Tornano gli uffici del Consiglio
Pagano: impegno rispettato. Chiodi: ora una stagione di riforme
L’AQUILA. Per mesi hanno lavorato nei container parcheggiati vicino all’Emiciclo. Da ieri impiegati e funzionari del Consiglio regionale sono tornati negli uffici, recuperando «un brandello di faticosa normalità», come ha sottolineato il presidente Nazario Pagano.
«Se L’Aquila non fosse una città ancora ferita, se in altri 48 Comuni non si facesse la conta dei danni subiti a causa del terremoto; se i nostri animi fossero sereni e sollevati, oggi sarebbe una festa», ha commentato Pagato acccompagnando il governatore Gianni Chiodi, il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, i presidenti dei Consiglio di Campania e Provincia autonoma di Trento Sandra Lonardo e Giovanni Kessler, negli spazi recuperati del Consiglio e tra le immagini della mostra “Il coraggio della speranza”.
Cerimonia sobria, composta, per celebrare anche «un impegno rispettato con la città e con i nostri collaboratori», ha aggiunto Pagano. Quello cioè di non abbandonare il capoluogo, neanche in via temporanea, utilizzando la sede di Pescara. Un decisione rispetto alla quale Pagano non ha mai voluto transigere, neanche di fronte alle obiettive difficoltà nell’organizzazione dei lavori dell’assemblea: «Il Consiglio ha continuato a svolgere la propria attività all’Aquila, unica istituzione funzionante in tutto il centro della città insieme alla Banca d’Italia. Ora nel più breve tempo tecnico possibile torna negli uffici del palazzo principale, recuperato all’agibilità con ritmi di lavoro pesantissimi».
Per il ministro Fitto la riapertura del Consiglio conferma «quanto sia stato fatto in questi sei mesi e soprattutto l’idea sempre più netta e chiara che si vuole proseguire su una strada di ritorno alla normalità».
Secondo il ministro, «il Consiglio regionale che torna a funzionare dà anche la possibilità di avviare riflessioni collegate alla ripresa del lavoro legislativo su tematiche che devono, oltre all’emergenza terremoto, far ritornare alla normalità l’Abruzzo e sulle quali credo sia sempre più indispensabile avviare un confronto tra governo e istituzioni regionali».
Chiodi ha infine annunciato la «stagione di importanti riforme» che attende l’attività del Consiglio. «In 180 giorni all’Aquila», ha aggiunto il presidente «abbiamo fatto un piccolo miracolo, lasciatemi passare il termine. Nessuno pensava che, in così poco tempo, si potesse costruire una piccola città, perché 15.000 persone con un tetto rappresentano davvero una piccola città. Nessuno, dopo il 6 aprile, avrebbe scommesso sulla possibilità di aprire le scuole alla ripresa dell’anno scolastico. Se consideriamo che nel primo mese abbiamo dovuto occuparci nell’immediato di fornire assistenza e ricovero in una fase di emergenza, è evidente come, in così poco tempo, sia stato fatto un lavoro eccezionale».
«Se L’Aquila non fosse una città ancora ferita, se in altri 48 Comuni non si facesse la conta dei danni subiti a causa del terremoto; se i nostri animi fossero sereni e sollevati, oggi sarebbe una festa», ha commentato Pagato acccompagnando il governatore Gianni Chiodi, il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, i presidenti dei Consiglio di Campania e Provincia autonoma di Trento Sandra Lonardo e Giovanni Kessler, negli spazi recuperati del Consiglio e tra le immagini della mostra “Il coraggio della speranza”.
Cerimonia sobria, composta, per celebrare anche «un impegno rispettato con la città e con i nostri collaboratori», ha aggiunto Pagano. Quello cioè di non abbandonare il capoluogo, neanche in via temporanea, utilizzando la sede di Pescara. Un decisione rispetto alla quale Pagano non ha mai voluto transigere, neanche di fronte alle obiettive difficoltà nell’organizzazione dei lavori dell’assemblea: «Il Consiglio ha continuato a svolgere la propria attività all’Aquila, unica istituzione funzionante in tutto il centro della città insieme alla Banca d’Italia. Ora nel più breve tempo tecnico possibile torna negli uffici del palazzo principale, recuperato all’agibilità con ritmi di lavoro pesantissimi».
Per il ministro Fitto la riapertura del Consiglio conferma «quanto sia stato fatto in questi sei mesi e soprattutto l’idea sempre più netta e chiara che si vuole proseguire su una strada di ritorno alla normalità».
Secondo il ministro, «il Consiglio regionale che torna a funzionare dà anche la possibilità di avviare riflessioni collegate alla ripresa del lavoro legislativo su tematiche che devono, oltre all’emergenza terremoto, far ritornare alla normalità l’Abruzzo e sulle quali credo sia sempre più indispensabile avviare un confronto tra governo e istituzioni regionali».
Chiodi ha infine annunciato la «stagione di importanti riforme» che attende l’attività del Consiglio. «In 180 giorni all’Aquila», ha aggiunto il presidente «abbiamo fatto un piccolo miracolo, lasciatemi passare il termine. Nessuno pensava che, in così poco tempo, si potesse costruire una piccola città, perché 15.000 persone con un tetto rappresentano davvero una piccola città. Nessuno, dopo il 6 aprile, avrebbe scommesso sulla possibilità di aprire le scuole alla ripresa dell’anno scolastico. Se consideriamo che nel primo mese abbiamo dovuto occuparci nell’immediato di fornire assistenza e ricovero in una fase di emergenza, è evidente come, in così poco tempo, sia stato fatto un lavoro eccezionale».