castel di sangro, consiglio comunale al veleno

Telecamere vietate alla minoranza

Fioritto: opposizione imbavagliata. La D’Amico: presto le regole

CASTEL DI SANGRO. Scoppia la prima polemica in consiglio comunale a Castel di Sangro. Il gruppo di minoranza presieduto da Alfredo Fioritto denuncia di essere stato «imbavagliato» durante la seduta di inaugurazione della legislazione dall’ufficio di presidenza consiliare e protesta per la mancata libertà di informazione. A scatenare la lite le telecamere di “Progetto Comune” che non sono state ammesse a effettuare le riprese della seduta consiliare a differenza di altre testate giornalistiche locali. «Non abbiamo nulla da obiettare se durante le riunioni vi siano telecamere giornalistiche che riprendono le sedute del consiglio» spiega Fioritto «ma non trovo legittimo che venga impedito solo alla nostra parte politica di predisporre la ripresa televisiva dei lavori, per giunta in assenza di una regolamentazione che disciplini la presenza nella sala delle telecamere televisive. Se ci fosse una regola seguiremmo la regola, ma c’è stata la volontà esclusiva del presidente del consiglio comunale che ha vietato le riprese alla seduta dello scorso 24 luglio. Credo che nelle prossime settimane dovremmo discutere di una regolamentazione per la presenza in aula degli organi di informazione».

Immediata la risposa del presidente del consiglio comunale di Castel di Sangro, Michela D’Amico: «In aula era presente una emittente indipendente locale» spiega D’Amico «che non fa riferimento a nessun gruppo politico. Non ho avuto modo di leggere la richiesta avanzata dal gruppo di minoranza di Progetto Comune, ma è mia intenzione pervenire al più presto a una regolamentazione della presenza in aula delle telecamere, certamente assieme alla collaborazione dell’opposizione». (m.lav.)

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