Un tribunale da demolire
Ricostruire il palazzo di giustizia non è economico.
L’AQUILA. Il vecchio palazzo di giustizia dell’Aquila, inagibile dal 6 aprile per i danni ingenti causati dal terremoto, potrebbe essere definitivamente demolito. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Difficilmente un recupero potrebbe essere economicamente vantaggioso.
L’ipotesi di una ricostruzione «ex novo» potrebbe essere più conveniente della ristrutturazione.
Comunque, la decisione sarà presa da tecnici, vigili del fuoco, amministratori comunali - il Comune è proprietario del palazzo di giustizia - e Protezione Civile nazionale.
Questa valutazione verrà fatta quando saranno terminati i carotaggi cominciati ieri. Le prove sulla qualità del cemento e delle fondamenta ordinati dalla Procura nell’inchiesta sui crolli, continueranno fino a quando il quadro non sarà chiaro: a seguire i consulenti della procura faranno le loro valutazioni.
L’intenzione è quella di ultimare i prelievi e le prove sulla struttura in modo da dissequestrarla e rimetterla a disposizione delle istituzioni locali.
Tra l’altro, in riferimento al palazzo di giustizia, va anche detto che durante i lavori di ampliamento è stata trovata molta acqua nel sottosuolo sul quale poggiano le basi. Questo aspetto, che non depone molto a favore della sicurezza della struttura, ha anche causato dei rallentamenti delle operazioni da parte della ditta che ha vinto l’appalto.
Attualmente nel palazzo di giustizia sono in corso delle attività di recupero di fascicoli alcuni dei quali sono stati ripresi con estrema facilità mentre per altri atti cartacei da recuperare il lavoro da svolgere è più impegnativo.
Si è anche pensato, per evitare rischi, di realizzare un tunnel nei pressi dell’ingresso secondario, (vicino alla filiale della Carispaq) tramite il quale entrare nelle viscere del «palazzaccio» con i vigili del fuoco e prelevare, una volta per tutte, la documentazione sita nei posti meno sicuri.
La struttura, benchè più grande di quella attuale, stata da sempre giudicata inadeguata, almeno negli ultimi anni, per la mancanza di spazi soprattutto per le migliaia di fascicoli della corte di appello.
Per cui ora si rischia di andare incontro a problemi più grandi di prima. Non a caso il presidente dell’Ordine degli avvocati, Antonello Carbonara, ha chiesto al ministro della giustizia, Angelino Alfano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’attuale palazzo di giustizia, un nuova struttura adeguata al rango della tradizione forense aquilana.
L’ipotesi di una ricostruzione «ex novo» potrebbe essere più conveniente della ristrutturazione.
Comunque, la decisione sarà presa da tecnici, vigili del fuoco, amministratori comunali - il Comune è proprietario del palazzo di giustizia - e Protezione Civile nazionale.
Questa valutazione verrà fatta quando saranno terminati i carotaggi cominciati ieri. Le prove sulla qualità del cemento e delle fondamenta ordinati dalla Procura nell’inchiesta sui crolli, continueranno fino a quando il quadro non sarà chiaro: a seguire i consulenti della procura faranno le loro valutazioni.
L’intenzione è quella di ultimare i prelievi e le prove sulla struttura in modo da dissequestrarla e rimetterla a disposizione delle istituzioni locali.
Tra l’altro, in riferimento al palazzo di giustizia, va anche detto che durante i lavori di ampliamento è stata trovata molta acqua nel sottosuolo sul quale poggiano le basi. Questo aspetto, che non depone molto a favore della sicurezza della struttura, ha anche causato dei rallentamenti delle operazioni da parte della ditta che ha vinto l’appalto.
Attualmente nel palazzo di giustizia sono in corso delle attività di recupero di fascicoli alcuni dei quali sono stati ripresi con estrema facilità mentre per altri atti cartacei da recuperare il lavoro da svolgere è più impegnativo.
Si è anche pensato, per evitare rischi, di realizzare un tunnel nei pressi dell’ingresso secondario, (vicino alla filiale della Carispaq) tramite il quale entrare nelle viscere del «palazzaccio» con i vigili del fuoco e prelevare, una volta per tutte, la documentazione sita nei posti meno sicuri.
La struttura, benchè più grande di quella attuale, stata da sempre giudicata inadeguata, almeno negli ultimi anni, per la mancanza di spazi soprattutto per le migliaia di fascicoli della corte di appello.
Per cui ora si rischia di andare incontro a problemi più grandi di prima. Non a caso il presidente dell’Ordine degli avvocati, Antonello Carbonara, ha chiesto al ministro della giustizia, Angelino Alfano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’attuale palazzo di giustizia, un nuova struttura adeguata al rango della tradizione forense aquilana.