Tassa di scopo, Cialente rilancia
Il sindaco: servirà a far partire la ristrutturazione del centro storico.
L’AQUILA. Il ruolo degli enti locali nella ricostruzione, una tassa di scopo per il recupero del centro storico e nuovi alloggi, da realizzare subito, per far fronte all’emergenza abitativa che il progetto Case ha solo parzialmente risolto. Un intervento a 360 gradi, quello del sindaco Massimo Cialente, che ha anche invitato i proprietari di case B e C ad avviare presto le riparazioni.
D’accordo con il presidente della Regione, Gianni Chiodi, sulla necessità di cambiare passo e di promuovere una nuova governance per la ricostruzione, il sindaco Massimo Cialente, guarda al futuro e ai progetti da mettere in cantiere rivendicando però il ruolo finora svolto dagli enti locali «nel correggere percorsi e decisioni importanti».
Sindaco Cialente, il presidente Chiodi ha espresso la necessità che siano i poteri pubblici locali a definire le strategie della ricostruzione. Le sembra una strada percorribile?
«Con Chiodi ci sentiamo spesso e condivido il discorso della governance Regione-comunità locali. Ma all’Aquila bisognerà riservare un’attenzione particolare: dovrà condividere con la Regione il ruolo di coordinamento. L’importante è che questa discussione non sia fonte di polemiche. Ci attendono momenti difficili, ma in questi tre mesi che ci separano dall’uscita di scena della Protezione civile dovremo preparare la “macchina” che dovrà coordinare la ricostruzione. Ma con la Protezione civile non ci sarà nessun divorzio. E’ un rapporto che, per come è stato organizzato il decreto, dovrà continuare anche se in modo diverso dalla gestione commissariale».
Mi sembra di capire che non è d’accordo sull’ipotesi di prorogare il mandato di Bertolaso fino a dopo le elezioni provinciali.
«Questo è un Paese che deve credere nel suo assetto istituzionale. Però ci si deve chiedere perché è così difficile fare delle cose. E’ necessario domandarsi perché con il G8 è stato possibile realizzare una strada in venti giorni, mentre applicando le normali procedure ci sono voluti 25 mesi per fare una bretella».
In questi giorni si parla solo di assegnazione di alloggi, ma c’è chi sollecita idee e proposte per la ricostruzione. Ha già progetti su cui poter avviare un confronto con la Regione?
«Siamo pronti a lavorare da subito su un progetto complessivo per la ricostruzione dell’Aquila intesa come città-territorio. Chiederemo miliardi al Paese, ma dovremo restituire una città modello che, in fatto di infrastrutture e di edifici pubblici, non sia gia “vecchia” prima di essere completata. Per questo è importante il discorso della ricostruzione complessiva delle periferie venute giù e del centro storico. Un impegno enorme che spetta a istituzioni ed enti locali».
Ma il Comune, con i pochi mezzi che ha, potrà mantenere questo impegno?
«Avremo bisogno di una struttura altamente qualificata e di figure di altissima competenza per quel che concerne gli aspetti tecnico-normativi ed economici. Professionalità quali quelle “sfoderate” dalla Protezione civile nell’estensione dei vari provvvedimenti. La ricostruzione va avviata immediatamente mettendo in campo un rinnovato piano strategico, di cui il lavoro che si sta facendo con l’Ocse è un solo un pezzo. La mia intenzione è di avviare un dibattito sulla possibilità di ricostruire il centro storico, pezzo a pezzo; di ristrutturare subito alcuni edifici simboli, quali ad esempio palazzo Margherita, la scuola De Amicis, il Palazzetto dei Nobili, il teatro. Tornerò a chiedere l’istituzione di una tassa di scopo per poter appaltare i lavori di ristrutturazione di questi edifici storici che rappresentano le scheletro intorno al quale ricostruire le case. Per fare questo servono soldi subito, perché si tratta di interventi che possono essere appaltati entro il 2010».
Intanto ci sono famiglie che attendono una casa...
«L’altro giorno ho firmato l’ordinanza per la realizzazione nelle frazioni fuori dal progetto Case di 1000-1200 alloggi provvisori, così da assicurare la sistemazione di altri nuclei familiari. Era una cosa che stavamo chiedendo da mesi alla Protezione civile che ha detto finalmente sì. In questo modo saremo in grado di sistemare altre famiglie e di mantenere integro il tessuto sociale nelle frazioni».
Ieri, però, l’assegnazione dei nuovi alloggi è stata accompagnata da tensioni e proteste.
«Era chiaro che quelle case non sarebbero bastate. Comprendo il disagio profondo e il dolore della mia gente. Posso solo dire che stiamo lavorando per riportare tutti all’Aquila entro un paio di mesi. Già domani (oggi per chi legge) avremo un’ultima riunione per le requisizioni delle case sfitte. E siamo pronti a completare quelle che risultano in fase di costruzione. Chiedo a tutti di mantenere la calma e a chi ha le case B e C di avviare subito i lavori».
D’accordo con il presidente della Regione, Gianni Chiodi, sulla necessità di cambiare passo e di promuovere una nuova governance per la ricostruzione, il sindaco Massimo Cialente, guarda al futuro e ai progetti da mettere in cantiere rivendicando però il ruolo finora svolto dagli enti locali «nel correggere percorsi e decisioni importanti».
Sindaco Cialente, il presidente Chiodi ha espresso la necessità che siano i poteri pubblici locali a definire le strategie della ricostruzione. Le sembra una strada percorribile?
«Con Chiodi ci sentiamo spesso e condivido il discorso della governance Regione-comunità locali. Ma all’Aquila bisognerà riservare un’attenzione particolare: dovrà condividere con la Regione il ruolo di coordinamento. L’importante è che questa discussione non sia fonte di polemiche. Ci attendono momenti difficili, ma in questi tre mesi che ci separano dall’uscita di scena della Protezione civile dovremo preparare la “macchina” che dovrà coordinare la ricostruzione. Ma con la Protezione civile non ci sarà nessun divorzio. E’ un rapporto che, per come è stato organizzato il decreto, dovrà continuare anche se in modo diverso dalla gestione commissariale».
Mi sembra di capire che non è d’accordo sull’ipotesi di prorogare il mandato di Bertolaso fino a dopo le elezioni provinciali.
«Questo è un Paese che deve credere nel suo assetto istituzionale. Però ci si deve chiedere perché è così difficile fare delle cose. E’ necessario domandarsi perché con il G8 è stato possibile realizzare una strada in venti giorni, mentre applicando le normali procedure ci sono voluti 25 mesi per fare una bretella».
In questi giorni si parla solo di assegnazione di alloggi, ma c’è chi sollecita idee e proposte per la ricostruzione. Ha già progetti su cui poter avviare un confronto con la Regione?
«Siamo pronti a lavorare da subito su un progetto complessivo per la ricostruzione dell’Aquila intesa come città-territorio. Chiederemo miliardi al Paese, ma dovremo restituire una città modello che, in fatto di infrastrutture e di edifici pubblici, non sia gia “vecchia” prima di essere completata. Per questo è importante il discorso della ricostruzione complessiva delle periferie venute giù e del centro storico. Un impegno enorme che spetta a istituzioni ed enti locali».
Ma il Comune, con i pochi mezzi che ha, potrà mantenere questo impegno?
«Avremo bisogno di una struttura altamente qualificata e di figure di altissima competenza per quel che concerne gli aspetti tecnico-normativi ed economici. Professionalità quali quelle “sfoderate” dalla Protezione civile nell’estensione dei vari provvvedimenti. La ricostruzione va avviata immediatamente mettendo in campo un rinnovato piano strategico, di cui il lavoro che si sta facendo con l’Ocse è un solo un pezzo. La mia intenzione è di avviare un dibattito sulla possibilità di ricostruire il centro storico, pezzo a pezzo; di ristrutturare subito alcuni edifici simboli, quali ad esempio palazzo Margherita, la scuola De Amicis, il Palazzetto dei Nobili, il teatro. Tornerò a chiedere l’istituzione di una tassa di scopo per poter appaltare i lavori di ristrutturazione di questi edifici storici che rappresentano le scheletro intorno al quale ricostruire le case. Per fare questo servono soldi subito, perché si tratta di interventi che possono essere appaltati entro il 2010».
Intanto ci sono famiglie che attendono una casa...
«L’altro giorno ho firmato l’ordinanza per la realizzazione nelle frazioni fuori dal progetto Case di 1000-1200 alloggi provvisori, così da assicurare la sistemazione di altri nuclei familiari. Era una cosa che stavamo chiedendo da mesi alla Protezione civile che ha detto finalmente sì. In questo modo saremo in grado di sistemare altre famiglie e di mantenere integro il tessuto sociale nelle frazioni».
Ieri, però, l’assegnazione dei nuovi alloggi è stata accompagnata da tensioni e proteste.
«Era chiaro che quelle case non sarebbero bastate. Comprendo il disagio profondo e il dolore della mia gente. Posso solo dire che stiamo lavorando per riportare tutti all’Aquila entro un paio di mesi. Già domani (oggi per chi legge) avremo un’ultima riunione per le requisizioni delle case sfitte. E siamo pronti a completare quelle che risultano in fase di costruzione. Chiedo a tutti di mantenere la calma e a chi ha le case B e C di avviare subito i lavori».