PESCARA

A14, è una lunga scia di sangue: “Una trappola per i lavoratori”

16 Marzo 2025

L’ultima vittima è Gianluigi Scaccia, il corriere che si è schiantato contro un Tir. Disposta l’autopsia. L’ira dei sindacati: «La sicurezza sacrificata per seguire le logiche di profitto. Servono controlli

PESCARA. «Meno vittime, meno feriti, meno incidenti. Molto incoraggianti i dati di polizia stradale e carabinieri, a tre mesi dall’introduzione del nuovo Codice della strada». Nella stessa giornata in cui il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini annuncia il calo del numero di vittime sulla strada, in Abruzzo si continuano a piangere morti tra i cantieri dell’A14. Sono automobilisti in viaggio per piacere e poi soprattutto per lavoro, ma in alcuni casi anche operai nei cantieri. Uno stillicidio di tamponamenti, incidenti rocamboleschi tra le lunghe code e, nel peggiore dei casi, anche decessi. L’ultimo in ordine di accadimento è Gianluigi Scaccia, il corriere Bartolini di 26 anni morto venerdì sull’A14, tra i caselli di Francavilla al Mare e Ortona. Partito dal deposito di Sambuceto, il corriere, una compagna e tre bimbi piccoli, sarebbe dovuto arrivare a Lanciano. Ma lo schianto con un Tir fermo in coda prima del cantiere gli è costato la vita. «Le nostre strade sono una trappola per chi lavora», tornano a denunciare i sindacati.

L A PROMESSA DEL MINISTRO La situazione che da anni condanna centinaia di automobilisti ad attendere in coda per ore sulla A14 a causa di cantieri infiniti non è sconosciuta al Mit. Già nel 2023 il ministro Salvini aveva annunciato un tavolo di coordinamento al Mit per coinvolgere i presidenti di Abruzzo e Marche, Aspi, prefetti e Anas con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dell’arteria e conciliare circolazione e lavori. Ma non solo. «Secondo la società concessionaria i lavori termineranno entro due anni», aveva detto Salvini nel 2023, durante un’interrogazione sullo stato dell’arte delle opere di ammodernamento dell’autostrada A14 nella tratta compresa tra le regioni Abruzzo e Marche presentata nel corso del question time alla Camera dal deputato di Azione Giulio Sottanelli. Ed esattamente due anni dopo lo scenario non cambia, anzi peggiora, tanto che la data di fine lavori è attesa nel 2028. «La gente percorre quell'autostrada e non può aspettare due anni», aveva rassicurato il ministro Salvini, «quindi abbiamo chiesto di ridurre al minimo l’impatto, anche per evitare incidenti mortali, per il cambio di corsia e l'ingresso in galleria». L’annuncio e le rassicurazioni non sono bastate a fermare la lunga scia di sangue.

GLI INCIDENTI  Con i suoi cantieri infiniti e le sue code quotidiane, l’A14 ha registrato una lunga sequenza di tamponamenti. Dal 2020 ad 2024, sono 4 gli incidenti mortali che si sono verificati nel tratto teramano: zero nel 2020, uno nel 2021, uno nel 2022 e nel 2023 tre. Ancora quota zero lo scorso anno. Incidenti conseguenza di continui cantieri mobili, corsie strette e mal segnalate. A perdere la vita, nel tratto autostradale marchigiano, anche il tennista paralimpico Andrea Silvestrone e i figli di 14 e 8 anni. L’ultimo incidente si è registrato venerdì nel tratto teatino: Scaccia, il corriere di Silvi 26enne si è schiantato contro un Tir fermo in coda. La Procura ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, non è escluso un malore. Attesa la data dei funerali che si terranno a Silvi.

I SINDACATI  L’ennesimo incidente riaccende la rabbia dei sindacanti. «Da anni, su diversi punti della tratta, persistono cantieri interminabili e mobili che creano un pericolo costante per chi viaggia», denuncia Eugenio Di Fonzo, segretario generale Filt Cgil Pescara, «restringimenti e interruzioni che cambiano di continuo, impedendo agli automobilisti di avere punti di riferimento chiari e trasformando le autostrade in veri e propri percorsi a ostacoli. A perdere la vita, ancora una volta, è un lavoratore: un autista. Una tragedia che impone una riflessione seria sulle sue cause. Per la Filt Cgil, la responsabilità non ricade solo sulle gravi carenze in termini di sicurezza dei cantieri, ma anche su una concorrenza sempre più spietata tra le aziende di trasporto. Competizione che porta a ritmi di guida esasperati, riducendo i tempi di riposo dei conducenti ed aumentando in modo esponenziale il rischio di incidenti. Non possiamo più accettare che la sicurezza sulle strade venga sacrificata per logiche di profitto. Servono controlli stringenti sui cantieri, il rispetto rigoroso delle normative sui tempi di guida e di riposo e una revisione delle regole di mercato per evitare che i lavoratori siano costretti a condizioni di guida insostenibili. Come Filt Cgil chiediamo risposte immediate dalle Istituzioni e dai gestori delle infrastrutture. Le nostre strade non possono continuare ad essere trappole mortali per chi lavora».