Vittorini: nove proposte per rinascere
Il candidato sindaco: puntiamo soprattutto su una ricostruzione della città in sicurezza
L'AQUILA. Non ci sono politici navigati, nessuna vecchia conoscenza, sono tutti volti nuovi i candidati di «L'Aquila che vogliamo» lista in appoggio al candidato sindaco Vincenzo Vittorini, che ieri, all'Hotel Castello, l'ha presentata alla città. Trentuno persone in lista, età media circa 40 anni, undici le donne, nella presentazione i candidati consiglieri hanno fatto riecheggiare spesso le parole «onestà e trasparenza».
«Queste persone» spiega Vittorini «hanno deciso di metterci la faccia, sotto i loro nomi ci sono le loro storie, di onestà e libertà da tutto e tutti». La più giovane è una studentessa universitaria, il primo della lista invece è un nome noto, Stefano Cencioni, promotore, da semplice cittadino, di tante iniziative post sisma nate per ridestare l'attenzione sulla città e dire che «L'Aquila è degli aquilani».
E' lui a chiudere il giro di presentazioni: «L'Aquila è silente, stanca, ma in città» spiega «c'è tanta qualità, professionale e tecnica, ed è il momento di lavorare, in modo trasparente, prendere coscienza che si può cambiare a partire da un'idea nata mesi fa quando tutti ci dicevano che era troppo presto». Vittorini propone alla città un progetto complesso che individua nove macro obiettivi: ricostruzione, infrastrutture, università, economia, turismo, comune, sociale, sport, cultura.
Il primo punto è il 100% di sicurezza antisismica delle strutture. «Ci criticano» dice il candidato sindaco «perché puntiamo sempre al 100%, ci dicono che è difficile, ma ricostruire questa città è un'operazione difficile, noi abbiamo un progetto concreto, attuabile, e non è un copia-incolla di idee che arrivano da Roma».
Un'unica lista appoggia Vittorini, forse poco per farcela in una partita dove tantissimi sono in campo, ma il candidato sindaco spiega: «Il progetto è uno, l'idea è una, perciò può esistere una sola lista che è "L'Aquila che vogliamo" dove tutti insieme combattiamo per la città, non pensiamo ad accaparrare voti, vogliamo cambiare il sistema». In lista ci sono anche persone non nate in città ma che anni fa hanno scelto L'Aquila, ci sono professionisti, commercianti, pensionati, impiegati, giovani, un disabile, tutti si candidano perché «stanchi dell'attuale sistema politico, di destra e sinistra» e in "L'Aquila che vogliamo" hanno visto l'opportunità di «scardinare» le dinamiche del potere.
Ci sono persone che dicono «basta» e quelle che aggiungono «è arrivato il momento di fare».
«Cialente» nota Vittorini «si è arroccato nel suo fortino, non ha saputo operare e ora promette "farò", troppo tardi». L'intera lista promette: «L'otto maggio, comunque sarà andata, non ci apparenteremo con nessuno» e lancia l'invito agli aquilani: «Andate a votare in libertà, pensando al bene comune più che al vostro piccolo interesse personale passeggero, solo così L'Aquila ce la farà davvero».
«Queste persone» spiega Vittorini «hanno deciso di metterci la faccia, sotto i loro nomi ci sono le loro storie, di onestà e libertà da tutto e tutti». La più giovane è una studentessa universitaria, il primo della lista invece è un nome noto, Stefano Cencioni, promotore, da semplice cittadino, di tante iniziative post sisma nate per ridestare l'attenzione sulla città e dire che «L'Aquila è degli aquilani».
E' lui a chiudere il giro di presentazioni: «L'Aquila è silente, stanca, ma in città» spiega «c'è tanta qualità, professionale e tecnica, ed è il momento di lavorare, in modo trasparente, prendere coscienza che si può cambiare a partire da un'idea nata mesi fa quando tutti ci dicevano che era troppo presto». Vittorini propone alla città un progetto complesso che individua nove macro obiettivi: ricostruzione, infrastrutture, università, economia, turismo, comune, sociale, sport, cultura.
Il primo punto è il 100% di sicurezza antisismica delle strutture. «Ci criticano» dice il candidato sindaco «perché puntiamo sempre al 100%, ci dicono che è difficile, ma ricostruire questa città è un'operazione difficile, noi abbiamo un progetto concreto, attuabile, e non è un copia-incolla di idee che arrivano da Roma».
Un'unica lista appoggia Vittorini, forse poco per farcela in una partita dove tantissimi sono in campo, ma il candidato sindaco spiega: «Il progetto è uno, l'idea è una, perciò può esistere una sola lista che è "L'Aquila che vogliamo" dove tutti insieme combattiamo per la città, non pensiamo ad accaparrare voti, vogliamo cambiare il sistema». In lista ci sono anche persone non nate in città ma che anni fa hanno scelto L'Aquila, ci sono professionisti, commercianti, pensionati, impiegati, giovani, un disabile, tutti si candidano perché «stanchi dell'attuale sistema politico, di destra e sinistra» e in "L'Aquila che vogliamo" hanno visto l'opportunità di «scardinare» le dinamiche del potere.
Ci sono persone che dicono «basta» e quelle che aggiungono «è arrivato il momento di fare».
«Cialente» nota Vittorini «si è arroccato nel suo fortino, non ha saputo operare e ora promette "farò", troppo tardi». L'intera lista promette: «L'otto maggio, comunque sarà andata, non ci apparenteremo con nessuno» e lancia l'invito agli aquilani: «Andate a votare in libertà, pensando al bene comune più che al vostro piccolo interesse personale passeggero, solo così L'Aquila ce la farà davvero».
© RIPRODUZIONE RISERVATA