«Un ruolo più incisivo per i geologi»

15 Novembre 2009

Convegno su territorio e rischio sismico: in passato troppe sottovalutazioni

L’AQUILA. Il ruolo del geologo - soprattutto dopo quello che è accaduto il 6 aprile - non può essere più sottovalutato e anche le istituzioni devono comprendere che prevenire i danni del terremoto significa conoscere a fondo il territorio e costruire solo dove è possibile e in sicurezza. Anche di questo si è discusso ieri nel corso di un convegno su «La geologia dell’Aquila per gli aquilani» che è stato organizzato dall’Ordine dei geologi d’Abruzzo in collaborazione con Regione, Provincia, Comune e Carispaq (l’incontro si è svolto nell’auditorium di Strinella 88).

Il convegno aveva soprattutto uno scopo didattico tanto che gli interventi dei relatori si sono soffermati su argomenti che hanno spaziato da «Che cosa è il terremoto» a «La Geologia cenerentola delle scienze?». Il presidente dell’ordine dei geologi d’Abruzzo Nicola Tullo nel suo intervento introduttivo ha lamentato la mancata istituzione (chiesta da anni) di un servizio geologico regionale, della scarsa attenzione da parte delle università per i geologi liberi professionisti, di una microzonizzazione che la Protezione civile ha realizzato ma che i geologi ancora non conoscono ufficialmente pur in un momento in cui si sta avviando la ricostruzione.

Tullo riferendosi al passato ha fatto autocritica affermando che «forse i geologi avrebbero dovuto dire qualche no in più a progettisti e committenti» anche se poi, alla fine del convegno, alcuni dei geologi presenti hanno sottolineato come spesso il geologo «ha le mani legate» stretto come è fra le esigenze della committenza e una legislazione non sempre chiara nel definire ruoli e competenze. Il primo intervento del convegno è stato quello del professor Maurizio Parotto professore di Geologia dell’Università di Roma 3 il quale prima di parlare di «che cosa è il terremoto» ha evidenziato che da tempo è stato abolito il servizio geologico nazionale (con grave danno per gli studi relativi) e che la microzonizzazione (che significa individuare zona per zona qual è il rischio sismico, ma non solo) deve essere recepita obbligatoriamente all’interno dei piani regolatori.

Parrotto ha spiegato perchè, ad esempio a Onna, il terremoto ha fatto tanti danni. Tutta colpa del terreno soffice frutto di migliaia di anni di depositi alluvionali. Stessa cosa per quei centri (L’Aquila compresa) che pur posti sulla roccia sono su “cocuzzoli” o colline per cui quando l’energia del terremoto arriva c’è un forte scuotimento. Gianluca Valensise dell’Ingv (istituto di geofisica e vulcanologia) ha parlato di «Geologia e rischio sismico», Francesca Lugeri dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale si è occupata di «Conoscenza consapevole e prevenzione», Enrico Miccadei dell’Università D’Annunzio ha invece detto che spesso il geologo viene visto come una specie di extraterrestre che si occupa di argomenti di scarso interesse.

Dopo il sei aprile chiaramente (anche se con il senno del poi) il ruolo del geologo comincia a essere rivalutato e la presidente della Provincia Stefania Pezzopane ha evidenziato che è necessario un approccio interdisciplinare alle questioni della prevenzione dalle catastrofi naturali, approccio che dia agli amministratori gli strumenti per decidere e intervenire quando necessario. Un saluto al convegno è stato portato anche da Adele Agnelli, vice presidente dell’ordine dei geologi d’Abruzzo. (g.p.)