Tasse, il governo non decide

Il decreto legge che dispone la proroga della sospensione non è stato discusso nel consiglio dei ministri di venerdì. Per il presidente della Regione Gianni Chiodi il giorno buono sarà il 17

L’AQUILA. Codice agricolo, riordino dell’attività militare, riorganizzazione del Formez, sanità. Tasse del cratere: non pervenuto. In consiglio dei ministri slitta ancora il decreto annunciato dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso per la proroga della sospensione del pagamento di tasse, tributi e contributi. Ma Chiodi, che assiste alla riunione del governo, rassicura: «Ci pensa Berlusconi».

SLITTAMENTO. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, ricevendo la delegazione di 16 persone giovedì sera a Montecitorio, a presidio terminato, aveva fatto capire che già il consiglio dei ministri di ieri avrebbe potuto affrontare l’argomento. Invece, come annuncia il presidente della Regione Abruzzo, ammesso al tavolo del governo per la questione-sanità, la prossima data utile, quella buona, per ottenere il rinvio potrebbe essere quella del 17 dicembre. Il giorno dopo la manifestazione che ha portato a Roma 500 aquilani, il secondo viaggio nella capitale dopo quello del 16 giugno scorso per protestare contro il decreto Abruzzo, in città si respira ancora aria di forte smarrimento di fronte a un prelievo fiscale che per pensionati e dipendenti è già ripreso con le buste paga di dicembre, visto che la sospensione dell’Irpef era fissata al 30 novembre 2009. In assenza di proroghe, insomma, si torna a pagare tutto da subito.

A 24 ore dal sit-in davanti alla Camera dei deputati, manifestazione dalla quale si sono tenuti alla larga gli esponenti del centrodestra, il presidente della Regione dice la sua sulla protesta degli aquilani. «Io non do giudizi», afferma Chiodi direttamente da Roma. «Devo fare il commissario della ricostruzione e l’ultima cosa che voglio è lo scontro politico. Siamo in una situazione difficilissima. Certamente, ognuno fa quello che ritiene opportuno. Una cosa è certa: oggi nel nostro paese il livello di attenzione da parte della popolazione è molto elevato. Contano i fatti.

Da un lato, però, c’è chi fa le manifestazioni, ed è bene che le faccia. Dall’altro c’è chi fa pressione sul governo per ottenere il riconoscimento delle giuste ragioni. Mancano ancora 20 giorni alla fine dell’anno e c’è ancora tempo per un decreto specifico, o il Milleproroghe, riguardante la situazione delle tasse nel cratere sismico.

Su questo argomento», prosegue Chiodi, «non ho una linea diversa da quella del sindaco Cialente. Non possiamo permetterci di fare il gioco delle parti e dobbiamo essere molto uniti. In questa fase, io e Cialente dobbiamo essere più amministratori che interpreti di quella politica in senso politicante che io, come tutti sanno, non sopporto. Tuttavia, in questa situazione di estrema difficoltà, visto che si tratta di importi rilevanti, io mantengo un ottimismo moderato e prudente. Ne ho parlato di nuovo anche con tutti i ministri. Ho ricordato loro il problema delle tasse ma Berlu-sconi non c’era. Al rientro da Bonn sarà lui a fare totale chiarezza su questa questione. Anch’io, comunque, come tutti, aspetto di vedere il decreto scritto».

CIALENTE ALL’ATTACCO. «Noi, già da adesso, abbiamo ricominciato a pagare le tasse. Non solo, con la busta paga di dicembre noi riprenderemo a pagare l’Irpef, per non parlare del fatto che io, in questi giorni, ho dovuto inviare le cartelle per l’Ici. In una città distrutta da 9 mesi, ricominciare a pagare come se niente fosse è disumano». Lo ribadisce il sindaco Massimo Cialente, condannando, tra l’altro, «il fatto che si ricominci a restituire il 100% delle tasse vecchie da giugno prossimo. Così facendo gli aquilani saranno tra coloro che in Italia pagheranno di più le tasse in assoluto, perché non solo faranno fronte a quanto dovuto ma restituiranno anche il 100%, che significa 60 milioni di euro nel 2010 e 110 milioni l’anno nei successivi 4 anni, e quindi non in 10 come gli altri». Conti fatti anche nel corso del colloquio con Fini il quale ha chiesto l’ammontare delle tasse da restituire. «Mi spiace molto», aggiunge il sindaco, «che qualcuno possa pensare che la nostra mobilitazione a Roma sia una posizione politica. In questo momento la sospensione delle tasse non c’è. Abbiamo segnali contrastanti ma sono segnali molto duri. Forse ci troviamo al centro di uno scontro che non riguarda più i terremotati. Invito tutte le forze politiche cittadine a pensare all’appartenenza all’Aquila, in primo luogo.

Tra i lavoratori autonomi dell’Aquila nessuno, finora, ha pensato di lasciare la città. Ebbene, la decisione del governo di far pagare da subito le tasse credo che possa far decidere a molti addetti, circa 25mila, di lasciare in futuro la città, su cui pesano anche circa 18mila cittadini in cassa integrazione. Quindi, quello che non ha fatto il terremoto lo farà questa scelta di finanza. A questo punto mi sono fatto l’idea che qualcuno cominci a pensare che si sia speso troppo per questo terremoto, dimenticando che, rispetto ad altri sismi, se non altro per le dimensioni del cratere, si debba moltiplicare tutto per 10. Vorrei ricordare che le scelte di intervento non sono state fatte dagli aquilani, quanto invece dal presidente Berlusconi, prima ancora che dalla Protezione civile. Tutto ciò lo ritengo ingiusto nei confronti di una città che si è sempre comportata con grande lealtà nei confronti del governo, facendo fare anche una bella figura al paese. Spero che nelle prossime ore il governo faccia seguito alle promesse».

SCIOPERO FISCALE. La disobbedienza civile è una delle iniziative che molti aquilani vogliono attuare. Il dibattito imperversa su Facebook dove sono nati gruppi come «Aquilani in sciopero fiscale» (1400 iscritti) e «Contro la restituzione anticipata delle tasse» (150 iscritti). Dietro ai titoli c’è la protesta «contro un governo che ci tratta come terremotati di serie C».

IL PD ACCUSA
. Secondo Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd, e Michele Fina, segretario provinciale, «la mobilitazione continua per i diritti degli aquilani». «È il Pdl che strumentalizza: Berlusconi arriva a Natale, ma a mani vuote. Non è accettabile che chi sta pesantemente discriminando famiglie e imprese aquilane si prenda anche la libertà di accusare sindaci e amministratori locali di strumentalizzare il dramma del terremoto».