La Cgil: siamo pronti ad attuare dure forme di protesta
Villa Letizia, i dipendenti da due mesi senza stipendio
L’AQUILA. I dipendenti di Villa Letizia e Villa Dorotea sono senza stipendio da oltre due mesi. La proprietà non ha ancora provveduto al pagamento delle spettanze di ottobre e novembre. «Una...
L’AQUILA. I dipendenti di Villa Letizia e Villa Dorotea sono senza stipendio da oltre due mesi. La proprietà non ha ancora provveduto al pagamento delle spettanze di ottobre e novembre. «Una situazione inaccettabile», per la Cgil, che chiede un incontro urgente con l'imprenditore Enrico Vittorini e annuncia l'avvio di una protesta massiccia. «Il 29 novembre scorso era in programma una riunione per fare il punto sui ritardi nei pagamenti delle maestranze», afferma Antonio Gin netti, della Cgil, «ma all'ultimo momento la proprietà ha fatto slittare il confronto a data da destinarsi. I lavoratori delle due strutture sanitarie che fanno capo alla famiglia Vittorini sono esasperati. Nonostante la Asl abbia liquidato a settembre tutte le prestazioni ambulatoriali e ospedaliere in convenzione, le buste paga non arrivano. Villa Letizia e Villa Dorotea operano in regime di convenzione con il sistema sanitario nazionale: non è pensabile che, a fronte di tutto ciò, la proprietà si renda inadempiente nel pagamento delle spettanze arretrate». Un ritardo di oltre due mesi, in un momento storico di crisi pesante come quello attuale, secondo i sindacati è ingiustificabile. «Ci sono famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese o a pagare bollette e mutui», incalza Ginnetti, «agli operatori e agli impiegati delle cliniche private si chiedono professionalità e competenza, come è giusto che sia in un comparto delicato come quello sanitario. Ma di contro non si utilizza lo stesso metro, lasciando circa 300 famiglie per due mesi senza una fonte di reddito. Un episodio tanto più grave perché cade a ridosso delle festività natalizie. Se la proprietà non provvederà all'erogazione degli stipendi», conclude Ginnetti, «apriremo una dura fase di protesta».
Monica Pelliccione
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