Tasse, beffa dal governo: sospensione fino al 2010, ma non per tutti
Il governo è pronto a prorogare la sospensione fino a settembre 2010. Ma il provvedimento riguarderà solo i lavoratori autonomi ed escluderà dipendenti e pensionati. Alla fine ha prevalso la linea dura di Tremonti. Intanto, il decreto del Consiglio dei Ministri assegna a Chiodi, dal 1º gennaio, i poteri per la ricostruzione. Bertolaso resterà alla Protezione civile un altro anno. Al massimo all’inizio della prossima settimana, il Comune ha assicurato i pagamento per l’autonoma sistemazione di settembre e ottobre
L’AQUILA. Il nuovo terremoto ha come epicentro Palazzo Chigi, da dove parte la scossa che beffa un popolo intero. Perché gli aquilani si confermano sinistrati e tartassati. Il governo rimanda a un Milleproroghe il punto che fa slittare la sospensione dei versamenti (come l’Irpef) e dopo ore confuse si scopre che i benefici esistono ma non sono per tutti. Non riguardano dipendenti, pensionati o cassintegrati.
A Consiglio dei Ministri concluso, ieri, si è avuta addirittura l’impressione di uno strappo consumato fra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Quest’ultimo, presente al Cdm, non ha partecipato alla successiva conferenza stampa a Palazzo Chigi, che ha visto invece la presenza del governatore sardo Ugo Cappellacci.
CHIODI IN SILENZIO. Per tutta la giornata Chiodi ha preferito non intervenire sul caso-tasse. Perché di un caso si tratta. «Il provvedimento che proroga la sospensione dei tributi per i territori colpiti dal terremoto», ha affermato Bertolaso, «verrà inserito nel decreto legge Milleproroghe. A giorni saranno finalizzati tempi, metodi e criteri». Poi la precisazione: «La proroga non sarà per tutti, ma riguarderà il territorio del cratere e le categorie più a rischio per il pagamento dei tributi». Benefici sì, dunque, ma con dei distinguo. Quali? Sono specificati nel «capo XIII», articolo 44, della bozza Milleproroghe: sospensione tributi e contributi aree colpite dal sisma dell’Aquila. «Per i titolari di redditi di impresa o di lavoro autonomo il termine di scadenza della sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari è prorogato al 30 settembre 2010». Le disposizioni si applicano anche ad aziende e società «con volume d’affari non superiore a 200mila euro».
NIENTE SCONTI. E la restituzione delle somme? Avverrà in sessanta rate (cinque anni) da ottobre 2010, senza applicazione di sanzioni, interessi e oneri accessori. La restituzione sarà però al 100% perché non sono contemplati abbattimenti. Diverso dal trattamento riservato ai terremoti di Umbria e Marche. In Umbria la restituzione è cominciata dodici anni dopo il sisma, con 120 rate e uno «sconto» del 60%. Al momento quella del Milleproroghe è una bozza - con un veloce passaparola all’Aquila è stato prontamente ribattezzato «Millebeffe» - ma i margini di correzione sono ridottissimi, visto che il definitivo via libera dovrà avvenire entro fine anno (ieri pomeriggio il ministero dell’Economia ha avviato una verifica contabile). Senza correttivi, quindi, verrebbero escluse più categorie di contribuenti, dai lavoratori dipendenti ai pensionati, compresi i cassintegrati. E secondo le stime dei commercialisti non più del 20 per cento delle imprese aquilane ha redditi non superiori a 200mila euro. Eppure le anticipazioni dei giorni scorsi, fatte da Protezione civile prima e Regione poi, erano ben altre: Chiodi aveva annunciato che la restituzione Irpef slittava al 2011, con tanto di ringraziamenti al ministro Giulio Tremonti.
LE PRIME POLEMICHE. Alla fine ha prevalso proprio la linea dura del ministro delle Finanze. Il mancato arrivo del «decreto L’Aquila» previsto al termine del Cdm e il rinvio al Milleproroghe hanno scatenato malumori. «Chiodi e Bertolaso avevano detto che tutto era sistemato», ha affermato Eugenio Carlomagno del Comitato centro storico, «invece è arrivata la fregatura. Domani (oggi per chi legge, ndr) ci riuniremo con gli altri comitati e decideremo come mobilitarci per ottenere chiarimenti». Il vicepresidente del consiglio regionale, Giorgio De Matteis, ha parlato di «incertezza e confusione» e ha annunciato per oggi una conferenza stampa (sala Silone dell’Emiciclo alle 11). «Se la proroga passasse così com’è sarebbe una vergogna», ha tuonato Umberto Trasatti, segretario provinciale Cgil, «dove sono le assicurazioni sbandierate ai quattro venti da Chiodi? Lavoratori dipendenti, pensionati e persino cassintegrati sono stati trasformati in terremotati di serie Z. Senza dimenticare che nel frattempo le tasse si stanno pagando». Secondo Carlo Costantini, capogruppo Idv in consiglio regionale «il governo ha smentito Chiodi e l’ha esposto a una brutta figura».
LA RICOSTRUZIONE. Non ci sono stati scogli, invece, per gli altri decreti sul post-sisma in discussione al Cdm. Dal primo gennaio prossimo, il presidente Chiodi sarà commissario della ricostruzione, affiancato da enti locali e, per un periodo, dalla stessa Protezione civile.
BERTOLASO E LA SPA. Il Dipartimento per le emergenze, per un altro anno, potrà contare sul prezioso lavoro di Bertolaso. Rispettando le volontà espresse nei nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Berlusconi. «Avevo chiesto di poter andare in prepensionamento alla fine di quest’anno», ha detto Bertolaso nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, «ma il governo ha inserito una norma che prevede una proroga a questi termini e quindi rimarrò nelle funzioni di capo del Dipartimento fino a un massimo di 12 mesi, a partire da gennaio». Una «decisione opportuna» l’ha definita il sottosegretario «perché mi consentirà di individuare, d’intesa col presidente del consiglio e con il governo, un vicecapo Dipartimento che mi possa affiancare e che dopo un periodo di doppio comando possa rilevare la direzione e consentire a me di occuparmi di altro in qualche altra parte del mondo». Da gennaio Bertolaso seguirà i primi passi della «Protezione civile servizi spa», società voluta per riorganizzare il lavoro del Dipartimento. Come previsto nel decreto, alla società sarà affidata «la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione dei lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, l’acquisizione di forniture o servizi di competenza del Dipartimento, compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale». Il decreto consentirà una spesa di 8,2 milioni per assumere il personale che ha lavorato per il Dipartimento. La creazione della Spa è stata contesta dalla Cgil: «A rischio di incostituzionalità». Dubbi anche dall’Anci, che col vice presidente Roberto Reggi ha espresso «stupore».
A Consiglio dei Ministri concluso, ieri, si è avuta addirittura l’impressione di uno strappo consumato fra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Quest’ultimo, presente al Cdm, non ha partecipato alla successiva conferenza stampa a Palazzo Chigi, che ha visto invece la presenza del governatore sardo Ugo Cappellacci.
CHIODI IN SILENZIO. Per tutta la giornata Chiodi ha preferito non intervenire sul caso-tasse. Perché di un caso si tratta. «Il provvedimento che proroga la sospensione dei tributi per i territori colpiti dal terremoto», ha affermato Bertolaso, «verrà inserito nel decreto legge Milleproroghe. A giorni saranno finalizzati tempi, metodi e criteri». Poi la precisazione: «La proroga non sarà per tutti, ma riguarderà il territorio del cratere e le categorie più a rischio per il pagamento dei tributi». Benefici sì, dunque, ma con dei distinguo. Quali? Sono specificati nel «capo XIII», articolo 44, della bozza Milleproroghe: sospensione tributi e contributi aree colpite dal sisma dell’Aquila. «Per i titolari di redditi di impresa o di lavoro autonomo il termine di scadenza della sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari è prorogato al 30 settembre 2010». Le disposizioni si applicano anche ad aziende e società «con volume d’affari non superiore a 200mila euro».
NIENTE SCONTI. E la restituzione delle somme? Avverrà in sessanta rate (cinque anni) da ottobre 2010, senza applicazione di sanzioni, interessi e oneri accessori. La restituzione sarà però al 100% perché non sono contemplati abbattimenti. Diverso dal trattamento riservato ai terremoti di Umbria e Marche. In Umbria la restituzione è cominciata dodici anni dopo il sisma, con 120 rate e uno «sconto» del 60%. Al momento quella del Milleproroghe è una bozza - con un veloce passaparola all’Aquila è stato prontamente ribattezzato «Millebeffe» - ma i margini di correzione sono ridottissimi, visto che il definitivo via libera dovrà avvenire entro fine anno (ieri pomeriggio il ministero dell’Economia ha avviato una verifica contabile). Senza correttivi, quindi, verrebbero escluse più categorie di contribuenti, dai lavoratori dipendenti ai pensionati, compresi i cassintegrati. E secondo le stime dei commercialisti non più del 20 per cento delle imprese aquilane ha redditi non superiori a 200mila euro. Eppure le anticipazioni dei giorni scorsi, fatte da Protezione civile prima e Regione poi, erano ben altre: Chiodi aveva annunciato che la restituzione Irpef slittava al 2011, con tanto di ringraziamenti al ministro Giulio Tremonti.
LE PRIME POLEMICHE. Alla fine ha prevalso proprio la linea dura del ministro delle Finanze. Il mancato arrivo del «decreto L’Aquila» previsto al termine del Cdm e il rinvio al Milleproroghe hanno scatenato malumori. «Chiodi e Bertolaso avevano detto che tutto era sistemato», ha affermato Eugenio Carlomagno del Comitato centro storico, «invece è arrivata la fregatura. Domani (oggi per chi legge, ndr) ci riuniremo con gli altri comitati e decideremo come mobilitarci per ottenere chiarimenti». Il vicepresidente del consiglio regionale, Giorgio De Matteis, ha parlato di «incertezza e confusione» e ha annunciato per oggi una conferenza stampa (sala Silone dell’Emiciclo alle 11). «Se la proroga passasse così com’è sarebbe una vergogna», ha tuonato Umberto Trasatti, segretario provinciale Cgil, «dove sono le assicurazioni sbandierate ai quattro venti da Chiodi? Lavoratori dipendenti, pensionati e persino cassintegrati sono stati trasformati in terremotati di serie Z. Senza dimenticare che nel frattempo le tasse si stanno pagando». Secondo Carlo Costantini, capogruppo Idv in consiglio regionale «il governo ha smentito Chiodi e l’ha esposto a una brutta figura».
LA RICOSTRUZIONE. Non ci sono stati scogli, invece, per gli altri decreti sul post-sisma in discussione al Cdm. Dal primo gennaio prossimo, il presidente Chiodi sarà commissario della ricostruzione, affiancato da enti locali e, per un periodo, dalla stessa Protezione civile.
BERTOLASO E LA SPA. Il Dipartimento per le emergenze, per un altro anno, potrà contare sul prezioso lavoro di Bertolaso. Rispettando le volontà espresse nei nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Berlusconi. «Avevo chiesto di poter andare in prepensionamento alla fine di quest’anno», ha detto Bertolaso nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, «ma il governo ha inserito una norma che prevede una proroga a questi termini e quindi rimarrò nelle funzioni di capo del Dipartimento fino a un massimo di 12 mesi, a partire da gennaio». Una «decisione opportuna» l’ha definita il sottosegretario «perché mi consentirà di individuare, d’intesa col presidente del consiglio e con il governo, un vicecapo Dipartimento che mi possa affiancare e che dopo un periodo di doppio comando possa rilevare la direzione e consentire a me di occuparmi di altro in qualche altra parte del mondo». Da gennaio Bertolaso seguirà i primi passi della «Protezione civile servizi spa», società voluta per riorganizzare il lavoro del Dipartimento. Come previsto nel decreto, alla società sarà affidata «la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione dei lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, l’acquisizione di forniture o servizi di competenza del Dipartimento, compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale». Il decreto consentirà una spesa di 8,2 milioni per assumere il personale che ha lavorato per il Dipartimento. La creazione della Spa è stata contesta dalla Cgil: «A rischio di incostituzionalità». Dubbi anche dall’Anci, che col vice presidente Roberto Reggi ha espresso «stupore».