«Va ammazzata», transgender minacciata di morte all’università

14 Febbraio 2025

Domenica, studentessa 40enne della facoltà di Filosofia a L’Aquila, racconta quanto accaduto fuori dal Dipartimento di scienze umane: «Prima insultata, poi dicevano di volermi uccidere. Resta l’odio per chi è etichettato come diverso»

L’AQUILA. «Sono stata minacciata di morte fuori dall’Università». Il racconto choc è di Domenica Giannetti, l’unica ragazza transgender nel Dipartimento di scienze umane. La narrazione dei momenti di paura arriva a pochi giorni dalla scritta omofoba («gay nei forni», ndc) comparsa lunedì mattina sul muro della sede di viale Nizza e condannata anche dal ministro Anna Maria Bernini. «Mentre tornavo a casa, un gruppo di ragazzi, quattro balordi se non ricordo male, ha cominciato a insultarmi», racconta,«ero al telefono e a testa bassa ho continuato a parlare, mentre sentivo che dicevano: è una transettona e va ammazzata». Domenica ha fatto finta di nulla ed è andata via. Non ha denunciato. Non ha chiesto aiuto – «per evitare casini» – ma racconta di «avere avuto paura, non era uno solo, era un gruppetto e avrei avuto la peggio».

«È successo fuori dall’Università, ma il punto non cambia: vivere nella paura di subire aggressioni verbali o peggio è inaccettabile», riprende Domenica, «nessuno dovrebbe trovarsi in questa situazione. E mi auguro che episodi del genere non si ripetano più, né per me né per nessun’altra persona. Purtroppo c’è un pubblico che incita sempre di più all’odio verso chi continua a essere etichettato come diverso e perciò bersaglio di violenza». Intanto, proseguono le indagini della Digos aquilana diretta da Roberto Mariani, per risalire all’autore della scritta. Quattro agenti della sezione investigativa, d’intesa con l’autorità giudiziaria, stanno procedendo con l’ascolto degli studenti presenti quella mattina. Gli uomini dell’investigativa sperano in una collaborazione da parte di chi potrebbe aver notato persone sospette aggirarsi nel dipartimento.

Per ora il fascicolo delle Procura è aperto contro ignoti. «L’episodio accaduto nella nostra Università», prosegue Domenica Giannetti, «non è soltanto un’offesa gravissima alla comunità LGBTQ+, ma un segnale allarmante di un problema culturale più profondo. Frasi del genere non sono semplici provocazioni: evocano un passato di violenza e discriminazione che dovrebbe appartenere a una orribile storia, non al presente. Purtroppo, il clima di intolleranza non si ferma alle parole come ho potuto costatare di persona». Domenica ha 40 anni e studia Filosofia e teoria dei processi comunicativi nel Dipartimento di scienze umane. Sta a metà del secondo anno. Sul suo libretto c’è il numero di matricola e il nome Domenica. Mentre sull’altro libretto c’è scritto Domenico. Si chiama “carriera alias”, ovvero doppio libretto, una procedura che l’Università dell’Aquila offre ai ragazzi e alle ragazze in transizione. 

Domenica ha così attivato (gratuitamente) un profilo burocratico, un badge e un indirizzo email alternativo e temporaneo, per sostituire il nome anagrafico con quello adottato, almeno fino all’ufficiale rettifica anagrafica che per lei potrebbe arrivare a breve. Per ora è una ragazza transgender ma ha avviato un percorso di transizione verso il genere femminile. «Mi sono sempre sentita una donna, però ho aspettato i 40 anni per fare coming out», conclude, «ho raccontato la mia storia e il fatto che desideravo essere chiamata con un nome diverso. Da quel momento è cambiato tutto. O quasi».

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