CASTEL DI SANGRO
Torna in libertà il grifone che non volava più perché intossicato dal piombo
L'avvoltoio si era nutrito di scarti di macellazione di animali cacciati con l’uso di munizioni , rimanendone intossicato e non riuscendo a riprendere il volo
CASTEL DI SANGRO. Il pomeriggio di domenica 26 novembre sembrava scorrere come tanti altri, almeno fino a quando il Gps di un giovane grifone, monitorato nell’ambito della collaborazione tra Rewilding Apennines e Reparto carabinieri biodiversità di Castel di Sangro, non ha segnalato un’anomalia: l’animale era fermo da troppo tempo. Non è strano per i grifoni fermarsi nello stesso posto per diverse ore, soprattutto in presenza di cibo, ma un soggetto fermo in un punto da giorni desta immediatamente dei sospetti.
Nutrendosi esclusivamente di carcasse, infatti, non è raro che i grifoni siano vittime di avvelenamenti e intossicazioni. Carcasse avvelenate per colpire i grandi predatori hanno già mietuto vittime anche tra i grifoni durante la scorsa primavera e nei mesi a seguire. Altre volte, invece, capita che questi necrofagi si nutrano dei resti di animali selvatici cacciati, o bracconati, con munizioni contenenti piombo, e questo, accumulandosi nei tessuti, può intossicare il grifone e, nei casi più gravi, ucciderlo.
I nostri field officer, notata l’anomalia, si sono immediatamente recati sul posto per un sopralluogo, ma in un primo momento, a causa del buio, non è stato possibile individuare l’animale. Il mattino seguente, quindi, è stato effettuato un secondo tentativo, e il grifone, infreddolito e debilitato, è stato individuato e catturato con la collaborazione dei carabinieri di Castel di Sangro. L’animale è stato poi trasportato verso il CRFS (Centro Recupero Fauna Selvatica) Lipu di Roma, dove sono stati eseguiti tutti gli accertamenti del caso.
Il giovane grifone, nonostante la presenza di piombo nel sangue in quantità leggermente superiori alla soglia considerata tossica, si presentava in discrete condizioni fisiche. I risultati delle analisi, eseguite dopo diversi giorni dal momento in cui dovrebbe essersi alimentato per l’ultima volta, fanno pensare che si fosse nutrito di scarti di macellazione di animali cacciati con l’uso di munizioni contenenti piombo, rimanendone intossicato e non riuscendo a riprendere il volo.
Per fortuna l’avvoltoio si è dimostrato da subito un combattente e ha ripreso a nutrirsi dopo poco tempo dall’arrivo al CRFS Lipu. Nonostante le ottime premesse, però, l’animale ha impiegato oltre un mese a tornare in condizioni tali da poter tornare in libertà. Il 2 gennaio i team di CRFS Lipu e Rewilding Apennines hanno riportato il grifone in libertà nei pressi di una delle colonie riproduttive presenti in Abruzzo per aumentare le sue possibilità di sopravvivenza.