, pesava come un macigno sulla sua esistenza visto che il suo rimpianto era quello di non aver potuto fare qualcosa per evitarla. Pochi giorni fa i familiari del generale in congedo hanno diffuso dei documenti della Procura di Pescara per precisare che Conti non è stato mai indagato per quanto accaduto nell’hotel di Rigopiano.
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